Diocesi di Milano

Giovedì 15 agosto 2024, solennità dell'Assunzione di Maria Santissima in cielo, l'Arcivescovo Mario Enrico Delpini ha presieduto il solenne pontificale nel Duomo di Milano. Nella sua omelia il presule ha sottolineato come "uno dei segni dell’esaurirsi della fede sia proprio l’esaurirsi dello stupore". Poi si è chiesto: "quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo sperimentato l’irrompere della gioia sorprendente nella nostra vita"? L'arcivescovo ha invitato "ad abitare nella casa sorpresi dalla gioia, dalla gioia che viene da Dio". 

Omelia di Mons. Mario Enrico Delpini

Ci sono uomini e donne che percorrono la strada della vita come i turisti assicurati, quelli che hanno comprato il pacchetto e le relative assicurazioni, quelli che non vogliono sorprese. Tutto è programmato, tutto è previsto, tutto è incasellato in un programma di viaggio che è poi la vita. Come un percorso turistico, tutto sotto controllo, ogni variazione ogni virgola del programma che non è rispettata è irritante e ne vengono proteste. Quelli che vivono come turisti del “tutto compreso”, entrano ed escono dalle chiese, per esempio, dalle testimonianze sublimi dei capolavori della fede ma non ne comprendono nulla, non si aspettano nessuna annunciazione, non sono disponibili per nessuna conversione. Forse uno dei segni dell’esaurirsi della fede è l’esaurirsi dello stupore. Quando la vita è una ovvietà, quando le giornate sono una grigia quotidianità, quando le emozioni sono provocate artificiosamente dai mercanti che devono piazzare la loro merce, quando l’eccitazione è provocata da una torbida interiorità, quando sono le apparenze a suscitare un momentaneo meravigliarsi, ecco sembra che lo stupore sia un’esperienza dimenticata. L’umanità che si è estraniata dalla fede, che ha circoscritto Dio nelle astruse lontananze della insignificanza, si è come circondata dall’indifferenza e dalla disperazione per evitare che irrompa l’inatteso. Nella casa di Zaccaria l’anziana cugina Elisabetta vive l’esperienza di essere sorpresa dalla gioia: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me, ecco appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino sussultato di gioia nel mio grembo”.

Così si riempie di stupore la donna visitata da Maria e Maria canta la rivelazione sorprendente della sollecitudine dell’Onnipotente: “L’anima mia magnifica il Signore il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Piena di stupore, Maria canta il magnificat. Forse possiamo domandarci quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo sperimentato l’irrompere della gioia sorprendente nella nostra vita. Quelli che credono di sapere già tutto non possono entrare nella Casa dove Dio li sorprende. Quelli che sono convinti di aver già “tutto compreso” non sono disponibili a entrare nella casa dove irrompe la gioia di Dio. Quelli che considerano come una forma di saggezza e di buon senso l’essere rassegnati alla mediocrità, al prevedibile e ovvio e calcolato ritengono ingenuo e sciocco aprire la porta dello stupore. Ma noi leggiamo questa festa della Beata Vergine Maria, noi leggiamo la pagina dell’Evangelo che è stato annunciato come un invito ad abitare nella casa sorpresa dalla gioia,dalla gioia che viene da Dio. Noi vogliamo entrare in questa Casa e dimorare nello stupore. Nella Casa dello stupore entrano coloro che sono sorpresi dalla annunciazione cioè ricevono un messaggio da parte di Dio e non ritengono improbabile d’essere chiamati a scrivere pagine di storia della Salvezza, perché nulla è impossibile a Dio e perciò vengono gli angeli di Dio a portarci parole da parte di Dio per renderci protagonisti sorpresi, grati, lieti della storia della Salvezza dell’umanità. Entrando nella casa dello stupore riconoscono la presenza di Dio per la gioia inattesa, la gioia che non viene dalle circostanze favorevoli che non è esito di un successo, non è un tratto di carattere incline al buon umore, è la gioia misteriosa di Dio, ecco la gioia che abita nella casa di Elisabetta, la casa dello stupore. E abitano nella casa dello stupore coloro che si uniscono al cantico di Maria che esalta l’opera di Dio e scrive nelle vicende del mondo la sua intenzione di salvare tutti, l’intenzione di Dio di abbattere le prepotenze per costruire la fraternità; pieni di stupore che Dio continui a chiamare i popoli alla pace, i popoli che continuano a volere la guerra; pieni di stupore perché nulla è impossibile a Dio. Nello stupore riconosciamo opera di Dio quella così diversa dalle aspettative umane, quella del mettersi dalla parte dei poveri, degli affamati, degli umili del popolo scelto per essere un segno tra le nazioni. Ecco come si riconoscono i discepoli che hanno accolto la parola del Vangelo: abitano nella casa dello stupore perciò sono originali, disponibili alle opere di Dio, perciò ricevono le confidenze degli angeli, cioè i messaggi che vengono da Dio, perciò si lasciano sorprendere dalla gioia, perciò si mettono a servizio dell’opera di Dio.

+ Mario Enrico Delpini