In una splendida lettera (che è possibile leggere in PDF in fondo all'articolo) rivolta ai chierici e ai fedeli della diocesi di Volterra, S.E.R. Mons. Roberto Campiotti ha tracciato una valida, essenziale e quanto mai utile mappa per tutti noi che ci apprestiamo a vivere questo evento di Grazia: il Giubileo 2025.
Parole chiare e che vanno diritte al punto, ed è qui che emerge la valida formazione ambrosiana del presule. Nel mare di parole che in queste ore stiamo ascoltando nell'Aula Paolo VI, qui in Vaticano, dove si parla di tutto tranne che di Gesù Cristo, questa lettera può essere un ottimo strumento per riorientarsi all'essenziale. «I temi centrali della catechesi cristiana - spiega Campiotti - non sono la pace, la solidarietà, il rispetto per il creato; sono Gesù Cristo, la sua morte e risurrezione per la nostra salvezza». Nella lettera il vescovo offre anche alla preghiera una bella "invocazione al Cristo del futuro" scritta da san Paolo VI e auspica: «Questo anno giubilare possa essere anno di una rinnovata presa di coscienza del bisogno che abbiamo di Cristo e con l'aiuto di Dio di rinnovata e decisa sequela».
Un richiamo anche al tema dell'intelligenza artificiale, della quale spesso anche come Chiesa siamo stati chiamati a dire una parola. Troppe parole, però, che rischiano di essere sterili e farci perdere di vista l'essenziale. Campiotti spiega: «L’unico modo radicale per difendersi dal cattivo uso di questo formidabile strumento dell'intelligenza artificiale, come del resto anche da tanti altri strumenti di informazione e comunicazione già in uso, è quello di potenziare l'intelligenza spirituale, mediante la quale l'uomo può dirigersi nella sua libertà».
«L'incontro personale con Cristo - continua il vescovo di Volterra - anche oggi come in ogni tempo, è possibile in forza della presenza sacramentale del Risorto nella sua Chiesa. L'evento sacramentale ha la sua origine nel Battesimo e il suo compimento nell'Eucaristia. Abbiamo meditato nell'anno passato [L'anno pastorale della diocesi di Volterra 2023-2024 è stato dedicato all'Eucarestia ed aveva come esortazione "Mane Nobiscum Domine" ndr] come l'evento sacramentale per eccellenza sia l'Eucaristia dando così ragione del fatto che da 2000 anni il segno di riconoscimento fondamentale dei cristiani è il loro radunarsi ogni domenica per celebrare l'Eucaristia nel giorno del Signore. Con i martiri di Abitene, piccola località nell'attuale Tunisia, anche noi dovremmo poter dire: "Senza la domenica non possiamo vivere" ("Sine dominico non possumus"): cioè senza riunirci in assemblea la domenica per celebrare l'Eucaristia non possiamo vivere, ci mancherebbero le forze necessarie per affrontare le difficoltà quotidiane e per vivere in pienezza la nostra umanità».
Terminando la lettera Campiotti scrive: «La nostra speranza non deluderà se, e solo se, apriremo le porte a Cristo, se lavoreremo e saremo disposti anche a versare il sangue perché la sua dolce signoria di pace si instauri sul mondo. "In virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell'umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all'incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell'attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui: è con questo spirito che facciamo nostra la commossa invocazione dei primi cristiani, con la quale termina la Sacra Scrittura: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20)". (Papa Francesco, Spes non confundit, 19). Concludo con le parole di Sant'Agostino: "Sia il Signore Dio tuo la tua speranza; non sperare qualcosa dal Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza. Molti […] da Dio sperano qualcosa al di fuori di Lui; ma tu cerca lo stesso tuo Dio; [...] dimenticando le altre cose ricordati di Lui; lasciando indietro tutto, protenditi verso di Lui. [...] Egli sarà il tuo amore" (S. Agostino, Enarrationes in Psalmos, 39, 7-8). Sperare non significa quindi sperare "qualcosa" da Dio, ma Dio stesso. Per il fatto che la nostra natura è desiderio di 'Infinito, è Dio stesso l'unico in grado di riempire il desiderio del nostro cuore».
Le Chiese giubilari nella Diocesi di Volterra
Il vescovo Roberto ha poi firmato un decreto con il quale dispone che, «a partire da Domenica 29 dicembre 2024, giorno di apertura del Giubileo a livello diocesano (Spes non confundit, 6), oltre alla Chiesa Cattedrale come già previsto dalle Norme sulla Concessione dell'Indulgenza, nella Diocesi di Volterra siano altresi da considerarsi Chiese Giubilari:
- il Santuario mariano di Nostra Signora di Fatima a Montignoso - Gambassi Terme (FI);
- la chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo a Cecina Mare (LI), ove è custodita l'immagine della Madonna delle Grazie, invocata come "Madonnina del Mare".
Pertanto, nella Basilica Cattedrale di S. Maria Assunta a Volterra, come anche nelle suddette Chiese, sarà possibile lucrare l'Indulgenza plenaria secondo le consuete norme ecclesiastiche (Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) da potersi applicare a sé oppure alle anime del Purgatorio in forma di suffragio fino a Domenica 28 dicembre 2025, giorno di chiusura del Giubileo a livello diocesano, come stabilito dalla medesima Bolla papale (Spes non confundit, 6). Durante l'Anno giubilare l'indulgenza plenaria si potrà conseguire inoltre con i pellegrinaggi, le opere di misericordia e di penitenza stabilite dalle Norme sulla Concessione dell'Indulgenza».
F.P.
Silere non possum