Città del Vaticano – Questa mattina papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa nella parrocchia pontificia di Sant’Anna in Vaticano, affidata fin dal 1929 agli agostiniani. Era il 30 maggio di quell’anno quando papa Pio XI, con la Costituzione Apostolica Ex Lateranensi pacto, istituiva la comunità parrocchiale, affidandone la cura all’Ordine di sant’Agostino. Pochi mesi dopo, il 18 agosto, l’officiatura ebbe inizio e da allora gli agostiniani ne custodiscono la vita liturgica e pastorale, in un servizio che prosegue fino ad oggi.

Il saluto agli agostiniani e a padre Gioele Schiavella

Nella sua omelia, Leone XIV ha salutato con particolare gratitudine il parroco p. Mario Millardi, il nuovo Priore Generale dell’Ordine, p. Joseph Farrell, e soprattutto p. Gioele Schiavella, che ha compiuto 103 anni ed è stato parroco di Sant’Anna dal 1991 al 2006.

Il Pontefice ha ricordato il ruolo unico di questa parrocchia, situata “sul confine”: davanti alla sua chiesa passano lavoratori, pellegrini e ospiti che entrano o escono dal Vaticano. “Qui ci siano porte e cuori aperti alla preghiera, all’ascolto e alla carità”, ha auspicato il Papa.

L’omelia: Dio o la ricchezza

Commentando il Vangelo di Luca (16,13), Leone XIV ha posto al centro la radicalità della scelta cristiana: “Nessun servitore può servire due padroni: non potete servire Dio e la ricchezza. Non si tratta di una scelta contingente, ma di uno stile di vita, di un orientamento profondo del cuore”.

Il Papa ha spiegato che la ricchezza rischia di occupare il posto di Dio nel cuore dell’uomo, spingendolo a vedere negli altri concorrenti o rivali. Ha richiamato le parole del profeta Amos, che denuncia chi sfrutta gli indigenti, contrapponendo invece lo stile di Dio che “solleva dalla polvere il debole” (Sal 113).

La conversione del cuore

Non una lotta di classe, ma una rivoluzione interiore: così Leone XIV ha definito l’appello del Vangelo. “Chi serve Dio diventa libero dalla ricchezza, ma chi serve la ricchezza ne resta schiavo. Chi cerca la giustizia trasforma la ricchezza in bene comune; chi cerca il dominio trasforma il bene comune nella preda della propria avidità”.

Il Pontefice ha collegato queste parole all’attualità internazionale, denunciando le guerre che devastano interi popoli e “una spudorata indifferenza” che li abbandona al loro destino. “Non vogliamo essere remissivi – ha affermato – ma annunciare che Gesù è il Salvatore del mondo, Colui che ci libera da ogni male”.

Un incoraggiamento alla comunità

Infine, Leone XIV ha ringraziato i fedeli e gli agostiniani che animano la parrocchia, incoraggiandoli a continuare con speranza: “Il suo Spirito converta i nostri cuori affinché, nutriti dall’Eucaristia, supremo tesoro della Chiesa, possiamo diventare testimoni di carità e di pace”.

La celebrazione nella chiesa di Sant’Anna, cuore pulsante al confine tra Vaticano e Roma, ha rappresentato per il Papa l’occasione di condividere con la comunità agostiniana e parrocchiale ciò che unisce e sostiene ogni cammino di fede: l’Eucaristia, il tesoro più prezioso della Chiesa, da cui scaturisce la forza per vivere la carità e la pace. Il Santo Padre ha salutato anche i fedeli che si sono riuniti fuori da Porta Sant'Anna. 

F.A.
Silere non possum