Il rifiuto di depositare gli atti
Il 27 luglio 2021 il presidente del Tribunale Vaticano aveva ordinato il deposito di tutti gli atti da parte dell'Ufficio del promotore di giustizia. Difatti durante l'udienza di quel giorno vennero sollevate dalle difese tutte le eccezioni in merito alle violazioni del codice di rito fatte dal promotore di giustizia. Nonostante quell'ordinanza però il 9 agosto 2021 i promotori scrivono al Tribunale sollevando l'inopportunità di questo deposito.
Con una goffaggine assurda scrivono: "Una difesa (Gianluigi TORZI) ha rilevato che nel doc. n. 251 dell'indice non è contenuta, tra gli allegati, la dichiarazione di FELACE. Essa è allegata al n. 12 della presente produzione documentale." Come a dire, bravi loro, eccola qui. Probabilmente, torniamo a ribadire, la procedura penale non è molto chiara perché gli atti vanno depositati PRIMA e non a istanza delle parti.
Continuano scrivendo: "Tutto il materiale estrapolato e/o estrapolabile dai dispositivi elettronici potrà essere reperito dalle difese all'interno degli hard disk degli apparati sequestrati; in ogni caso, nel corso dell'istruzione dibattimentale gli operanti potranno provvedere alla stampa e/o alla individuazione di qualunque contenuto informatico presente nei dispositivi sequestrati." Addirittura sostengono che vi sia impossibilità al deposito perchè "quanti hanno presenziato agli atti istruttori non hanno dato consenso alla riproduzione ed alla divulgazione in qualsiasi forma dei file contenenti le registrazioni e virgola anzi, hanno accettato la registrazione sul presupposto e nella consapevolezza che la stessa fosse funzionale solo ad una piu fedele verbalizzazione degli atti".
Quindi, in ogni caso, se i legali avessero bisogno gliele facciamo avere durante il dibattimento, che si preparino oppure no, è ininfluente. Visto e considerato che chi ha detto quello che ha detto, non vuole che gli altri lo sentano, allora mandiamo queste persone a processo senza garanzia alcuna. Eppure nell'89 alla Sapienza i diritti umani fondamentali si insegnavano eccome.
Durante quell'udienza però, come riferisce senza nascondere lo sconcerto, lo stesso Pignatone "il Promotore di giustizia aveva chiaramente affermato che la videoregistrazione era stata effettuata con la piena consapevolezza e il consenso di tutti partecipanti e che non c'era alcun problema che ne impedisse il deposito."