Today, in the court of the Vatican City State, the first hearing of the trial took place. Cardinal Angelo Becciu was questioned in the courtroom.

Nell'aula polifunzionale dei Musei Vaticani, questa mattina si è proceduto all'interrogatorio di Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Angelo Becciu. Il momento più atteso che, ovviamente, la corte non si limita a svolgere in una sola "puntata" ma sapientemente ha diviso in più parti di una fiction che inizia a non piacere molto. Il promotore di giustizia, sotto l'ala protettrice del Papa, continua a fare ciò che vuole in barba alle norme di rito e il collegio rigetta qualsiasi richiesta delle difese. È stato fissato anche il calendario di alcuni interrogatori: 30 marzo 2022 l’interrogatorio del Rev.do Mons. Mauro Carlino, il 5 aprile 2022 saranno interrogati i Sig.ri René Brüllhart e Tommaso Di Ruzza, il 6 aprile 2022 ci sarà la seconda puntata dell’interrogatorio di Sua Eminenza il Card. Angelo Becciu, il 28 aprile 2022 sarà interrogato il Sig. Enrico Crasso, il 27 aprile Fabrizio Tirabassi e il 6 maggio 2022 sarà interrogato il Sig. Raffaele Mincione. Il 19 e il 20 maggio il tribunale ha inserito nel calendario altre due udienze per questo procedimento.

L'interrogatorio dell'ex sostituto

Ha iniziato mettendo le cose in chiaro, il cardinale, e senza paura ha spiegato che c'è stata una carneficina mediatica e qualcuno lo ha voluto mettere fuori gioco. Ha esordito:

«Signor Presidente, Signori Giudici, vi confesso che non mi è facile prendere la parola e difendere la mia onorabilità in questa Sede. Sono stato preceduto da un massacro mediatico senza precedenti. Presentato come il peggiore dei cardinali. Una campagna violenta e volgare. Accuse di ogni genere con un’eco mondiale. Sono stato descritto come un uomo corrotto. Avido di soldi. Sleale verso il Papa. Preoccupato soltanto del benessere dei miei familiari. Hanno insinuato infamie sull’integrità della mia vita sacerdotale, aver finanziato testimoni in un processo contro un confratello, essere addirittura proprietario di pozzi di petrolio o di paradisi fiscali. Accuse assurde. Incredibili. Grottesche. Mostruose. Viene da chiedersi chi tutto questo ha voluto e a quale scopo Certo, contava demonizzarmi e distruggermi. Mi hanno ferito e colpito nel mio essere sacerdotale e nei miei affetti familiari. Ma non mi hanno piegato. No, Signor Presidente, Signori Giudici: sono qui a testa alta,. Con la coscienza pulita. Difendo il mio diritto all’innocenza. Nonostante il clamore mediatico, Sig. Presidente e Signori Giudici, confido nel vostro giudizio terzo e imparziale. Sarà il frutto, ne sono certo, di giustizia: arrivando alla verità con l’esame incontrovertibile dei fatti. Dichiaro la mia disponibilità totale a cercare e a dire con voi la verità. Non ho paura di essa. Desidero anzi che al più presto la verità sia proclamata. Lo devo alla mia coscienza. Lo devo ai miei antichi collaboratori, a tutti gli uomini della Curia, alle comunità ecclesiali che mi hanno conosciuto come delegato del Papa per la beatificazione di numerosi servi di Dio e nei numerosi Paesi che ho servito nel corso del mio servizio diplomatico. Lo devo ai miei familiari. Lo devo alla Chiesa intera. Lo devo soprattutto al Santo Padre, che recentemente ha dichiarato di credere alla mia innocenza. Eccomi, Sig. Presidente: sono pronto a rispondere alle vostre domande. Ma prima di iniziare, voglio dichiarare qui, subito, con la forza e la trasparenza della mia coscienza: non ho mai voluto che un euro, anzi un centesimo di cui ho avuto gestione o anche solo conoscenza, venisse distratto, mal utilizzato o destinato a fini che non fossero esclusivamente istituzionali. Ho sempre agito per il bene della Sede Apostolica e della Chiesa tutta. Grazie, Signor Presidente e Signori Giudici.»

