Parole che hanno scandalizzato i fedeli sono state pronunciate da S.E.R. Mons. José Mário Scalon Angonese, Arcivescovo di Cascavel, durante una Celebrazione Eucaristica che si è svolta nella Parrocchia Nossa Senhora Consolata a Cafelândia, Paraná in Brasile. Il presule ha affermato che è scandaloso vedere ministri dell'Eucarestia che danno la comunione in bocca perché "è una cosa medievale" ed ha addirittura riferito che "il Concilio Vaticano II ci ha insegnato che gli adulti devono mangiare con le mani". Il presule ha riferito che è assurdo che un catechista insegni queste pratiche del secolo scorso.
Sono affermazioni molto gravi e false. In primis, è grave che un vescovo dia scandalo in questo modo e affermi cose false innanzi ai giovani cresimandi che si stavano comunicando in modo corretto. In secundis, ciò che afferma è falso. Il Concilio Vaticano II non ha mai affermato quanto ha riferito l'arcivescovo. Le uniche indicazioni che la Chiesa offre sulle modalità di comunicarsi al Corpo di Cristo, peraltro non introdotte durante il medioevo ma molto prima, affermano che è prassi comunicarsi in bocca ed è anche possibile comunicarsi sulle mani. La prima, però, è da preferire all'altra.
Per comprendere meglio il clima che la Chiesa sta respirando, bisogna osservare cosa è accaduto in queste ore. Il video dell'arcivescovo ha fatto il giro dei cellulari di chierici e laici in Brasile. Alcune pagine, sui social, hanno pubblicato il video denunciando la gravità di queste parole. Per tutta risposta, quando ormai lo scandalo era scoppiato, la parrocchia ha cancellato il video dalla pagina Facebook e l'Arcidiocesi ha emesso un comunicato, firmato da alcuni presbiteri fedeli al presule, dove esprimono sostegno all'arcivescovo e accusano i fedeli di aver estrapolato la frase dal contesto. Peccato, però, che non si possa dire che le frasi sono estrapolate dal contesto perché sono gravi di per sé e, inoltre, la verifica non è possibile perché il video della celebrazione è stato cancellato ed è irreperibile. Perché cancellarlo se non c'è nulla di cui vergognarsi? Sotto ai post che riportano il comunicato (Instagram), pubblicati dall'arcidiocesi, inoltre, sono stati cancellati tutti i commenti ed è stata bloccata la possibilità di farne altri. Che dire, questa è la Chiesa sinodale, dove tutti hanno parola, tranne i cattolici.
«La Congregazione è effettivamente preoccupata di fronte al numero di tali lamentele ricevute negli ultimi mesi da varie direzioni, e ritiene che qualsiasi rifiuto della santa Comunione ad un fedele sulla base del suo modo di presentarsi sia una grave violazione di uno dei più fondamentali diritti del fedele cristiano, precisamente quello di essere assistito dai suoi Pastori per mezzo dei Sacramenti (CIC 213)» scrisse il cardinale Medina Estévez rivolgendosi ad un vescovo statunitense alla guida di una diocesi nella quale alcuni sacerdoti si rifiutavano di comunicare i fedeli in ginocchio. È importante osservare come questo venga definito "uno dei più fondamentali diritti del fedele".
Nel comunicato in difesa dell'Arcivescovo, i sacerdoti scrivono: «Il Decreto conciliare Christus Dominus, sul múnus episcopale, sostiene che i vescovi, legittimi successori degli Apostoli, debbano spiegare la dottrina cristiana con metodi appropriati alle esigenze dei tempi, sforzandosi di utilizzare i vari mezzi di cui disponiamo oggi (cfr. § 13). Il contenuto del pronunciamento di Dom José Mário esprime in modo chiaro il suo modo di comunicare catechistico e familiare». Peccato che questi abbiano dimenticato che il documento afferma - appunto - che i vescovi devono spiegare la dottrina cristiana. Non è dottrina cristiana affermare che la comunione sulla lingua non si possa fare. Anche i presbiteri di questa arcidiocesi - proprio come il loro vescovo - hanno difficoltà a leggere i documenti del Concilio.
Cosa dice la Chiesa in merito alla ricezione dell'Eucarestia?
«Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente» Ordinamento Generale del Messale Romano.
«Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli» Redemptionis sacramentum.
Senza dimenticare che i santi dicono:
«Il toccare le sacre specie, la loro distribuzione con le proprie mani, è un privilegio degli ordinati, che indica una partecipazione attiva al ministero dell’Eucaristia» affermava san Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Dominicæ Cenæ del 24 febbraio 1980