È arrivato nella casa delle suore Pie Discepole del Divin Maestro verso le 16. Papa Francesco ha incontrato lì, mercoledì 29 maggio 2024, settantadue sacerdoti della diocesi di Roma che sono stati ordinati negli ultimi dieci anni. I presbiteri convocati erano più di 150 ma è noto che il clero romano non è ben disposto verso il Papa che continua a creare confusione, nella sua diocesi come nella Chiesa universale. All'incontro erano presenti anche i vescovi Baldo Reina, vicegerente e Michele Di Tolve, delegato per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa.
L'incontro con i preti giovani è stato preceduto da un saluto che il Pontefice ha voluto rivolgere alle suore che gli hanno regalato una casula cucita da loro ed un libro sulla fondatrice. Nella Chiesa di Gesù Divin Maestro il Pontefice ha poi risposto, come di consueto, alle domande dei presbiteri ed ha ricordato loro, come ha fatto nell'udienza generale, la figura di San Paolo VI di cui ieri si è celebrata la memoria liturgica.
Il chiacchiericcio è una cosa da donne
Mentre con i vescovi italiani il Papa si è lasciato andare a considerazioni poco eleganti sui sacerdoti e i seminaristi, con i preti giovani della Diocesi di Roma ha scelto di lanciare frecciatine sempre condite da quel sessismo che lo contraddistingue. Del resto è noto che solo le giornaliste come Franca Giansoldati possono acclamare a questo Papa come un innovatore, uomo aperto e promotore dei diritti. Mentre davanti alla stampa il Pontefice dice che le donne dovrebbero essere coinvolte di più nella Curia, con i preti afferma che "il chiacchiericcio è una cosa da donne". Il filo rosso è il medesimo della "frociaggine", chi non parla apertamente è una donnicciola, manca di virilità. Il Papa, infatti, dice "noi abbiamo i pantaloni, dobbiamo dire le cose".
Francesco applica alla lettera, durante questi incontri, la regola gesuita: risponde a ciò che gli conviene. Spesso, infatti, i sacerdoti pongono delle domande alle quali lui non risponde per "dimenticanza". Visto che il giornale di partito offre notizie false, facciamo un po' di verità su ciò che è successo nell'incontro. Solo il pupillo di Andrea Tornielli, Salvatore Cernuzio, ha visto 90 preti nella Chiesa del Divin Maestro. Ma è noto che questi cortigiani sono pagati per gonfiare i numeri in diverse occasioni. Per quanto riguarda le tematiche chiaramente Vatican News non parla delle questioni affrontate perchè emergerebbero risvolti imbarazzanti.
Fra le diverse domande c'è stato un sacerdote che ha detto al Papa: "Da giovane prete tante volte mi fanno mancare un punto di riferimento stabile, solido". Francesco, come è solito fare, ha risposto tutt'altro ed ha offerto ai presenti una bacchettata che serbava da tempo. Ricordiamo che in questo incontro erano presenti anche gli ultimi ordinati. Si tratta quindi dei più giovani. Questa è una vera e propria "categoria" che Francesco non sopporta e si lascia andare a considerazioni ben meno benevole di quelle riservate ai più anziani nello scorso incontro del 14 maggio.
