Sabato Santo, 19 aprile 2025, alle ore 19.30, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, abbiamo celebrato la solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa, presieduta dall’Em.mo Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio e Delegato del Santo Padre Francesco. La celebrazione, cuore del Triduo pasquale, si è svolta secondo il rito tradizionale, carico di segni e simboli che richiamano il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. Agostino definì questa veglia la "madre di tutte le veglie". 

Il rito ha avuto inizio nell’atrio della Basilica con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale, segno della luce di Cristo risorto. Con il cero acceso, ha preso avvio la processione verso l’Altare accompagnata dal solenne canto dell’Exultet, l’annuncio gioioso della Risurrezione. La celebrazione è proseguita con la Liturgia della Parola, che ha ripercorso le tappe fondamentali della storia della salvezza, e con la Liturgia Battesimale, durante la quale il Cardinale Re ha amministrato i Sacramenti dell’iniziazione cristiana a tre neofiti, accogliendoli nella comunità dei fedeli.

Nel corso della celebrazione, il Cardinale ha letto l’omelia preparata da Papa Francesco, il quale, pur assente fisicamente, ha voluto essere presente spiritualmente con una riflessione sulla speranza pasquale. Il Pontefice nel pomeriggio ha fatto visita alla Basilica verso le 17.30 per pregare. «Papa Francesco è spiritualmente con noi – ha detto Re – per suo incarico do lettura dell’omelia da lui preparata».

Nelle parole pronunciate dal Cardinale, il Santo Padre ha invitato i fedeli a riscoprire la forza silenziosa della Risurrezione: «È notte quando il cero pasquale avanza lentamente fino all’altare. […] La luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo». Papa Francesco ha sottolineato come la luce della Pasqua non esploda in modo trionfante, ma si diffonda con discrezione, “come piccoli germogli di luce”, capaci di rompere le tenebre interiori dell’uomo e quelle della storia. «La Pasqua del Signore – ha scritto il Pontefice – non è un evento spettacolare con cui Dio obbliga a credere in Lui. […] È una chiamata a riprodurre la Pasqua nella nostra vita, diventando messaggeri e costruttori di speranza».

Il Papa ha poi rivolto un accorato appello a vivere la Risurrezione con gesti concreti di solidarietà e misericordia, portando la luce del Risorto a quanti vivono nel dolore, nella solitudine, nell’ingiustizia e nella guerra. Richiamando le parole di sant’Agostino e la mistica Hadewijch di Anversa, Francesco ha definito Cristo Risorto come “la svolta definitiva della storia umana”, invitando ogni cristiano a farsi testimone della speranza che non delude.

Un messaggio di fiducia per il mondo ferito

In un mondo segnato da ombre e incertezze, l’annuncio della Pasqua – ha ricordato il Papa – «porta la buona notizia che il male è già stato vinto» e che, anche nei momenti più bui, la luce del Risorto accompagna il cammino dell’umanità. «Facciamo spazio alla luce del Risorto! – ha esortato – E diventeremo costruttori di speranza per il mondo». Con queste parole, la Chiesa universale è entrata nel tempo di Pasqua, rinnovata dalla certezza che la morte è stata vinta e che la vita ha trionfato.

p.L.A.
Silere non possum