Gli stessi che disconoscono lo statuto sono coloro che lo hanno utilizzato. Questa è la bellezza della Verità, non cede mai il passo al bugiardo.

“Verba volant, scripta manent”
diceva Caio Tito.

La vicenda della comunità di Bose sta ancora continuando a destare l’attenzione e la preoccupazione di molti. Ahimè, la giustizia per i monaci coinvolti non arriverà da oltre Tevere.

Dopo il comunicato del  16 marzo 2021 del delegato pontificio P. Amedeo Cencini FdCC, sono arrivati due comunicati della comunità monastica retta da Fr. Luciano Manicardi.

Il primo è quello che ora andremo ad analizzare e il  secondo, come immaginavo, è la pubblicazione della lettera del pontefice che io avevo già visto e pubblicato nello scorso articolo. Qualche buon tempone ha avuto anche l’ardire di uscire dicendo: “Visto? Il Papa li appoggia”.

Vi pongo una domanda:  “Quando mai, in questo blog è emersa una mia considerazione sul fatto che il Papa non fosse il Deus ex machina di questo parricidio?”.

Perciò nulla di nuovo sotto il sole, tutti hanno agito, lo ha ribadito anche Cencini, in comunione con Pietro. Quello stesso Pietro che dice: Siate misericordiosi come il Padre vostro. Diciamo che abbiamo avuto un anno di cantilena, in ogni dove, con chi strimpellava: “Misericordes sicut Pater!”. Seh, ho visto.

Silere non possum

Come ho detto dal primo momento, su questo blog non comparirà alcuna informazione di parte. In questi giorni diversi mi hanno detto: “Ho sentito la comunità” oppure “Ho letto quello che dice il delegato”, ecc… No! Qui si analizzano i fatti, gli atti e si parla di soluzioni concrete. Non ci sono teorie di partito ma si difendono i diritti umani e la Verità. Nulla di ciò che viene scritto qui sarà “campato in aria” o detto per dire senza poterlo provare. 

Lo Statuto “contraffatto”.

Una questione che spesso mi ritrovo a spiegare anche in relazione ai processi, per fortuna mi supportano sempre degli esperti di neuroscienze, è che quando un soggetto parla non è detto che dica la verità. Addirittura, nei casi in cui lui crede di dirla. O quando in aula abbiamo testimoni che vengono a sbracciarsi in favore o contro qualcuno.  Le affermazioni delle persone possono essere, anzi sono, sempre guidate innanzitutto dalla propria visione delle cose e, non ultimo, il proprio interesse personale. Non possiamo essere così infantili da credere che le persone affermino cose che gli vanno a nuocere. Il nostro codice penale addirittura prevede la possibilità per il teste di fermarsi nella testimonianza ove si riscontri qualche elemento che possa essere un capo di imputazione. Pertanto, non date adito a coloro che dicono: “Beh ma la fonte ufficiale”Andate a chiedere ai giornalisti se le fonti ufficiali gli hanno fornito i documenti. Chiedete i documenti alle “fonti ufficiali” e vedrete come ve le daranno.
Proprio per questo motivo quando il  17 marzo 2021 la comunità di Bose ha emesso il comunicato qui sotto, ho subito pensato: “Che coraggio”. Sì, perché io ero certo che quello Statuto fosse stato presentato proprio da chi, per legge, deve rappresentare la comunità innanzi alle autorità o agli enti pubblici.

Ebbene, ho subito chiarito su questo blog che, qualora fosse emerso realmente, qualche elemento che riportasse alla contraffazione dello Statuto sarebbe stata mia doverosa premura presentare denuncia presso le autorità competenti.  Cosa vi aspettate da uno studente di giurisprudenza? 

La comunità è persona giuridica

La comunità monastica di Bose ha ottenuto il riconoscimento come persona giuridica il 01 dicembre 2010.  L’iscrizione della Comunità, ai sensi del D.P.R. 361 del 10 febbraio 2000al Registro delle Persone giuridicheè avvenuta con riconoscimento da parte del Prefetto di Biella. Atto iscritto al n.ro d’ordine 62, pag. 3 della Parte I, alla pag. 62 della Parte II.

