Città del Vaticano - Alle ore 17.00 di oggi, nella Basilica di San Pietro, si è svolta la Celebrazione Eucaristica in suffragio del Pontefice Francesco, nel nono e ultimo giorno dei Novendiali, la serie di Messe di suffragio che la Chiesa celebra per i Sommi Pontefici defunti. A presiedere la Concelebrazione è stato l’Em.mo Cardinale Dominique Mamberti, Protodiacono del Collegio Cardinalizio, alla presenza della Cappella Papale e di numerosi fedeli e concelebranti.
Il Cardinale Mamberti, pur essendo stato creato cardinale da Papa Francesco nel concistoro del 14 febbraio 2015, è noto per la sua riservata ma chiara coscienza delle criticità emerse durante questo pontificato. Giurista raffinato e fedele servitore della Santa Sede, ha spesso vissuto con sofferenza e discrezione lo scollamento tra l’agire pastorale e il rispetto delle norme canoniche, che ha caratterizzato vari momenti del governo di Papa Bergoglio. Il modo di esercitare l’autorità, talvolta percepito come avulso dal diritto e portatore di scandali, non ha lasciato indifferente Mamberti, che ha continuato a custodire un’idea di Chiesa in cui carità e giustizia non siano mai disgiunte.
L’omelia: seguire Cristo, nell’amore e nella fragilità
Nella sua omelia, pronunciata durante la Messa, il Cardinale ha commentato il Vangelo della terza domenica di Pasqua, nel quale si narra l’incontro del Risorto con gli Apostoli presso il mare di Tiberiade. Al centro del brano evangelico – ha ricordato Mamberti – vi è la triplice domanda di Gesù a Pietro: “Mi ami tu?”. Un dialogo denso di misericordia e verità, in cui l’amore umano, fragile ma sincero, viene accolto e assunto da Cristo per affidare a Pietro la guida del gregge. Facendo riferimento a una meditazione di Benedetto XVI, Mamberti ha sottolineato come il Signore si abbassi fino al livello dell’Apostolo, accogliendo anche un amore imperfetto, ma vero. Una realtà che dona speranza e chiama ciascuno a seguire Gesù, anche nella consapevolezza della propria debolezza. Il Cardinale ha poi citato San Giovanni Paolo II, ricordando come ogni giorno del suo lungo pontificato sia stato segnato da un dialogo interiore con Cristo simile a quello di Pietro, un dialogo nel quale il Signore, pur conoscendo la fragilità umana, continua ad affidare la sua missione.

“Fedele fino alla fine”
Mamberti ha reso omaggio al defunto Pontefice, ricordando con emozione l’ultima Pasqua vissuta con lui, alla loggia delle benedizioni. “Ero testimone della sua sofferenza – ha detto – ma anche del suo coraggio e della sua determinazione di servire il Popolo di Dio fino alla fine”. Ha evidenziato come Papa Francesco abbia sempre predicato l’obbedienza a Dio piuttosto che agli uomini, portando con sé l’annuncio della misericordia e della gioia del Vangelo attraverso parole, viaggi e gesti. Parole di riconoscenza, quelle del Cardinale, non disgiunte da un sottile invito alla riflessione: il coraggio evangelico e la predicazione appassionata non possono mai essere disgiunti dal rispetto del mistero della Chiesa, della sua struttura e del suo diritto, perché solo nella verità l’amore può divenire autentico servizio.
L’adorazione come centro della vita cristiana
Un’ampia parte dell’omelia è stata dedicata al tema dell’adorazione, tratto dalla seconda lettura dell’Apocalisse e da un’omelia di Papa Francesco sull’Epifania. Il Cardinale ha ricordato come l’adorazione sia il cuore della missione ecclesiale: piegare le ginocchia davanti al Signore è gesto di umiltà e di verità, fondamento di ogni autentica azione pastorale. In questo spirito, ha sottolineato la profondità della vita spirituale del Pontefice defunto, nutrita dalla preghiera ignaziana, dalla contemplazione e da una costante vicinanza alla Madre di Dio, espressa nelle frequenti visite all’icona della Salus Populi Romani.
La celebrazione si è conclusa con l’affidamento di Papa Francesco alla Vergine Maria, accanto alla quale ora riposa. Il Cardinale Mamberti ha invitato i fedeli a custodire nella memoria l’immagine di un Papa che ha dato tutto sé stesso per la missione ricevuta, ma anche a vigilare affinché la Chiesa non perda mai di vista l’unità tra carità, verità e giustizia. Si concludono con questa celebrazione i novendiali in suffragio di Papa Francesco.
p.F.T.
Silere non possum