The statements by Cardinal Gianfranco Ghirlanda and Bishop Marco Busca (Marko Rupnik's friend) give rise to some reflections.
Come abbiamo visto in numerosi articoli, essere omosessuale, all'interno di questo Stato o nelle strutture della Chiesa Cattolica nel mondo, può diventare un motivo di ricatto da parte di confratelli o dalla stessa Autorità. Lo stesso Papa Francesco, ha dimostrato recentemente di essere intriso di questa metodologia marcia. Ritorniamo su questa delicata questione, a causa di un intervento di un Eminentissimo Signor Cardinale.
Lunedì 20 febbraio 2023, nella Sala Marconi di Palazzo Pio ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione degli Atti del Simposio Teologico Internazionale "Per una teologia fondamentale del sacerdozio” che si è tenuta qui, all’interno dello Stato della Città del Vaticano, dal 17 al 19 febbraio 2022.
Quel Simposio aveva ben poco di teologico e molto di ideologico, ma sul tema non ci soffermiamo al momento. È chiaro che alcuni porporati hanno scelto di assecondare le attese del Sommo Pontefice per evitare di essere rispediti nel proprio Paese di origine a subire processi ad hoc come avvenuto per il Cardinale Pell.
Per proteggere sé stessi, quindi, si scende a compromessi. Coloro che erano “difensori dei valori” fino al 2013, sono divenuti i paladini delle nuove teologie, oggi. Questi convegni, infatti, si trasformano in occasioni per parlare di "laicato intraprendente" e per sostenere che nella Chiesa c'è troppo clericalismo. Ancora non è stata fornita una definizione di questo termine, ma c'è chi ama utilizzarla per riempirsi la bocca.
Senza tralasciare il fatto che quei cardinali che oggi si spendono per sostenere che la potestà di governo derivi dalla “missione” e non dal “sacro ordine”, devono ancora spiegarci dove abbiano partorito queste idee. Forse il freddo ha dato alla testa a qualcuno ma si tratta di pura ideologia e dimostra completa ignoranza sul tema. Senza dimenticare che il Concilio Vaticano II, sul tema, fu molto chiaro e ribadì la centralità di coloro che avevano ricevuto il terzo grado dell’ordine. In risposta, è chiaro, a quella idea che faceva pensare che il Papa fosse il fac totum. Oggi, però, chi ha vissuto realmente quel Concilio è tornato alla Casa del Padre e a noi rimane solo chi lo ha ricevuto in eredità da persone che ne hanno traviato lo stesso spirito.
Non vogliamo, però, soffermarci su questo tema. Andiamo oltre. Ieri, durante la Conferenza Stampa è intervenuto anche il Cardinale Gianfranco Ghirlanda. Abbiamo spesso sottolineato la completa ignoranza di quest’uomo in merito al diritto canonico, ora guardiamo cosa ha detto in merito agli abusi sessuali operati da presbiteri.
Sacerdozio / Abuso
Innanzitutto domandiamoci: cosa c’entrano gli abusi sui minori in una conferenza stampa di presentazione di atti che riguardano il sacerdozio? Anche in questo caso, quindi, si continua ad associare: sacerdote = abusatore. Avete mai sentito, in una conferenza stampa che ha ad oggetto la paternità, parlare di abusi? Eppure i padri abusatori sono moltissimi, no? Questo è il continuo sistema al quale qualcuno ama sottoporsi.
Ghirlanda dice: “bisogna insistere su una formazione spirituale, solida, anche dal punto di vista psicologico, per scoprire certe tendenze. Poi, certo, molte cose sfuggono, ma questo è il mistero della persona umana che si manifesta in una maniera impensabile”.
Come noto, nei documenti della Santa Sede la parola tendenza viene associata sempre all’omosessualità. A quali tendenze si riferisce Ghirlanda? Certo, Ghirlanda non è uno psichiatra e quindi ignora il fatto che il disturbo pedofilico, non è una tendenza ma un disturbo. Una patologia, quindi. Differente è l’omosessualità, la quale non è una tendenza, come ancora ci ostiniamo a definirla ma un ORIENTAMENTO SESSUALE.
Sia chiaro, fino a quando questi temi non saranno trattati con competenza, la pedofilia nella Chiesa non sarà mai affrontata seriamente ma diverrà solo il modo per flagellare qualcuno. I veri abusatori resteranno protetti, proprio come qualcuno che in queste ore è su tutti i giornali, e questa accusa verrà utilizzata solo per "squalificare" qualche personaggio scomodo.