I requisiti richiesti, oggi, dalla Regione Piemonte per ottenere il riconoscimento della personalità giuridica privata sono:

  • presenza di un atto costitutivo e statuto vigente redatti in forma di atto pubblico;
  • operatività in un ambito territoriale limitato alla sola Regione Piemonte;
  • patrimonio minimo per il riconoscimento, pari ad € 30.000,00 per le Fondazioni e pari ad € 15.000,00 per le Associazioni.

Per questo motivo, come spesso ho detto,  lo Statuto è molto importante non solo in sede ecclesiastica per il riconoscimento della associazione privata di fedeli come previsto dal libro II del Codice di Diritto Canonico, ma anche in sede civile.

Quando viene presentato lo Statuto? Quando bisogna chiedere il riconoscimento di una personalità giuridica appunto.

Oppure?  Oppure quando si chiedono i fondi alla Regione Piemonte o alle Banche.

Perché sì,  Bose non piange la fame ma ha sempre ricevuto, giustamente, molti finanziamenti dallo Stato Italiano (con gli enti pubblici predisposti) e da enti privati, per le numerose e lodevoli attività che compiva.

Chi ha dato vita e guidato queste attività? Ah, no scusate è il terribile Enzo Bianchi.



Mala tempora currunt…

A Bose, negli anni si sono svolti moltissimi convegni. La particolarità di questa realtà è proprio dovuta alla ricerca del dialogo fra confessioni cristiane differenti.  Per questo motivo è divenuta famosa e conosciuta agli occhi del mondo ed è questo il riconoscimento che si deve a Bianchi, nonostante tutte le critiche che gli si possono fare.

Ma questi convegni come venivano organizzati? Chi si faceva carico delle spese?
In questo modo andiamo così a rispondere anche al delegato pontificio, il quale con poca carità, come ho già detto, ha reso note informazioni relative a Bianchi che sono tutelate dalla privacy. Ma sicuramente la giustizia farà il suo corso (quella italiana eh! Dove tutti potranno difendersi).

Gli introiti della comunità

>Alla comunità monastica arrivano diversi introiti: i contributi da parte degli associati, le offerte, i contributi degli enti (pubblici e privati) e gli affitti dei terreni.

La Comunità ha anche due società: una è la casa editrice Qiqajon [kikaiòn] con sede a Bose e la seconda si trova proprio a Cellole, la quale si chiama Agribose. La prima è una società a responsabilità limitata costituita nel 1983 e la seconda è una società semplice costituita nel 2013.

Nelle edizioni Bianchi è soltanto un socio ed è proprietario dell’1% e in Agribose non vi è traccia alcuna di questo monaco da quando è stata costituita.

Come si evince dal registro delle imprese.

Credo quindi che sarebbe il caso che il delegato pontificio osservasse un sacro silenzio quaresimale prima di sparare sulla Croce Rossa. Se anche Bianchi avesse trattenuto per sé qualche provento dalle sue attività intellettive (libri o convegni), non appare grave agli occhi di chi scrive. Questa è un’attività lecita e che compie anche qualche altro membro della comunità che esercitava la professione medica fino a poco tempo fa.

Piuttosto ringrazierei il cielo. Se questi poveri monaci oggi avessero qualche risorsa per poter sopravvivere, ritrovandosi con un marchio in capo di “untori”, cacciati e non potendo certamente accedere ad attività lavorativa alcuna, sarebbe solo una manna dal cielo.  Proviamo a pensare a tutti quei soggetti che invitavano Bianchi a fare conferenze, tralasciando la COVID-19, chi lo chiamerebbe degli ecclesiastici oggi? Con l’ansia di fare la sua stessa fine forse?

Lo statuto presentato dalla comunità

Come abbiamo visto, gli altri proventi arrivano da enti terzi come Banche e Regione Piemonte.  Ed è qui che ci ritroviamo a dover smentire l’ufficio stampa della comunità di Bose. 

Perchè proprio a questi Enti è stato presentato questo Statuto.

Statuto + approvazione

Come mai alla Fondazione CRT, nell’anno 2017, quando sono state chieste delle erogazioni per il sostegno di attività inerenti la ricerca e l’istruzione per finanziare il XXV CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE DI SPIRITUALITÀ ORTODOSSA avete presentato questo statuto con questa norma transitoria?

