Città del Vaticano – Con il sole primaverile che illumina Piazza San Pietro, alle ore 10 di questa mattina Papa Leone XIV ha tenuto la sua prima Udienza generale, accogliendo migliaia di pellegrini provenienti dall’Italia e dal resto del mondo. L’incontro, ad un mese dalla morte di Papa Francesco – ricordato dal Pontefice con “tanta gratitudine” – continua il ciclo di catechesi dell’Anno Giubilare: “Gesù Cristo nostra speranza”.
La parabola del seminatore al centro della riflessione
Rivolgendosi ai fedeli, il Papa ha scelto di soffermarsi sulla parabola del seminatore (Mt 13,1-17), definendola “una specie di introduzione a tutte le altre parabole, perché svela il modo stesso in cui Gesù comunica”. «Ogni parola del Vangelo è come un seme gettato nel terreno della nostra vita», ha spiegato Leone XIV. «Dio lo sparge senza calcoli, con la fiducia che prima o poi germoglierà».
Il Pontefice ha dipinto l’immagine di un “seminatore sprecone”, che non si preoccupa dei sassi o dei rovi perché l’amore di Dio non attende che il terreno sia perfetto per donarsi. È proprio la generosità gratuita di quel gesto a fondare la speranza cristiana: «Forse, vedendo che Lui si fida di noi, nascerà in noi il desiderio di diventare un terreno migliore».
A rendere plastica la sua meditazione, Leone XIV ha richiamato il celebre quadro di Vincent Van Gogh, Il seminatore al tramonto. Nel dipinto, ha osservato, «il seminatore è quasi sullo sfondo: al centro domina il sole, simbolo di Dio che fa maturare il seme anche quando ci sembra assente». Un’immagine che invita a riconoscere la mano divina nella storia, malgrado le ombre del presente.

Appello per Gaza e saluti ai pellegrini
Al termine della catechesi, lo sguardo del Papa si è spostato sull’attualità. «È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza», ha detto con voce accorata. Da qui l’ennesimo appello «a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani e dai malati». Parole che hanno suscitato un lungo applauso tra i presenti.
Leone XIV ha salutato i sacerdoti del Pontificio Seminario Lombardo e i Legionari di Cristo, esortati ad «annunciare coraggiosamente il Vangelo»; alle Suore di San Giuseppe di Annecy e alle Monache della Passione di Gesù Cristo, che celebrano il Capitolo generale; ai gruppi parrocchiali, ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, incoraggiati a «servire Dio nella gioia e ad amare il prossimo con spirito evangelico».
Un Anno Giubilare che parte dal Vangelo
Con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica si è concluso il primo appuntamento di un programma giubilare che, nelle intenzioni del Pontefice, riporterà al centro la Parola di Dio come motore di speranza. Ogni mercoledì, fino alla fine dell’Anno Santo, il Papa approfondirà una parabola o un passo evangelico, «per imparare a leggere la nostra storia alla luce dell’amore di Cristo».
Questa mattina, tra le colonne del Bernini, era palpabile l'entusiasmo dei fedeli nel vedere il Papa. «Dio non aspetta che diventiamo perfetti per amarci», ha detto il Papa, frase che è rimasta impressa in molti pellegrini. Un messaggio che risuona come bussola per l’Anno Giubilare e, forse, per l’intero pontificato di Leone XIV.
L.S.
Silere non possum