Città del Vaticano  Papa Leone XIV ha nominato S.E.R. Mons. Santo Marcianò nuovo Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e contestualmente Vescovo di Anagni-Alatri, unendo in persona episcopi la guida delle due diocesi laziali. Succede a Mons. Ambrogio Spreafico, il quale aveva presentato le dimissioni al compimento del settantacinquesimo anno di età il 26 marzo 2025, come previsto dal diritto canonico.

La nomina di Mons. Marcianò segue il recente avvicendamento alla guida dell’Ordinariato Militare per l’Italia, disposto da Papa Francesco. Come noto, la normativa italiana impone il pensionamento degli Ordinari militari al compimento del 65º anno di età, mentre il diritto canonico consente ai vescovi di restare in carica fino ai 75 anni, e anche oltre, su decisione del Papa. Proprio in questo contesto, Papa Francesco – in accordo con il Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Petar Rajič – aveva previsto che, una volta concluso il mandato militare, Mons. Marcianò potesse proseguire il suo servizio episcopale alla guida di una diocesi italiana. La scelta è così ricaduta sulla Chiesa di Frosinone-Veroli-Ferentino e su quella di Anagni-Alatri, affidate ora alla sua cura pastorale.

Una vita al servizio della Chiesa

Nato a Reggio Calabria il 10 aprile 1960, Santo Marcianò ha intrapreso inizialmente studi in ambito civile, conseguendo la laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Messina. Ma è nel Pontificio Seminario Romano Maggiore che il suo cammino vocazionale ha preso forma, con il baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense e successivamente il dottorato in Sacra Liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.

Ordinato sacerdote nel 1988, ha svolto il proprio ministero formativo e pastorale nella diocesi reggina, distinguendosi come rettore del Seminario Maggiore Pio XI, docente di liturgia, direttore del centro vocazioni e collaboratore in numerosi organismi diocesani.

Episcopato e impegno nazionale

Nel 2006, a soli 46 anni, fu nominato Arcivescovo di Rossano-Cariati da Papa Benedetto XVI. Successivamente, nel 2013, Papa Francesco lo chiamò a guidare l’Ordinariato Militare per l’Italia, un incarico complesso e delicato che ha svolto con dedizione. All'Ordinario Militare era stato più volte rimproverato un atteggiamento eccessivamente permissivo, in particolare per quanto riguarda l’accoglienza di sacerdoti desiderosi di entrare nell’Ordinariato e di seminaristi respinti da altre diocesi, che trovavano nella struttura militare una sorta di “seconda opportunità”. Alcuni di questi — volti noti, inclini al protagonismo, appassionati di selfie con personaggi di spicco, desiderosi di apparire negli ambienti vaticani e persino ospiti di programmi televisivi — avevano sollevato più di un sopracciglio.

Una questione che Silere non possum aveva portato alla luce pubblicamente, in occasione della nomina di Mons. Gianfranco Saba come nuovo Arcivescovo Ordinario Militare. Una scelta che aveva suscitato qualche malumore, persino da parte di Mons. Marcianò, il quale — inspiegabilmente— l’ha presa sul piano personale, arrivando perfino a utilizzare la Messa Crismale per lanciare qualche frecciata avvelenata. Un gesto che, compiuto da un liturgista, non può non sorprendere, tanto più che la critica non era affatto rivolta alla sua persona, bensì a chi aveva approfittato della sua benevolenza e della sua apertura pastorale.

Ma si sa: quando Silere non possum ha il coraggio di dire a voce alta ciò che molti bisbigliano nei corridoi, qualcuno va in escandescenze. Eppure, quella precisazione era più che necessaria per comprendere il senso di una nomina che ha avuto il sapore di un classico “promoveatur ut amoveatur” per Gianfranco Saba.

Marcianò ha cessato il suo mandato il 10 aprile 2025, giorno del suo sessantacinquesimo compleanno

Il congedo di un uomo di Sant'Egidio

Con la nomina di Mons. Marcianò, si chiude anche il lungo episcopato di Mons. Ambrogio Spreafico, che ha guidato la diocesi per quasi due decenni. Nato a Garbagnate Monastero (Lecco) il 26 marzo 1950, biblista di formazione è stato docente e rettore della Pontificia Università Urbaniana.

Uomo della Comunità di Sant’Egidio, conoscitore dell’ebraismo e del mondo protestante, ha rappresentato per anni un punto di riferimento nel campo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, anche nell'ambito della Chiesa italiana. 

d.R.T.
Silere non possum