Città del Vaticano – «La Vergine Maria, Madre della Chiesa, ci insegna ad essere il santo popolo di Dio». Con queste parole, pronunciate questa mattina nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha accolto i partecipanti al Congresso della Pontificia Accademia Mariana Internationalis (PAMI), giunto alla sua 26ª edizione.

Il Pontefice ha voluto sottolineare come la riflessione mariologica non sia un esercizio del passato, ma una profezia di futuro, capace di «scuotere le menti e i cuori dall’abitudine e dal rimpianto di una società cristiana che non esiste più».

Maria come donna “giubilare” e “sinodale”

Al centro del suo discorso, Leone XIV ha presentato la Madre di Dio come donna “giubilare” e “sinodale”. La prima immagine richiama la capacità di Maria di «ricominciare a partire dall’ascolto della Parola», atteggiamento che il Papa ha spiegato citando sant’Agostino: «Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole, ma a volere piuttosto ciò che da te ode» (Confessioni, X, 26).

Come donna sinodale, invece, Maria è coinvolta «nell’azione dello Spirito Santo, che chiama a camminare insieme, come fratelli e sorelle, coloro che prima ritenevano di avere ragioni per rimanere separati nella loro reciproca diffidenza e persino inimicizia».

Una Chiesa dal cuore mariano

Il Papa ha tracciato il volto di una Chiesa mariana, capace di integrare dimensioni spesso contrapposte: «ragione e affetto, corpo e anima, universale e locale, persona e comunità, umanità e cosmo». È una Chiesa che non teme le domande difficili – «come avverrà questo?» (Lc 1,34) – ma che accetta di percorrere «le vie esigenti della fede e dell’amore» – «eccomi, sono la serva del Signore» (Lc 1,38). Una pietas mariana autentica, ha detto Leone XIV, libera «dal fatalismo, dalla superficialità e dal fondamentalismo», prendendo sul serio la vita degli ultimi e degli scartati.

Il ruolo della mariologia

Il Pontefice ha poi rimarcato la necessità di una mariologia viva e presente: «La Chiesa ha bisogno che venga pensata e proposta nei centri accademici, nei santuari e nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti». Non solo negli ambienti ecclesiali, ma anche «nei luoghi dove si forgiano le culture contemporanee, valorizzando le suggestioni offerte dall’arte, dalla musica, dalla letteratura».

In questa prospettiva, ha elogiato l’impegno della PAMI nel proporre Maria come via di incontro e di dialogo tra le culture, ricordando come la Madre di Gesù sia «cooperatrice perfetta dello Spirito Santo, che non cessa di aprire porte, creare ponti, abbattere muri».

Una profezia di pace

Il Papa ha infine incoraggiato i mariologi a continuare il loro servizio come «casa e scuola aperta a tutti coloro che desiderano porre al servizio della Chiesa i loro studi mariani». Ha ringraziato anche gli artisti che hanno partecipato al premio internazionale “Maria, via di pace tra le culture”, ribadendo che la contemplazione di Maria preserva «dalle mistificazioni della propaganda, dell’ideologia e dell’informazione malata», aprendo invece «alla gratuità divina, che sola rende possibile il camminare insieme nella pace».

p.F.U.
Silere non possum