Nella mente di Ghirlanda, realtà complessa anche ai professionisti di spessore, vi è, quindi, la convinzione che in seminario bisogna scovare chi ha “tendenze”, presumiamo omosessuali, per poterle debellare? Questo è il grande compito di una realtà che deve formare i futuri presbiteri?
Effettivamente, se guardiamo a diverse realtà (non tutte per fortuna), possiamo constatare come vi siano formatori con evidenti problemi personali che riversano sulla comunità. Probabilmente Ghirlanda lo ha vissuto così il seminario, chissà. Ma il seminario ha questo scopo? Ha lo scopo di reprimere o di far emergere i "frutti" da coltivare? La nostra gente vuole presbiteri repressi o felici? Il popolo santo di Dio, di cui spesso parla il Papa, è davvero interessato dell'orientamento sessuale del proprio parroco?
Oppure si tratta di un tarlo che abita ancora quei preti repressi che hanno l'abitudine di abusare delle persone? Il candidato omosessuale non deve divenire oggetto di persecuzione da parte del formatore di turno ma deve essere trattato come qualunque altro candidato. Di fondo, infatti, l’orientamento sessuale del candidato non deve essere d’interesse per il formatore. Sarà il candidato che potrà parlare di questo aspetto solo e soltanto nel foro interno. Ad un rettore o ad un vescovo non deve importare. Il seminario ha il fine di formare persone dal punto di vista spirituale (forse lo abbiamo dimenticato), culturale e antropologico.
Il candidato deve raggiungere una maturità totale, certamente anche dal punto di vista affettivo-sessuale ma questa maturità deve essere “insegnata”, o meglio “trasmessa” a tutti in egual modo. Non vi deve essere una intrusione nella vita privata del candidato. L’atteggiamento morboso di ricerca è quello che ha caratterizzato Tony Anatrella negli anni in cui lo abbiamo tenuto "a zonzo" per il Vaticano.
Tony Anatrella
Molti presbiteri giovani e candidati giovanissimi, si chiedono: e chi è Tony Anatrella? Anatrella era ciò che è Amedeo Cencini oggi.
Presbitero, psicologo e psicoterapeuta francese, era acclamato da tutti gli ambienti della Santa Sede e di tutta la Chiesa Cattolica, in Italia e non solo. Invitato numerose volte nei seminari, proprio come Amedeo Cencini oggi, si è recato numerose volte anche all’interno del Seminario Romano Maggiore ai tempi del pontificato di Giovanni Paolo II. Il suo compito? Scovare gli omosessuali.
L'esperienza dimostra -scriverà nel 2005 l'abusatore Tony Anatrella - che l'omosessualità è spesso sviata verso scopi narcisistici laddove l'attività pastorale consiste solo nel circondarsi di un gruppo limitato di persone, in un contesto di seduzione e in presenza di notevoli difficoltà a collocarsi istituzionalmente nella cooperazione con gli altri". Probabilmente la sua esperienza è stata molta, visto che amava molestare i suoi pazienti uomini.
Le sue idee e quelle dei suoi sodali, come Amedeo Cencini, hanno guidato documenti come quello della Congregazione per l’Educazione Cattolica del 2005 nel quale si dice chiaramente che i candidati omosessuali non possono essere ordinati. Il Dicastero, poi, fece una distinzione del tutto ascientifica che richiamava ciò che lo stesso Cencini ha ereditato da qualche suo ispiratore psicomane.
"La Chiesa - scriveva la Congregazione - pur rispettando profondamente le persone omosessuali, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay"
In poche parole: omosessuali? Sì, ma ognuno a casa sua.
Omosessualità radicata o non radicata?
Ma cosa significa questa distinzione che viene fatta? Il documento dice: "Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell'Ordinazione diaconale".
Si tratta di una distinzione che all'interno delle nostre strutture è divenuta una barzelletta (per fortuna). In nessun libro scientifico troviamo una tesi che avvalori questa idea malsana. Proviamo, però, ad entrare nella mente contorta di queste persone disturbate.
"Se in famiglia tuo padre era assente, tu sei ricchione. Se tua mamma ti picchiava, sei attratto dagli uomini. Se nella tua infanzia sei stato abusato da un uomo, in realtà alla fine ti è piaciuto e quindi sei frocio". Chiaro? Quindi, se entri in seminario e pensi che ti piacciano gli uomini, magari quell'omosessualità è transitoria, ovvero guaribile. Ti mandiamo da un bravo psicologo come Anatrella o Cencini e vedrai che passa tutto.
