Città del Vaticano – Nell’Aula Nuova del Sinodo si è svolta oggi, martedì 29 aprile 2025, la sesta Congregazione Generale Preparatoria in vista del Conclave che condurrà all’elezione del nuovo Pontefice. L’assemblea, composta dai cardinali e alcuni vescovi a servizio del Sacro Collegio, ha visto come momento centrale una meditazione spirituale. Erano presenti 183 cardinali, di cui 124 elettori.
L’abate Ogliari ha invitato i cardinali a considerare il Conclave non come un “luogo chiuso a chiave”, ma come un autentico “Cenacolo”, un luogo cioè aperto sul mondo intero, abitato dalla libertà dello Spirito che, ha detto, “ringiovanisce, purifica, crea”. Ha auspicato che lo Spirito Santo sia “il protagonista principale” dei dialoghi e delle dinamiche, anche dialettiche, che caratterizzano ogni consesso umano, affinché Egli “accenda le menti e illumini gli occhi” per il bene della Chiesa e dell’umanità. Il momento è stato descritto dal predicatore come “gravido di conseguenze per la Chiesa”: la scelta del nuovo Papa non può essere affidata solo a strategie umane, ma deve nascere da un cuore riconciliato, da un’anima pacificata, da una mente rivolta a Cristo. “È Lui che la Chiesa è chiamata ad annunciare e testimoniare”, ha ribadito, ammonendo che senza Cristo “la Chiesa sarebbe solo un’istituzione fredda e sterile”. Per questo ha esortato i porporati a “riposizionarsi” ogni giorno su questa certezza, per non essere travolti dalle lusinghe del mondo o dalle sue false vie di fuga.
Il monaco ha richiamato l’esigenza di apprendere da Gesù la mitezza, l’umiltà, l’amore misericordioso e compassionevole. Solo una Chiesa radicata in Cristo, ha sottolineato, può essere “aperta, coraggiosa, profetica”, rigettando “parole e gesti violenti” e facendosi voce di chi non ha voce. Una Chiesa che, fedele al Vangelo, diventi “maestra di fraternità”, promotrice di rispetto e dialogo, costruttrice di ponti e non di muri.
Il predicatore ha poi affrontato con lucidità le molteplici sfide che oggi interrogano la Chiesa: il mutamento antropologico profondo, le guerre fratricide, le autocrazie emergenti, i nazionalismi, l’egemonia del profitto nel post-capitalismo, la devastazione ambientale, le minacce legate alle nuove tecnologie, le migrazioni e l’incapacità politica di rispondervi con umanità, la secolarizzazione aggressiva delle società occidentali. Di fronte a questi crocevia epocali, ha esortato la Chiesa a perseguire “senza timore” la via del dialogo, da vivere non come strategia ma come parte integrante della sua missione. Alcuni riferimenti sono stati fatti agli abusi, alle donne e al sinodo, perché Ogliari ha da subito considerato questa meditazione come un trampolino di lancio ed auspica di far colpo sul Sacro Collegio per poter ottenere l’episcopato. Temi, però, che non sono e non devono essere affatto la preoccupazione degli elettori.
Non sono mancate riflessioni sulle difficoltà interne alla Chiesa, tra cui la rarefazione delle vocazioni sacerdotali e religiose — una crisi che, forse Ogliari lo ha dimenticato, non di rado dipende anche da chi guida abbazie e diocesi disinteressandosi delle vocazioni che il Signore continua a suscitare. Ha parlato della necessità di ricercare nuovi linguaggi capaci di raggiungere l’uomo contemporaneo, ribadendo che questa non è “sterile autocommiserazione”, bensì un appello a non dimenticare il bene immenso che la Chiesa continua a compiere nel mondo, anche là dove vivere la fede significa affrontare l’ostracismo o la morte.
La meditazione si è conclusa con un invito a riconoscere, anche tra le pieghe della sofferenza e della storia, “la presenza viva del Risorto”, che non abbandona la sua Chiesa, ma la accompagna, la guida e la rinnova.

Cosa è accaduto in aula?
Questa mattina, inoltre, nell'aula nuova del Sinodo si è conclusa la lunga diatriba sul Cardinale Giovanni Angelo Becciu. I porporati non avevano accolto positivamente le esternazioni che il Prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi aveva fatto ad una giornalista sarda nei giorni scorsi. "Rilasciare interviste in una situazione così delicata non è affatto prudente. Nella situazione in cui si trova, non per colpa nostra ma per quanto ha scelto di fare il Papa, è incredibile che abbia delle pretese", commenta un cardinale di curia. Il sentore comune del Collegio è chiaro: Francesco ha compiuto un atto senza precedenti, poco chiaro e anche molto grave ma è l'atto del Papa sul quale è difficile poter dire qualcosa. Inoltre, è una questione che ha interessato in particolare i cardinali di curia e anziani, ma i giovani e stranieri se ne sono disinteressati fin da subito dando per scontato ciò che era stato detto in passato.
"Certo, ci sarà da riflettere in Sistina anche su questo atto che rischia di essere molto politico. Pensiamo se fosse stato commesso da altri Papi e non da Francesco che aveva il favore della stampa. Siamo tornati ai tempi in cui il Pontefice agiva politicamente e per interessi ben diversi da quelli della Chiesa. Se passa questa scelta senza alcuna riflessione, allora qualunque Papa potrà escludere tutti i cardinali creati dai predecessori in un futuro Conclave, ad esempio. Come è stato fatto notare, infatti, il fatto che potesse partecipare ai Concistori in abito corale e ora non può partecipare al Conclave significa proprio togliergli quel diritto/dovere che permette l'elezione di un Papa, ovvero una scelta con conseguenze politiche. Significa anche dire: divido i diritti e doveri. Ne hai alcuni ma non altri. Questo è ciò che Francesco ha fatto in questi anni e qualcuno ha osato dire che il Papa è libero di fare ciò che vuole. No, non è così. Il Pontefice è sottomesso al diritto divino e al Vangelo. Non scherziamo, altrimenti rischiamo di perdere di credibilità sul serio", spiega il porporato di curia.
È chiaro che se questa scelta fosse stata fatta da un conservatore ai danni di un progressista, ci sarebbero i titoli di giornale che impazzirebbero nell'affermare che "il Papa politico elimina gli avversari", ma la storia è quella che è e la conosciamo. Al termine di una discussione accesa, nella quale sono stati tirati fuori anche alcuni documenti rimasti segreti fino ad oggi, il cardinale Becciu ha scelto di rilasciare una dichiarazione nella quale annunciava di tirarsi indietro, come gli è stato consigliato di fare da diversi prelati.
È stato comunicato che due cardinali non saranno presenti al Conclave per questioni di salute. Sono stati una ventina gli interventi dei porporati.
La prossima Congregazione generale preparatoria si svolgerà domani, mercoledì 29 aprile 2025, alle ore 9. Questo pomeriggio, alle ore 17 l’Arciprete della Basilica Vaticana presiederà la Santa Messa in suffragio di Papa Francesco alla presenza dei Capitoli delle Basiliche Papali.
Oggi, inoltre, sono state firmate due Notificazioni dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice: Mercoledì 7 maggio 2025, alle ore 10.00, nella Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa «per l’elezione del Romano Pontefice», presieduta da S.E.R. il Sig. Card. Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Nello stesso giorno, alle ore 16.30, avrà luogo l’ingresso in Conclave e il giuramento dei Cardinali elettori, secondo quanto previsto dai numeri 29-44 dell’Ordo Rituum Conclavis.
p.A.S.
Silere non possum