La novità dell'anno accademico 2024 è un corso sulla sostenibilità e sulla transizione. Sono quei temi tanto cari a Papa Francesco, il quale in questi anni ha fatto spendere milioni di euro al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano per progetti green che non giovano a nessuno. Non solo, come ha scritto correttamente Mons. Campiotti nella sua lettera giubilare «I temi centrali della catechesi cristiana non sono la pace, la solidarietà, il rispetto per il creato; sono Gesù Cristo, la sua morte e risurrezione per la nostra salvezza», ma queste tematiche vengono utilizzate per demonizzare l'essere umano e portare avanti ideologie.
L'Ateneo giustifica l'introduzione obbligatoria di questo insegnamento "per rispondere alle sfide della necessaria transizione sociale e ambientale", di fronte alle "sfide attuali (che) richiedono una profonda modifica dei nostri stili di vita". E a spiegare il tutto ci pensa Pierre Stassart, dottore in Scienze Ambientali e ingegnere agronomo che ha tutto l'interesse nell'alimentare questa psicofobia green che gli frutta non pochi milioni. All'interno di questo corso, si dice che "il degrado delle condizioni di abitabilità della terra" sarebbe dovuto, non all'umanità, ma all'"uomo "occidentale" bianco, cristiano, eterosessuale". Una affermazione folle che nulla ha a che vedere con il cambiamento climatico ma continua a diffondere una cultura piena di ideologia e che vuole cancellare del tutto il cristianesimo. Considerazioni che sono promosse da veri e propri gruppi di potere che hanno fini ben precisi. Questo clima, peraltro, è il medesimo che abbiamo respirato quando abbiamo accompagnato Papa Francesco nell'Università Cattolica di Lovanio, cattolica si fa per dire.
Luc Sels, rettore dell'università, davanti al Papa ha detto: «L'autorità della Chiesa dipende anche dalla misura in cui accoglie la diversità nella società. Perché tolleriamo questo enorme divario tra uomini e donne in una Chiesa che è così spesso guidata de facto da donne? Penso all'enorme impegno di tante donne nella nostra parrocchia universitaria. La nostra Facoltà di Teologia e Studi Religiosi ha formato molti laici, in particolare donne, fin dal Concilio Vaticano II. Il fatto che queste donne ora siedano nei consigli episcopali e in altre posizioni di leadership è un esempio per la Chiesa mondiale. L'Arcivescovo, Mons. Terlinden, ha recentemente sostituito il vescovo ausiliare del Brabante Vallone con una donna impegnata. La Chiesa non sarebbe più cordiale se desse alle donne un posto di rilievo, incluso nel sacerdozio? La Chiesa non guadagnerebbe in autorità morale nelle nostre regioni se non trattasse la questione della diversità di genere in modo così rigido e se, come l'università, mostrasse una maggiore apertura verso la comunità LGBTQ+? È incoraggiante constatare che i nostri vescovi fiamminghi hanno creato un punto di contatto "omosessualità e fede" che organizza, ad esempio, un momento di preghiera ecumenica per la comunità LGBTQ+ durante il Gay Pride di Anversa. In questo caso, la Chiesa di tutto il mondo è chiamata a far dialogare le recenti scoperte scientifiche con la teologia. Sono lieto che i nostri teologi stiano esplorando queste difficili questioni, concentrandosi in particolare su come la Chiesa possa essere vicina alle persone LGBTQ+. Oggi la Chiesa troppo spesso da risposte universali "una volta per tutte". È incoraggiante vedere che, come Papa, lei osa chiedersi ad alta voce chi è lei per giudicare le persone di diverso orientamento sessuale. Con il Sinodo sulla sinodalità, al quale per la prima volta partecipano a pieno titolo le donne, Lei ha posto all'ordine del giorno l'importante questione di come la Chiesa possa preservare la sua unità nella diversità e ha incoraggiato un dissenso costruttivo all'interno della Chiesa. Così facendo, i nostri vescovi, tra gli altri, hanno chiesto che la diversità sia ammessa». Questo è ciò che si ritrova a vivere, non solo la Chiesa in Belgio, ma anche la società stessa. Ed una analisi su questo sistema l'ha data Papa Francesco parlando con i gesuiti: «La secolarizzazione è un fenomeno complesso. Io percepisco che a volte dobbiamo confrontarci con forme di paganesimo. Non c’è bisogno della statua di un dio pagano per parlare di paganesimo: l’ambiente stesso, l’aria che respiriamo è un dio pagano gassoso!».