Diocesi di Brescia

Sabato 12 aprile 2025, la Cattedrale di Brescia ha accolto centinaia di giovani provenienti da tutta la Diocesi per la tradizionale Veglia delle Palme, uno dei momenti più attesi dell’anno per i ragazzi over 18. Presieduto dal Vescovo Pierantonio Tremolada, l’incontro ha rappresentato un’occasione intensa di preghiera, ascolto e preparazione spirituale in vista della Santa Pasqua.

Quest’anno l’evento ha assunto un significato ancora più profondo: la Veglia delle Palme è stata infatti inserita nel cammino di preparazione al Giubileo dei Giovani, che si terrà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto 2025. Una prospettiva che ha donato alla serata un senso di attesa, comunità e missione, rendendo l’incontro un vero e proprio pellegrinaggio spirituale.

Un programma rinnovato

La Veglia ha proposto una formula rinnovata, scandita in tre momenti significativi: dalle 19.30 alle 20.30, nel suggestivo “Giardino del Vescovo”, i giovani hanno potuto vivere un tempo di preparazione penitenziale personale, con la possibilità di accostarsi al sacramento della Confessione. La serata è continuata in Cattedrale dove il Vescovo ha presieduto la Veglia dal tema, tratto dal Vangelo di Giovanni, “Verso la luce” (Gv 3,1-21), un cammino spirituale articolato in quattro momenti profondi e simbolici:

1. Da dove viene la luce?
Attraverso la Parola, la poesia e il canto, la Veglia è iniziata con un invito a riconoscere Dio come sorgente della luce. Le letture poetiche, tra cui “Mormorii celesti”, hanno dato voce a una serie di “camminatori” – simboli dell’umanità in ricerca – ciascuno con la propria storia e speranza.

2. Da dove viene l’oscurità?
La seconda parte ha fatto emergere le ferite personali e collettive: il peccato, la solitudine, l’ingiustizia. È stato un momento di verità, in cui la comunità ha riconosciuto le tenebre presenti nel mondo e in sé, invocando la misericordia di Dio.

3. Da dove viene una vita luminosa?
A guidare questo momento, il dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo. Attraverso il Vangelo e la riflessione del Vescovo, i giovani sono stati invitati a rinascere dall’alto, ad accogliere la luce di Cristo e lasciarsi trasformare dal Suo amore.

4. Da dove viene, Signore, questo bisogno di portare luce?
L’ultima parte della Veglia è stata un mandato: diventare giovani di luce, capaci di portare speranza nel mondo. Le preghiere e il messaggio del Vescovo hanno spronato i partecipanti a farsi testimoni di bene, artigiani di pace, costruttori di fraternità.

La riflessione del Vescovo

Il Vescovo Pierantonio Tremolada ha rivolto un’intensa meditazione ai giovani presenti. «Questa nostra celebrazione avviene quest’anno nella cornice solenne del giubileo – ha detto – parole come conversione del cuore, grazia, luce, bontà e bellezza ci ricordano che Dio fa grazia». Il cuore della meditazione si è concentrato sul Vangelo di Giovanni, letto personalmente dal vescovo, il quale ha definito il testo “non facile”, ma capace di restituire un’esperienza viva, intensa, trasformante.

Chi è Nicodemo? Un uomo di grande autorità, fariseo, membro del Sinedrio, osservante rigoroso della legge e profondo conoscitore delle Scritture. Eppure, proprio lui, colpito dai segni compiuti da Gesù, cerca un incontro riservato con il Maestro. «Desidera conoscerlo – ha spiegato il Vescovo – forse spinto da un sincero desiderio di verità, ma ha anche timore di essere giudicato dai suoi colleghi». Gesù, però, va subito al punto: «Se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Parole che, secondo Tremolada, indicano il vero significato dei prodigi di Gesù: «Non sono solo miracoli, ma segni di un’opera più grande: la rigenerazione dell’uomo. Una seconda nascita, una trasformazione radicale del cuore, una purificazione della sua volontà».

A questo punto della meditazione, il Vescovo ha introdotto il tema scelto per la veglia: “Verso la luce”. Un titolo che racchiude un invito: seguire Gesù significa entrare nella luce, smascherare le tenebre, fare verità nella propria vita. «Chi fa il male – ha detto il presule – odia la luce. Ma chi fa la verità viene verso la luce». E ha aggiunto: «Gesù invita Nicodemo – e noi con lui – a uscire dal buio, dall’ambiguità, dal timore di essere scoperti, e a vivere una vita limpida, trasparente, piena di fiducia e di luce». Il contrasto con coloro che tramano contro Gesù nel segreto, incapaci di riconoscere la bellezza del suo amore, è netto. E, con coraggio, Tremolada ha sottolineato: «Anche oggi, il mondo è ferito. È un mondo di tenebre, di orgoglio, di solitudine che facilmente si adatta alle logiche oscure e torbide. Ma c’è un altro mondo, quello che vi si contrappone, ovvero quello dei redenti, che si nutre di luce. Il mondo della schiettezza, dei redenti, il mondo della lealtà e della speranza».

Nel tratto finale del suo lungo intervento, il Vescovo ha unito due parole chiave del Vangelo: luce e amore. Citando la Prima Lettera di Giovanni – «Dio è luce» e «Dio è amore» – ha invitato i giovani a riconoscere nella carità gratuita e coraggiosa il segno più alto della bellezza divina nel mondo. «Ciò che nel mondo splende davvero – ha detto – sono le opere di bene, l’amore che si prende cura, che perdona, che si dona fino in fondo. Questa è l’unica parola che Dio ha pronunciato sul mondo: l’amore».

Concludendo, Tremolada ha rivolto ai presenti una forte esortazione: vivere come figli della luce, portando nel mondo il riflesso della grazia ricevuta. «Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo. Risplenda davanti agli uomini la vostra luce perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Camminiamo, allora, come pellegrini di speranza». 

Uno sguardo verso Roma

La partecipazione alla Veglia delle Palme è stata anche l’occasione per rilanciare la proposta del Giubileo dei Giovani, che riunirà ragazzi da tutta Italia e dal mondo intero nella capitale, durante l’estate. Un invito, quello del Vescovo, a “non avere paura di osare la santità, di vivere da protagonisti nella Chiesa e nel mondo, lasciandosi guidare da Cristo”. Con questa Veglia, la Chiesa bresciana si è mostrata ancora una volta viva, giovane e in cammino. Un popolo in preghiera che guarda alla Pasqua e al futuro con speranza.

d.M.T.
Silere non possum