Martedì 3 dicembre 2024 si è svolto, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il rito della “recognitio”. Si tratta della cerimonia in cui si verifica che la Porta Santa chiusa nell’ultimo Giubileo sia sigillata e pronta a essere riaperta per il nuovo Anno Santo. A presiedere il rito, il vescovo Guerino Di Tora, vicario capitolare della basilica lateranense. Insieme a lui, l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile dell’organizzazione del Giubileo, l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, e il già vescovo ausiliare della diocesi di Roma Mons. Luca Brandolini. Tra gli altri, presenti anche i canonici del Capitolo lateranense. “Alcune maestranze”, come si legge nel rogito che è stato firmato alla fine, hanno forato il muro che sigillava la Porta Santa, aprendo un passaggio dalla parte interna della basilica, e hanno estratto la capsa, la cassetta metallica che vi era stata murata il giorno di chiusura dell’ultimo Giubileo, quello straordinario del 2016. Nella “capsa” erano state riposte: una medaglia d’oro e quattro d’argento, corrispondenti rispettivamente al quarto anno e ai primi quattro anni di pontificato di papa Francesco (2013-2016), sedici medaglie di bronzo, in ricordo dei sedici anni trascorsi dall’ultimo Anno Santo (2001-2016), con l’aggiunta di altre due medaglie a ricordo delle Sedi Vacanti. Poi un cofanetto contenente la chiave della Porta Santa e un contenitore di piombo con la pergamena del rogito, che è stata letta dal cerimoniere pontificio, monsignor Ján Dubina, e firmata dai testimoni presenti.