Città del Vaticano - Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in Udienza i membri della Commissione Teologica Internazionale, riuniti per la loro sessione plenaria annuale. L’incontro avviene alla vigilia della partenza del Papa per il suo primo Viaggio Apostolico in Türkiye e in Libano, che lo condurrà anche a İznik, l’antica Nicea, in occasione del 1700° anniversario del primo Concilio Ecumenico del 325.

Che cos’è la Commissione Teologica Internazionale

Istituita l’11 aprile 1969 da san Paolo VI, in attuazione delle proposte maturate nella prima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, la Commissione Teologica Internazionale nasce per offrire un contributo qualificato allo studio delle questioni dottrinali più rilevanti a beneficio della Santa Sede, e in particolare del Dicastero (già Congregazione) per la Dottrina della Fede. La sua missione è chiara: aiutare il Magistero a discernere, comprendere e valutare gli sviluppi del pensiero teologico, le nuove problematiche emergenti e le “res novae” che attraversano la storia della Chiesa e dell’umanità. Gli statuti definitivi della Commissione sono stati promulgati da san Giovanni Paolo II con il motu proprio Tredecim anni iam del 6 agosto 1982.

Composizione

La Commissione è formata da un massimo di 30 teologi provenienti da tutto il mondo, espressione di scuole e sensibilità differenti, scelti per: competenza scientifica, fedeltà al Magistero, capacità di dialogo con le Chiese locali e le culture contemporanee.

I membri sono nominati per cinque anni dal Santo Padre su proposta del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, previa consultazione delle Conferenze Episcopali. Attualmente:

Presidente è il Cardinale Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero;
Segretario Generale è il Reverendo Mons. Piero Coda, teologo, docente di Teologia Sistemica all’Istituto Universitario “Sophia” di Loppiano.

La Commissione si riunisce in assemblea plenaria almeno una volta all’anno, mentre una parte del lavoro si svolge nelle sottocommissioni tematiche.

L’ultimo documento

Nell’aprile 2025 la Commissione ha pubblicato il testo “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025)”, un ampio lavoro di teologia dogmatica che ripercorre l’attualità del Simbolo niceno nella vita della Chiesa e nel cammino ecumenico odierno.

Il discorso di Leone XIV: «Una teologia che faccia brillare la luce di Cristo»

Accogliendo i membri della Commissione, Leone XIV ha ricordato con gratitudine il servizio svolto dalla Commissione sin dalla sua istituzione nel clima di rinnovamento del Vaticano II. La visita è stata anche l’occasione per elogiare la tempestiva pubblicazione del documento su Nicea, definito dal Papa «un testo autorevole» che «sarà d’ispirazione per ulteriori studi e per il progresso del dialogo ecumenico».

Alla vigilia del pellegrinaggio a Nicea

Il Papa ha parlato del suo imminente pellegrinaggio a İznik: «Mi recherò nel luogo in cui i Padri del 325 hanno custodito la fede della Chiesa e l’hanno espressa nel Simbolo che ancora oggi professiamo. Chiederò al Signore il dono dell’unità e della pace».

Tre consegne ai teologi

Nel cuore del discorso, Leone XIV ha affidato alla Commissione tre direttrici fondamentali per la teologia contemporanea:

La cattolicità della fede
La presenza di teologi da culture diverse permette di cogliere con più lucidità i problemi e le speranze degli uomini di oggi. La Chiesa - ha ribadito il Papa - deve lasciarsi arricchire dalle esperienze delle Chiese locali.

Il dialogo inter- e trans-disciplinare
Riprendendo Veritatis gaudium, il Papa ha sottolineato la necessità che la teologia dialoghi con tutti i saperi, perché la verità rivelata non isola la ragione ma la feconda.

La sapienza dei grandi maestri spirituali
Il Papa ha indicato come modelli Agostino, Bonaventura, Tommaso, Teresa di Lisieux e Newman: per loro, teologia e preghiera erano inseparabili. Solo così la teologia - ha spiegato - evita di ridursi a “commento delle formule” e diventa esperienza viva della Rivelazione.

«La teologia è al servizio della luce»

Riprendendo un pensiero del predecessore, Leone XIV ha affermato: «La teologia fa un lavoro nascosto e umile, perché emerga la luce di Cristo e del suo Vangelo. La luce che è Cristo stesso». Una teologia che non brilla di questa luce - ha aggiunto - non può servire né la Chiesa né il mondo. Per questo ha richiamato anche Benedetto XVI, ricordando il suo monito contro la frammentazione del sapere e la chiusura alla metafisica: «l’eccessiva settorialità del sapere, la chiusura delle scienze umane alla metafisica, le difficoltà del dialogo tra le scienze e la teologia sono di danno non solo allo sviluppo del sapere, ma anche allo sviluppo dei popoli, perché, quando ciò si verifica, viene ostacolata la visione dell’intero bene dell’uomo nelle varie dimensioni che lo caratterizzano».

La missione della Commissione nel contesto attuale

Leone XIV ha ribadito che il compito della Commissione è offrire riflessioni, ermeneutiche e orientamenti al Dicastero per la Dottrina della Fede e al Collegio dei Vescovi. La teologia - ha detto - è chiamata a illuminare le sfide del nostro tempo: crisi antropologica, smarrimento culturale, difficoltà nel rapporto con la verità, tensioni ecumeniche e religiose e nuove domande etiche e scientifiche. Per affrontarle, la teologia deve mantenere uno sguardo “a tutto tondo”, aperto alle scienze, fedele al deposito della fede e capace di rendere ragione della speranza cristiana.

Il Papa ha salutato i presenti con un invito che risuona come un mandato per tutta la teologia cattolica: «Annunciate con creativa fedeltà la Buona Notizia data al mondo una volta per sempre. La luce di Cristo continui a rischiarare la nostra storia».

d.F.C.
Silere non possum