Il sistema è chiaro, Becciu lo ha ben presente. Si può anche facilmente intuire chi abbia voluto mettere fuori gioco il cardinale senza garantirgli alcun diritto. Sorprende, anche in questa vicenda, come ci siano sempre due pesi e due misure. Un comportamente che oltre Tevere non riusciamo a spiegarci da nove anni. A partire da semplici sacerdoti di curia che, dall'oggi al domani, spariscono e vengono spediti in diocesi oltre oceano; fino a giungere a defenstrazioni improvvise di monsignori e porporati. Nonostante però ci siano alcuni soggetti che, pur non avendo presente neppure cosa sia una chiesa, sostengono il Papa possa fare tutto, questo non corrisponde al vero e i pontificati precedenti ci insegnano come spesso il Papa debba mettere al centro il bene della Chiesa e delle anime e non le sue idee personali. Basti pensare a quante gente Benedetto XVI ha dovuto compatire per anni, oggi ovviamente siamo abituati ad un altro sistema ma è chiaro che in un futuro conclave nessuno potrà invocare una parresia.

Anomalie dopo anomalie 

"Non sono in grado di procedere all'interrogatorio" ha detto il Promotore di Giustizia aggiunto, Alessandro Diddi. Sostiene che il suo Ufficio è stato contagiato dal COVID e quindi non ha potuto prepararsi. Sostanzialmente il procedimento sta singhiozzando sempre di più per tutte le incompetenze di quest'uomo. Dove si è mai vista una cosa del genere?

Giuseppe Pignatone ha però posto alcune domande. Ha chiesto al Card. Becciu: "Nell' istruttoria, nella vicenda di Cecilia Marogna, Lei non ha risposto invocando il segreto pontificio. Molte cose sono successe nel frattempo, tante cose sono state pubblicate dai giornali. Le chiedo se in questa sede ripropone l'opposizione del segreto pontificio o ritiene di poter rispondere?". Il cardinale ha risposto: " Tendo a confermare il segreto, tuttavia sono disposto ha aggiunto ad accettare quello che verrà disposto dalla autorità". Il tribunale, nell'ordinanza che trovate in fondo a questo articolo, ha disposto la richiesta di informazioni circa questa questione alla Segreteria di Stato. È chiaro che dalla Terza Loggia sarà inviato al Tribunale solo e soltanto quanto vorrà il Papa. 

Il presidente del tribunale ha poi interrogato il porporato sui contributi elargiti alla diocesi di Ozieri: si tratta di un bonifico nel 2013 di 100mila euro; un secondo bonifico di euro 25mila nel 2015 e nel 2018 centomila euro. I Promotori di Giustizia hanno insinuato che quelle somme sarebbero state distratte dai fondi della Segreteria di Stato. Il primo bonifico era stato trasmesso su un conto che riportava nell’intestazione: “Caritas Ozieri, presso Cooperativa Spes”. “Era un prestito o un versamento a fondo perduto?”, ha chiesto Pignatone. Il cardinale ha spiegato che si trattava di un prestito, difatti metà della somma è stata restituita e l'altra metà è stata donata dal cardinale, per un progetto che doveva dare occupazione a giovani e persone socialmente svantaggiate.

“Mi furono chiesti dal vescovo, allora l’amministratore apostolico Sebastiano Sanguinetti, per mettere su un panificio che doveva dare lavoro a varie persone”, ha risposto Sua Eminenza alle richieste di chiarimento in merito ai 25mila euro inviati alla Caritas della diocesi di Ozieri.

Si tratta di una vicenda triste che vide andare lettaralmente in fumo un panificio. Sua Eccellenza Mons. Sanguinetti chiese al Sostituto un macchinario nuovo. Chiese espressamente al Card. Becciu di inviare il denaro sullo stesso conto sul quale erano stati versati precedentemente i centomila euro. “Da sostituto non entro nell’amministrazione della diocesi. C’è un Dicastero, la Congregazione per i vescovi, che se ne occupa e se vede fumus di disordine interviene. Mi chiesero questa offerta, vidi la bellezza dell’opera e inviai venticinquemila euro che furono poi usati per comprare un panificatore”. La carità - ha detto l'ex sostituto - non consiste solo nel fare un’elemosina occasionale, ma, come dice il Papa, nel ridare dignità all’uomo attraverso il lavoro. In riferimento all’ultimo bonifico del 2018 (sempre di centomila euro), il Card. Becciu ha spiegato di averli versati proprio perchè il vescovo della diocesi di Ozieri, Mons. Corrado Melis, gli parlò del progetto di una Cittadella della Carità per l’accoglienza e il sostegno di anziani e persone povere. Il preventivo ammontava a quasi un milione e mezzo e la diocesi aveva necessità di donazioni. Quando chiesero aiuto alla Segreteria di Stato, Becciu lo diede volentieri, considerato che “ogni anno venivano distribuiti a vari enti un quantitativo di sussidi in Italia e all’estero”. Quei centomila euro, come hanno dimostrato, sono ancora fermi sul conto. "Perchè la diocesi è in attesa di avere la somma completa” ha detto il cardinale. È notizia di qualche giorno fa che sono iniziati i lavori alla fine di febbraio.

