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Città del Vaticano - Questa mattina è stata comunicata una decisione che era stata predisposta già da qualche tempo e che ora, con l’inizio del suo pontificato, Leone XIV si è trovato sulla sua scrivania. È stata infatti resa pubblica la nomina di suor Tiziana Merletti – già Superiora generale delle Suore Francescane dei Poveri – a Segretario del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Profilo di suor Merletti

Nata a Pineto (TE) il 30 settembre 1959, suor Merletti ha professato i voti nel 1986. Laureata in Giurisprudenza (Teramo, 1984) e dottore in Diritto canonico (Laterano, 1992), ha guidato il proprio istituto dal 2004 al 2013. Attualmente insegna Diritto canonico alla Pontificia Università Antonianum e collabora con l’Unione Internazionale delle Superiore Generali.

La questione della potestas gubernandi

Le reazioni alla notizia, in Curia e tra vari religiosi, ripropongono interrogativi già emersi nelle Congregazioni generali antecedenti al Conclave: in che modo interpretare l’esercizio della potestà di governo da parte di chi non è insignito dell’ordine sacro? Il can. 129 §1 del Codice di Diritto Canonico riserva tale potestà «a coloro che sono insigniti dell’ordine sacro». Praedicate Evangelium, pur aprendo gli organismi vaticani ai fedeli laici, non ha ancora dissipato tutte le perplessità dottrinali e pastorali sollevate da diversi cardinali, vescovi, presbiteri e laici che fanno parte della Chiesa Cattolica. 

Un rapido susseguirsi di incarichi

7 ottobre 2023: suor Simona Brambilla è nominata Segretaria del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
6 gennaio 2025:
suor Brambilla diventa Prefetto.
22 maggio 2025:
suor Merletti viene ora scelta come nuova Segretaria. 

Alcuni osservano che, procedendo di questo passo, in futuro potrebbe perfino rendersi necessaria una sorta di «quota azzurra» per garantire una presenza equilibrata di uomini e donne nei ruoli di vertice.

Opportunità e rischi percepiti

Religiosi agostiniani, così come altri membri della Curia Romana, temono che un dicastero governato quasi esclusivamente da religiosi – e, nel caso specifico, da religiose – possa faticare a cogliere adeguatamente le dinamiche proprie degli istituti maschili.
L’esperienza di governance di altre consacrate (si ricordano i casi di suor Brambilla e suor Petrini) viene giudicata da molti in modo critico.

Osservazioni sul percorso di suor Merletti

Proprio chi solleva criticità in merito all'operato di Simona Brambilla in questi anni, ha affermato: «Almeno, è più preparata di lei». 
Ma è proprio questo che sembra non corrispondere al vero. Sono diversi, chierici e laici, che esprimono timori circa un’eccessiva propensione al “giustizialismo” da parte di suor Merletti. Queste considerazioni sono state fatte anche da alcuni cardinali focolarini durante una delle "famose cene" nelle quali i membri di questo movimento, insigniti dell'ordinazione episcopale, si ritrovano fra di loro. 

Il riferimento è anche al suo operato all’interno della commissione d’indagine dell’“Opera di Maria – Movimento dei Focolari”. Taluni ritengono che l’appartenenza al movimento possa aver compromesso l’imparzialità nell’esame di casi di abuso; altri, al contrario, sottolineano una impreparazione evidente di suor Merletti circa la normativa canonica.

In più occasioni, inoltre, suor Merletti ha espresso una visione del potere declinata al femminile, sottolineando il rischio di «schemi consolidati» e auspicando «processi in stile sinodale». Parole che rischiano di contrapporre uomini e donne invece di promuoverne la complementarità. Rimane inoltre ferma – come ricorda la dottrina sacramentale – l’impossibilità di accesso delle donne al ministero ordinato, tema che talvolta Merletti ha intrecciato impropriamente con quello del "potere".

In una intervista a Città Nuova aveva affermato: «Noi donne desideriamo fare la nostra parte, esprimerci in maniera diversa, portare avanti i processi con la nostra sensibilità. Capisco che è faticoso farci spazio, perché vediamo le cose in un modo che rischia di far saltare schemi consolidati».

Criticità di queste scelte

Da più parti giungono richieste di fare:

1. Chiarezza sulla potestà di governo: è opportuno avviare una seria riflessione - convocando anche il Sacro Collegio a Roma - sul canone 129 CJC e su Praedicate Evangelium.  
2. Equilibrio nelle composizioni: sarebbe utile valutare criteri che garantiscano un’adeguata rappresentanza di esperienze maschili e femminili, religiose e diocesane, clericali e laicali, all'interno dei Dicasteri per quanto riguarda gli Officiali, evitando così rischi di squilibrio.

In modo particolare, religiosi e religiose hanno riposto fin da subito grande fiducia nell’elezione di un Pontefice appartenente alla vita consacrata, dotato di una solida preparazione canonica, nella speranza che possa garantire un futuro ai numerosi monasteri, conventi e comunità religiose. Ci si augura l’inizio di una nuova stagione di crescita, fondata sulla formazione piuttosto che sulla logica della punizione, delle sanzioni o dei commissariamenti. La Chiesa non ha bisogno di giustizialismo, ma di una misericordia giusta: capace di perseguire con fermezza gli abusi, ma anche di sostenere e rigenerare le comunità. Una misericordia che sappia distinguere il male reale da accuse infondate, e che faccia del diritto uno strumento di servizio e custodia, non di distruzione.

s.F.S. e F.P.
Silere non possum