Certo, questi due soggetti erano un po' delusi nel duemilacinque. Sopratutto Amedeo Cencini, più volte si è detto deluso perché avrebbe desiderato che all'interno del documento finisse la sua terminologia: “Omosessualità strutturale” e “Omosessualità non strutturale”. Ma, addirittura la Congregazione, al tempo guidata da Grocholewsk (Oh, un polacco, che coincidenza!), lo ritenne troppo forte. E se lo evidenziarono addirittura loro, figuriamoci. Molti psichiatri e psicologi, che ci hanno contattato in questi mesi a seguito dellavergognosa copertura fatta dall’Ordine degli Psicologi del Veneto a favore di Amedeo Cencini, hanno dimostrato che questa stupidaggine non ha alcun fondamento scientifico.
Difatti, come ci ha fatto notare un professore di una importante università europea, Amedeo Cencini nei suoi libri non cita alcuno studio scientifico ma, addirittura, cita sé stesso. È chiara l'antifona? La Congregazione per l'Educazione Cattolica ha prodotto un documento sulla base di pregiudizi e supporto "scientifico" di alcuni consultori che avevano tutto, tranne che competenza sul tema. Ah, no, Anatrella in realtà dell'omosessualità sapeva qualcosa visto che abusava dei suoi pazienti uomini.
Riteniamo che un professionista della psiche che cita sé stesso perché nessun altro afferma stupidaggini del genere, merita un premio. Questa è la porta verso l’abuso, credere di essere gli unici ad avere la verità.
Cencini oggi cita sé stesso e Tony Anatrella faceva la medesima cosa. Quando scrisse sull’Osservatore Romano un articolo in cui presentava il documento “Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri” del 2005, la prima cosa che fece fu citare i suoi libri.
L’articolo lo condividiamo integralmente (Qui il pdf dell'Osservatore Romano. Qui in versione più facile per la lettura). Lo divulghiamo nuovamente per far comprendere le idiozie che nel 2005 venivano scritte e nessuno si è neppure immaginato di dire una sola parola. Ricordiamo che, anche in Francia, nessun “Ordine degli Psicologi o simili” ai quali Anatrella era iscritto, pensò di radiarlo. Dei geni anche loro.
Inutile ricordare, che Tony Anatrella è stato condannato dal Tribunale Ecclesiastico di Parigi e gli sono state imposte delle pesanti restrizioni per aver molestato UOMINI durante le sue attività psicoterapeutiche. Chiaro? Chiamasi omosessualità repressa. Ed è quella che guida la maggior parte di coloro che sputano veleno sul tema. Certo, non tutti sono omosessuali repressi, alcuni sono proprio idioti. Difficile capire cosa sia meglio.
Coloro che sostengono queste teorie, quindi, se scaviamo un pochetto, li ritroviamo in situazioni ben poco edificanti. Ciò che ci chiediamo, alla fine, è: non sarebbe meglio stare zitti?
I risultati, peraltro, li abbiamo sotto gli occhi. Alla Chiesa, questa gente, non ha portato nulla di buono. Padre Amedeo Cencini è responsabile della formazione dei canossiani. Quanti sono i canossiani in formazione? Quanti sono i canossiani nel mondo? Bene, abbiamo risposto.
Siamo noi a perdere credibilità
A sostenere alcune teorie folli, come quelle di Amedeo Cencini, la Chiesa Cattolica perde di credibilità. Alla base del pensiero di queste persone, laureate in ben discutibili facoltà, vi è la malata idea che l’omosessuale non abbia capacità di relazionarsi correttamente con l’altro. "L’omosessuale non è capace di donarsi e non è realmente capace di relazioni di alterata", sostengono. Perchè? “Perché cercano persone uguali a loro, ovvero non qualcuno che è altro da loro”. Conclusione? “Sono dei narcisisti e immaturi”.
La tesi, senza alcun studio a fondamento, viene chiaramente smontata da una riflessione semplice. Oltre agli studi scientifici, quindi, basta osservare la realtà. Effettivamente, la prima cosa che ci domandiamo è: queste persone hanno esperienza di realtà? Sinceramente ci angoscia questa domanda, perché li sentiamo spesso a parlare a convegni dove fanno la lezione ad interi presbiteri. Ma loro hanno fatto esperienza di parrocchia? Di vita? Si confrontano con le persone che non sono il ristretto gruppo di psicopatici che li circondano?
Dove è scritto che la relazione eterosessuale non è narcisistica? Sono numerosi gli esempi in cui uno dei due partners guarda all’altro come uno strumento nelle proprie mani. Ne abbiamo numerose esperienze sopratutto sui social network: ti cerco, voglio sfogare il mio desiderio sessuale e poi ti blocco. Ti uso e ti butto via.
