Diocesi di Novara

Giovedì Santo, 17 aprile 2025, nel cuore del Duomo di Novara, è stata celebrata la solenne Messa Crismale presieduta dal vescovo, Mons. Franco Giulio Brambilla. Una liturgia intensa e densa di significato, che ha visto la partecipazione dei presbiteri diocesani, di alcuni fedeli laici e, in modo particolarmente significativo, monsignor Filippo Ciampanelli, figlio della Chiesa novarese, ordinato vescovo lo scorso 19 febbraio e al servizio della Santa Sede come Sotto-Segretario del Dicastero per le Chiese Orientali.

Proprio a lui, a “don Filippo”, è stata rivolta l’omelia pronunciata da monsignor Brambilla, che ha deciso di trasformare la celebrazione in un vero e proprio gesto di accoglienza e restituzione affettuosa alla Chiesa Madre. “Figli si rimane sempre – ha detto il vescovo – e questa di Novara è la sua Chiesa Madre”.

Un’omelia dal cuore, tra vangelo e vita concreta

L’omelia, profondamente personale e spiritualmente densa, si è sviluppata a partire da una riflessione sul Vangelo di Luca, articolata in tre immagini – il discepolo e il maestro, la trave e la pagliuzza, il rovo e l’uva – come altrettante note di una “regola d’oro pastorale”: “oportet magis prodesse, quam praeesse”, “è meglio giovare che comandare”, secondo la tradizione agostiniana e gregoriana.

Rivolgendosi a monsignor Ciampanelli, ma idealmente a tutti i presbiteri presenti, Brambilla ha esortato a vivere il ministero come una sinfonia di collaborazioni, capace di gettare le reti insieme e non da soli, evitando l’individualismo clericale. Un appello alla corresponsabilità e alla comunione: “Sta diventando difficile trovare un prete che sappia gettare la rete insieme. […] Ma il ministero non è un’azione solitaria”.

Tra realismo e saggezza

Un altro passaggio chiave dell’omelia ha riguardato il discernimento e la misericordia, fondamentali nel governo pastorale. “Non circondarti di yesmen o chierichetti”, ha detto Brambilla a Ciampanelli, “ma scegli persone mature e sagge”. Un monito contro la solitudine decisionale e un invito a cercare “compagni di viaggio capaci di edificare”.

Infine, il vescovo di Novara ha indicato la prova del tempo come criterio per valutare i frutti del ministero. Non basta l’entusiasmo iniziale: “La durata è il vero vaglio per la bontà dei frutti e la salute dell’albero”. Un elogio al cammino silenzioso e fedele, quello delle famiglie. 

Una Messa che è stata un abbraccio

La presenza di Mons. Ciampanelli alla Messa Crismale ha rappresentato molto più di un ritorno simbolico: è stata una conferma di appartenenza e una rinnovata alleanza tra un figlio e la sua Chiesa d’origine

“Ogni tanto ritorna in questa Chiesa che ti ha generato
– ha concluso Brambilla – a raccontarci non i pettegolezzi vaticani, ma la grandezza di essere preti e vescovi per il Signore!”

Una celebrazione intensa e affettuosa, in cui la fraternità sacerdotale si è fatta preghiera condivisa e testimonianza di una Chiesa che continua a generare, ad accogliere e a inviare i suoi figli nel mondo, sempre ancorati alla Parola e all’amore per il popolo di Dio.

d.A.L.
Silere non possum