L'intervento dei difensori

Ci sono state alcune richieste dei difensori che non hanno trovato accoglimento.

L’avvocato Franco, legale di Gianluigi Torzi, ha eccepito la nullità del sequestro a cui è stato sottoposto il suo assistito in occasione del mandato di cattura del giugno 2020. Ha poi detto che il suo assistito sarebbe disposto a farsi interrogare ma in videoconferenza. La difesa di Torzi probabilmente non ha capito che l'ordinamento vaticano ha delle norme e non possono fare ciò che vogliono. Sarebbe forse il caso di studiare un pò. Scontata la risposta del presidente che ha detto: “Tutto questo è fuori da ciò che può avvenire in questa fase del Tribunale. È liberissimo di non rispondere, ma non può dettare le condizioni”.

È poi intervenuto l’avvocato Intrieri, legale di Fabrizio Tirabassi, il quale ha richiesto delle perizie sulle registrazioni audio-video degli interrogatori del teste chiave, monsignor Alberto Perlasca e sulle copie forensi del materiale elettronico. Ha anche richiesto la restituzione del materiale sequestrato al suo cliente.

L'ordinanza del Tribunale

La decisione del tribunale è giunta dopo due ore di camera di consiglio. Il presidente, come previsto dal codice di rito, ha dato lettura dell'ordinanza con la quale ha respinto le richieste delle difese e si è riservato sulle richieste delle parti civili.

Ancora una volta ci sono contraddizioni. Il collegio scrive che le perizie non possono essere autorizzate perchè sarebbero accertamenti meramenti esplorativi, salvo che gli imputati denuncino specifiche incongruenze fra i dati così estratti e quelli originariamente presenti sui supporti informatici in sequestro e di cui hanno potuto avere copia". Come possono denunciare cose di cui non hanno ricevuto copia? Anche qui emerge l'illogicità di quanto scritto da questi soggetti. Non solo manca la competenza nel diritto vaticano o canonico ma manca proprio la logica.

Non c'è possibilità di dialogo

Si rivela inutile qualsiasi possibilità di dialogo fra le difese e il tribunale. Quell'auspicato ascolto e quella giustizia di cui ha parlato Francesco nel suo ultimo intervento è praticamente un sogno. Il processo non segue più le regole del codice di rito ma segue "la volontà sovrana", una volontà che è ormai palese. Basti pensare al fatto che l'apertura dell'anno giudiziario ormai da anni non è più prerogativa del presidente del tribunale ma del Pontefice stesso. Francesco ha scelto di prendere lui le redini della giustizia e tornare ad esercitare tutti i poteri che gli sono propri ma che erano delegati. Si pensi al potere legislativo. Come ha evidenziato Marco Felipe Perfetti in questo articolo, non è più una eccezione il fatto che il Papa emetta un motu proprio o una legge. In questo modo viene meno anche quanto ha disposto il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nella Legge fondamentale: "Il potere legislativo, salvi i casi che il Sommo Pontefice intenda riservare a Se stesso o ad altre istanze, è esercitato da una Commissione composta da un Cardinale Presidente e da altri Cardinali, tutti nominati dal Sommo Pontefice per un quinquennio". Il presidente del tribunale non è più il protagonista durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il promotore di giustizia pronuncia sì il resoconto dell'attività svolta ma la sua figura è nell'ombra perchè sullo scranno c'è il Papa stesso che occupa la scena. Mai i predecessori di Francesco hanno fatto questa scelta, anzi, Benedetto XVI ha chiaramente detto che voleva una giustizia che procedesse senza influenza alcuna dal Palazzo Apostolico. Pertanto, ancor oggi, si continuano a negare alle difese degli atti a cui hanno diritto e questo cardinale si ritrova già condannato senza alcun processo.

G.M.

Silere non possum

ORDINANZA 17 MARZO 2022

In Francia si celebrerà la prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime di violenza sessuale e abusi di potere all’interno della Chiesa. Domenica 20 marzo 2022. In questa puntata di Pensieri e Parole si parla di abusi psicologici.