L'Arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato si è recato in Honduras per la riapertura della Rappresentanza Pontificia che è stata sottoposta recentemente ad un processo di restauro, modernizzazione e ampliamento. 

La storia

Nel 1908 fu istituita l'internunziatura apostolica dell'America Centrale. Essa comprendeva le chiese cattoliche dei seguenti stati del Centro-America: Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e El Salvador.

Il 30 settembre 1933 è nata la nunziatura apostolica di Honduras e El Salvador, che nel 1938 è stata rinominata in nunziatura apostolica di Honduras.

La visita

Il Sostituto è stato ricevuto dal ministro per gli Affari Esteri dell'Honduras, Eduardo Enrique Reina, con il quale si sono intrattenuti in un colloquio, venerdì 12 luglio 2024, nel quale hanno parlato di questioni di migrazione, cooperazione e relazioni tra i due Stati.

All'incontro hanno preso parte anche S.E.R. Mons. Gábor Pintar, Nunzio Apostolico; Davide Romano, capo dell'Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato e dal segretario della Nunziatura Apostolica in Honduras, monsignor Giacomo Antonicelli. 

Il discorso

S.E.R. Mons. Edgar Peña Parra ha rivolto ai presenti un discorso:

«Buongiorno, vorrei innanzitutto trasmettere a tutti i presenti il saluto cordiale e la vicinanza spirituale di Papa Francesco.
È opportuno farlo, poiché questa Nunziatura Apostolica è un chiaro segno della sollecitudine e della preoccupazione del Santo Padre per la Chiesa, il popolo e tutte le Autorità di questo nobile Paese. Sono lieto di essere qui con tutti voi per la riapertura di questa Rappresentanza Pontificia, ricordando una lunga storia di relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica dell'Honduras. Guardando la vostra bandiera, potremmo dire che queste relazioni nascono dal cuore di Dio e dal suo amore per il suo popolo. Molti dicono che il suo blu, comune ad altre bandiere americane, sia ispirato all'azzurro della Vergine Immacolata, ma questa ha un tono più profondo, perché essendo lo stesso Cielo che si vede nelle sue acque, la profondità del cuore del suo popolo lo riflette con maggiore intensità che in altre regioni. Sembra che lo stesso Cristoforo Colombo ne abbia dato prova quando si è avvicinato alle sue coste. Una nota negli archivi della Segreteria di Stato conferma che le relazioni diplomatiche con l'Honduras sono iniziate già nel 1861. Tuttavia, queste relazioni furono presto interrotte e riprese all'inizio del secolo scorso, con un rappresentante pontificio in diversi Paesi dell'America centrale, residente in Guatemala.
Fu nel 1933 che l'Honduras ospitò la prima Nunziatura eretta nella sua capitale. Da allora, non è mai mancato un rappresentante pontificio in questa terra benedetta.
I Rappresentanti Pontifici, al di là del lavoro diplomatico che hanno svolto, sono stati anche prelati, persone che hanno amato profondamente questa terra. Federico Lunardi, che sarebbe diventato uno dei più illustri storici dell'Honduras, e tanti altri illustri prelati che hanno amato e servito qui in Honduras. Io stesso ho ricoperto il ruolo di consigliere in questa Nunziatura Apostolica dal 2002 al 2006, con le Loro Eccellenze i Nunzi Apostolici Monsignor George Panikulam e Monsignor Antonio Arcari. Sono stati anni belli e intensi, in cui ho svolto un gratificante lavoro diplomatico e sacerdotale, grazie all'accoglienza che la Chiesa honduregna mi ha riservato.
La riapertura di questa Nunziatura Apostolica dimostra le solide relazioni bilaterali che esistono da anni tra la Repubblica dell'Honduras e la Santa Sede. Queste si basano sull'interesse prioritario della Chiesa di essere - come ha affermato Papa Francesco - "osservatrice attenta e sensibile dei problemi che affliggono l'umanità, con il desiderio sincero e umile di mettersi al servizio del bene di ogni essere umano", e del suo sviluppo in modo integrale e globale (cfr. Discorso di Papa Francesco al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 7 gennaio 2019).
Per la Chiesa ogni uomo, ogni donna, è un figlio amato di Dio e la stessa creazione è vista come un dono che il Signore ha lasciato come responsabilità a tutta l'umanità.

Chiamiamo affettuosamente questa sede, la casa del Papa in Honduras, perché il lavoro del Nunzio Apostolico è anche quello di curare le relazioni della Chiesa locale con il Santo Padre e la Santa Sede. In questo modo, il Nunzio Apostolico incarna la sollecitudine del successore di Pietro e della Chiesa universale per questa frazione del Popolo di Dio che è in pellegrinaggio in Honduras, come segno della comunione di tutti i suoi membri con il Corpo Mistico di Cristo.

In conclusione, desidero esprimere la mia gratitudine al Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Gábor Pintér, a Mons. Giacomo Antonicelli, Segretario, alle Suore di Marta e Maria e ai collaboratori, in particolare a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di quest'opera con tanto impegno e dedizione. Un ringraziamento speciale va anche a S.E. Mons. Novatus Rugambwa, che a suo tempo ha avviato la ristrutturazione della casa delle suore.

A tutti voi un sentito ringraziamento per il tempo e l'impegno che avete dedicato a realizzare il desiderio di ristrutturare la casa del Santo Padre. Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e vi prego di ricevere ancora una volta la vicinanza spirituale di Papa Francesco mentre inaugura la sua casa in Honduras.

Grazie di cuore».