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Città del Vaticano - Giovedì 8 maggio 2025, alle ore 11:50, i cardinali elettori riuniti nella Cappella Sistina hanno bruciato le schede e i risultati delle due votazioni mattutine del Conclave. Si tratta della seconda e terza votazione complessiva dall’inizio del conclave, dopo quella svoltasi ieri sera intorno alle 19:45, seguita alle 21 da una prima fumata nera. Anche oggi, l’esito è stato identico: fumata nera, nessun Papa.

La giornata si era aperta con la concelebrazione della Santa Messa da parte dei cardinali elettori. Poi, in silenzio e sotto stretta protezione, si sono diretti alla Cappella Sistina — alcuni a piedi, altri in pulmino — dove hanno pregato l’Ora Media prima di procedere alla prima votazione della giornata, terminata senza raggiungere il quorum necessario di 89 voti. La seconda votazione si è conclusa alle 11:50. Al termine, i cardinali hanno fatto ritorno a Casa Santa Marta, suddivisi tra le due strutture (nuova e vecchia), per poi pranzare insieme.

Come è noto, nella Cappella Sistina operano due stufe: una destinata alla combustione delle schede e degli appunti (che non produce fumo) e l’altra, dotata di un sistema apposito, serve per la fumata visibile al mondo. Il sistema è stato aggiornato negli ultimi conclavi proprio per evitare ambiguità cromatiche. Il fumo bianco, quando c’è, deve essere abbondante e inequivocabile.





Le gaffe del team di Tornielli

Alle 11:51 è stata annunciata ufficialmente la fumata nera. Ma alle 11:59, l’account X di Vatican News ha improvvisamente pubblicato: “11:59 Fumata bianca”. Il mondo ha tremato per qualche minuto. Peccato che fosse tutto fake. Quella che era stata scambiata per una nuova fumata era semplicemente la coda del fumo nero ancora in dissolvimento. Un errore grave, soprattutto considerando la delicatezza del momento e l’attenzione planetaria rivolta al comignolo della Sistina. Ma più che un semplice disguido tecnico, l’episodio getta luce (nera) sull’improvvisazione ormai cronica della comunicazione vaticana. Il team guidato da Andrea Tornielli si dimostra, ancora una volta, del tutto inadeguato non solo nella gestione dei flussi informativi, ma anche nella comprensione basilare delle dinamiche ecclesiali e dei riti curiali. E non è stato l’unico inciampo.

Già nella serata di ieri, l’attesa spasmodica per la fumata delle 19 aveva mandato in confusione la stampa internazionale, quando invece i cardinali, come previsto ma non comunicato, erano impegnati ad ascoltare una meditazione del Cardinale Raniero Cantalamessa, durata più del previsto. Solo successivamente si è tenuta la prima votazione. Ma nessuno, nemmeno il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni, ha pensato di spiegare ai giornalisti che la serata di ieri sarebbe stata ben più lunga rispetto ai giorni seguenti.


La meritocrazia: che orrore!

La gestione comunicativa di questo conclave sembra così diventare il riflesso fedele di un sistema che, da anni, ha rinunciato alla competenza in nome della fedeltà acritica. In un recente intervento, Antonio Spadaro, uno dei più onnipresenti volti del pontificato uscente, dichiarava con orgoglio che Papa Francesco ha combattuto la meritocrazia. Nulla di più vero: Spadaro e Tornielli ne sono l’emblema. Se fosse la meritocrazia a governare il Vaticano, oggi forse si troverebbero a curare un orto, non l’informazione di un conclave. Il problema non è solo l’incompetenza: è la promozione sistemica della mediocrità, la normalizzazione dell’approssimazione, l’istituzionalizzazione del pressapochismo. Non è una novità, ma il conclave 2025 lo sta rendendo palese, minuto per minuto, fumata dopo fumata. E mentre aspettiamo che dal comignolo esca finalmente un fumo bianco autentico, resta il dubbio che il vero fumo, in questi anni, sia stato negli occhi di chi ha voluto credere che l’evangelica semplicità coincidesse con il dilettantismo.

E.C.
Silere non possum