Siamo pieni di esperienze del genere: etero e omosessuali allo stesso modo. Esperienze usa e getta. Il problema è antropologico, non dell'orientamento sessuale. Partire facendo delle distinzioni in modo preconcetto è assolutamente sbagliato ed evidenzia una completa ignoranza della complessità della psiche umana. La qualità delle relazioni oggettuali della persona deve essere valutata caso per caso.
Se una relazione omosessuale è narcisista, significa che coloro che compongono la coppia sono personalità (almeno una delle due) di tipo narcisistico. Ciò non dipende dall’orientamento sessuale. Omosessuali ed eterosessuali possono essere tali allo stesso modo.
Dove vogliamo andare?
Nonostante l’Ordine degli Psicologi del Veneto ha scelto di coprire Amedeo Cencini, la Chiesa deve avviare un profondo cammino di riflessione e scegliere se vuole continuare ad abusare delle coscienze dei propri presbiteri oppure finirla qui.
L’operato di soggetti come Tony Anatrella e Amedeo Cencini, infatti, è un vero abuso psicologico e di coscienza ai danni dei candidati al presbiterato e dei sacerdoti già ordinati. La Chiesa ha il compito di formare persone mature, non castrate. Ricordiamo ciò che diceva Tommaso: "Gratia supponit naturam et perficit eam". Il presbitero, quindi, deve prima di tutto vivere la propria umanità. Il compito delle realtà formative, seminari come le case religiose, deve essere quello di formare uomini solidi, che abbiano piena conoscenza di sé e non abbiano paura della struttura alla quale si sono donati. A questo proposito il supporto psicologico è assolutamente utile ma deve essere offerto a tutti i seminaristi, non solo quelli presunti omosessuali, e, altresì, deve essere lasciata libertà al candidato di scegliere qualunque professionista iscritto all'albo dello Stato in cui si trova. Questo psicoterapeuta, poi, non deve aver alcun tipo di contatto con il seminario o con l'ordinario. I risultati di una buona psicoterapia si percepiscono, non c'è bisogno della "manleva" che solleva il formatore da qualunque responsabilità. Se il candidato viene lasciato libero, non coverà dentro di sé l'odio verso questo strumento utile e lo sfrutterà al massimo. Qualunque cosa imposta, invece, viene vista come una intrusione e questo non porta a nulla di buono: né per la Chiesa, né per il futuro presbitero.
Diversamente, è necessario inviare da psichiatri, non da psicologi, coloro che presentano un problema o un disturbo di tipo pedofilico. Riuscire ad identificare un possibile pedofilo è assai ardua come impresa. Piuttosto, riteniamo che la questione sia ben più complessa. Se formassimo dei presbiteri che non sono sottoposti all'ansia delle relazioni, riusciremmo anche ad educare ad una affettività e ad una sessualità matura che andrebbe, di conseguenza, ad evitare di "buttare sul campo" persone che, non sapendo come rapportarsi con persone adulte e consenzienti, virano su minori e vulnerabili.
Infine, è doveroso soffermarsi sulle affermazioni fatte da S.E.R. Mons. Marco Busca, vescovo di Mantova. Il presule è intervenuto dicendo che bisogna “valorizzare
la possibilità che i seminari abbiano delle figure di riferimento che
non siano solo sacerdoti ma anche laici, coppie, figure femminili che
possano permettere una relazionalità plurale”. Ciò che ci chiediamo, sinceramente, è dove viva Busca. Non dimentichiamo che Marco Busca è uno stretto amico di Marko Ivan Rupnik e collabora con il Centro Aletti.
Molti presbiteri mantovani sono stati inviati al Centro Aletti a
seguire corsi inutili che non hanno dato loro neppure un pezzo di carta
da poter “spendere”. Ora, è evidente che Busca ha fatto
esperienze ben discutibili se ha frequentato Rupnik, ma che ci venga a
spiegare che dobbiamo mettere laici, figure femminili e coppie nei
seminari, anche no. Busca ci spieghi cosa pensa della scomunica rimossa a padre Marko Rupnik e ci spieghi quali “figure femminili” venivano promosse nel Centro Aletti.
Nei seminari c’è bisogno di presbiteri santi che siano, prima di tutto, d’esempio
per i candidati al sacerdozio e li aiutino a coltivare una vita di
preghiera e di studio, favorendo sane relazioni all’interno del
seminario. Le coppie di laici avranno sicuramente molto da fare all’interno delle parrocchie, non certo in seminario.
Felipe Perfetti
Direttore Silere non possum