Cerchiamo di entrare nella testa del Papa, cosa assai ardua anche per la psicologa che lo ebbe in cura da giovane. Se tu ti rechi a Santa Marta con un bel po' di notiziuole per lui non stai facendo "chiacchiericcio". Se in canonica, la domenica a pranzo, ti confronti con i tuoi confratelli sui disastri che lui fa, allora quello è chiacchiericcio. Il Pontefice ha detto: "Io so che ci sono parrocchie dove tante volte si fa il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio non aiuta. Il chiacchiericcio è una cosa da donne" e ancora "Nelle parrocchie si sente dire: ma questo Papa cosa ha in mente? ma questo Papa? ma questo Papa?". A chi ha chiesto, timidamente, spiegazioni sul Vicariato e quanto sta accadendo, il Papa ha detto: «La diocesi di Roma io eseguo tante cose che il vicario mi aveva detto di fare. Quelli che ci sono nella diocesi sono problemi di corruzione, parlo chiaro. Problemi di corruzione. Io cerco con i vescovi ausiliari di mettere soluzioni a questo, risolvere. Settimana scorsa ho ricevuto una informazione: questo è problematico, questo è problematico. Si deve parlare su questo». In quarta file, alla sinistra del Pontefice, c'era l'uomo dei disastri: don Renato Tarantelli. Solo, come di consueto. Anche in questo caso, però, come dare torto al Papa? Ha ragione, ha seguito ciò che il Vicario gli ha consigliato a suo tempo. Ma chi è lo scriteriato che metterebbe un tizio, con evidenti problemi di ego, appena ordinato alla guida di un ufficio di Curia? Eppure, mentre su altro Francesco ha fatto passi indietro, qui non si rende conto che tutto ciò che è accaduto all'Ospizio e al Bramante è frutto dell'inerzia o del coinvolgimento di Renato Tarantelli. Oggi, non siamo noi a dirlo ma è il Papa, scopriamo che si tratta di corruzione. Buono a sapersi.
Le solite bugie
Francesco si comporta con i preti di Roma come con molte altre persone. Il suo mantra è: "Dire le critiche in faccia". Il sistema è il medesimo che viene utilizzato in seminario per chi è omosessuale. "Bisogna essere trasparenti, affidarsi al formatore, dire tutto senza paura", è il mantra. Nel momento in cui un ingenuo candidato afferma di essere omosessuale, viene cacciato e guai a farsi rivedere nei paraggi. Il Papa utilizza lo stesso metodo: "Sii sincero, devi avere i pantaloni, dimmi tutto", quando parli lui ti prepara un bel biglietto per le nazioni più sperdute del globo. È accaduto così per Mons. Gianpaolo Montini, Gerhard Ludwig Müller, Robert Sarah, Georg Gänswein e la lunga lista è infinita.
Francesco, inoltre, continua a dire che ci sono preti romani che si recano a Santa Marta. Ha ribadito: «Quando non si parla chiaro succede quello che succede in una parrocchia che non ricordo bene. Ma questo Papa, ma questo Papa. La lamentela. Se tu hai qualcosa che vedi che il vescovo non fa, vai dillo. Ma non la lamentela. Ci sono alcuni di voi che hanno i pantaloni e a me piace tanto questo. "Papa perchè hai fatto questo", mi dicono». Eppure, sembra che questi preti non esistano. Chi sono? Sarebbe interessante capire chi sono quelli che bussano a Santa Marta sparlando dei confratelli per farsi belli davanti al Papa. Per quanto il Papa sia noto che il Papa soffre di un narcisismo patologico, sarebbe utile riflettere su questo tema. Quando un prete parla male dei propri confratelli con il proprio vescovo, solitamente è il medesimo che parla male del proprio vescovo con i confratelli. Sono lezioni di vita che Bergoglio forse si è perso.
Di tutto ciò che Francesco poteva fare con il clero giovane ha scelto di fare la cosa peggiore, attaccare. Ciò che di positivo c'è, ma del resto non poteva essere altrimenti visto che Silere non possum sta pubblicando documenti autentici da mesi, è che Francesco davanti ai preti giovani ha ammesso che nella diocesi di Roma "ci sono problemi economici. Ho dovuto commissariare una organizzazione della diocesi perchè c'erano cose strane" ha detto. Il Papa ha anche ricordato che è "la nostra diocesi e dobbiamo prenderci cura della nostra diocesi. Non è solo mia, è nostra. Se c'è qualcosa che non va dillo al vescovo". Considerato che in questi anni ogni volta che è stata riferita, ed oggi addirittura dimostrata, l'incompetenza di Renato Tarantelli e company ma queste persone continuano a restare lì, l'unico modo che sembra essere efficace è pubblicare la Verità su Silere non possum. Se poi Francesco crede che la lotta alla corruzione arrivi chiamando il siciliano Baldo Reina, stiamo proprio freschi.
d.R.M.
Silere non possum