La fondazione, proprio sulla base di quello statuto, ha erogato alla comunità somme di denaro cospicue.

Fondazione CRT - Bando

Regione Piemonte

Come mai questo statuto è stato presentato per ottenere i finanziamenti da parte di Regione Piemonte, sempre in merito al medesimo convegno, ottenendo 20.4000 €?

“Tali dati sono facilmente verificabili, oltre che nell’originale conservato negli archivi della comunità, anche nelle copie depositate presso…..” Cit. 

Il fuggi fuggi dal 2017

Sono sorti poi dei dubbi in merito anche alle persone che hanno lasciato la comunità. Come vi dicevo già qualche giorno fa’ in comunità a Bose si respira un clima terribile. Nessuno è più libero di fare o dire qualcosa per paura di essere additato come fazioso o ribelle. Vi avevo anche fatto vedere il foglio che il priore aveva appeso alla bacheca di comunità che titolava: ORDINE E DISCIPLINA. 

Questo titolo ha ricordato uno dei capitoli della regola ma solo dal titolo. Il tono non era affatto quello evangelico che si trova nella regola di vita dei monaci e delle monache di Bose. 

Quanti hanno lasciato Bose?

Enzo Bianchi si è dimesso da priore della comunità il 26 dicembre 2016. Un mese dopo, nella festa dei Santi abati di Cîteaux, è stato eletto Luciano Manicardi.

Nel 2017 e 2018 hanno abbandonato la comunità 7 novizi di cui un accolito. Nell’ A.D. 2019 ha lasciato 1 professo, 2 accolite e 1 novizia.

Nell’ A.D. 2020, prima del dicembre ove arrivò la visita apostolica, hanno abbandonato la comunità 1 professo e 2 professe.

Dopo l’arrivo dei tre visitatori hanno abbandonato: 1 professa e una sorella non ancora professa ma già ammessa alla professione. Due monaci sono nella condizione di extra domum.

Dall’elezione a Priore di Fr. Luciano Manicardi è entrata una sola persona. Nel giugno 2020 ha lasciato l’ultimo novizio.

Oggi il noviziato maschile di Bose è vuoto, e restano due novizie. 

Perchè non obbedisci,Enzo?

Ed ora, tutti quei grandi ecclesiologi che invitano Bianchi e i suoi fratelli ad obbedire inizino a fare un esame di coscienza. Voi avreste obbedito? Voi che siete i promotori della Chiesa aperta a tutti (tranne ai cattolici) oggi vi fare promotori dell’obbedienza medioevale? Il mondo è andato avanti, per fortuna, e anche la Chiesa deve procedere con passo svelto e senza dimenticarsi di dare uno sguardo indietro. I diritti umani fondamentali SONO DA RISPETTARE. Che ci piacciano o no le persone coinvolte. Umanità, visto che di questa si parla, significa trattare le persone con cura. Obbedire non significa chinare il capo e accettare tutto ciò che è imposto. Si obbedisce dopo aver capito, si obbedisce dopo aver avuto diritto alla propria difesa. Si obbedisce se è giusto ciò che viene imposto. Se le donne avessero obbedito al padre padrone, oggi non saremmo giunti a questo livello di parità di genere. Prima di dare consigli bisogna provarsi gli abiti e vedere come ci si sta dentro.

Soluzioni?

L’unica soluzione che si intravede in questo momento è che il delegato pontificio e la comunità facciano verità. Non servirà alcuna lettera del pontefice che dia appoggio a qualcuno per negare i diritti di Bianchi e dei sui fratelli ( Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi). Bose è una realtà su suolo italiano e sarà lo Stato Italiano a decidere in merito ai diritti delle persone. I decreti e quanto altro, i quali giungono da oltre Tevere, possono solo destare l’attenzione della gente su una Chiesa che parla di misericordia e di amore ma poi tratta i suoi figli in questo modo. Non avranno alcuno spazio nel nostro ordinamento, il quale prevede diritti e garanzie per tutti. Venga rispettata la dignità di queste persone e si arrestino le lingue. Qui l’unica cosa certa è che queste persone sono state diffamate e auspico abbiano l’intelligenza di procedere nelle opportune sedi.

“Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.”

Isaia 49, 15

F.P.

Silere non possum