Papa Francesco il 6 gennaio 2022 ha firmato la Costituzione Apostolica In Ecclesiarum Communione con la quale aveva in mente di riformare completamente il Vicariato di Roma. Gli uomini che il Pontefice ha scelto per attuare questa riforma sono tutti noti alle cronache per aver creato più problemi di quanti ne possano aver risolti. In questi giorni Silere non possum sta rendendo pubbliche solo alcune delle tante criticità che vi sono nella gestione della diocesi di Roma. Se il bilancio del Pontificato venisse fatto a partire dalla diocesi di cui il Papa è vescovo bisognerebbe mettersi le mani nei capelli.
A febbraio Silere non possum ha reso nota una lettera del Vicegerente indirizzata ai parroci per chiedere la restituzione di alcuni prestiti. Un tono ed una protervia che non si era mai vista all'interno di quella che dovrebbe essere una struttura pastorale, impegnata ad aiutare e supportare i sacerdoti all'interno delle loro parrocchie. Tutto questo avviene a nome di Papa Francesco che, fin dall'inizio del suo pontificato, aveva più volte parlato delle "parrocchie di periferia". Evidentemente, però, in Vicariato ci sono problemi economici. Nelle scorse settimane qualcuno ha dovuto attingere qua e là per poter pagare gli stipendi dei dipendenti. Del resto, cosa pretendiamo? Questa sponsorizzazione del laicato ci costerà cara e lo vedremo andando avanti. Nessuno di questi entra nel Palazzo Lateranense - neppure altrove - gratis et amore Dei.
Le commissioni istituite con la nuova Costituzione, però, hanno lavorato ed hanno evidenziato che "tutti gli immobili concessi in locazione [dal Vicariato] presentano situazioni di morosità in relazione a canoni di locazione maturati e non corrisposti". "Morosità - continua la nota del notaio a cui è stata affidata l'analisi - che, come si avrà modo di verificare, in alcuni casi, raggiungono anche importi considerevoli, ma soprattutto evidenziano una situazione di non comprensibile inerzia in quanto, dalla documentazione in possesso, non risulta svolta alcuna attività volta al recupero coattivo di tali crediti maturati”.
Come è possibile che questa nota sia datata 13 giugno 2023 e Renato Tarantelli con tutti i suoi collaboratori non abbia provveduto a scrivere una lettera a questi debitori? Baldo Reina prende carta e penna e fa la voce grossa con quei poveri parroci che non hanno neppure i soldi per arrivare a fine mese e non si provvede al recupero crediti di soggetti che pagano cifre irrisorie per degli immobili enormi?
«A parte alcune eccezioni - sottolinea sempre la nota - in tutti gli altri casi non si ha evidenza di alcun mandato professionale conferito dal Vicariato ai propri Legali di fiducia volti appunto alla tutela delle ragioni e degli interessi del soggetto locatore».
Non solo queste persone non pagano ma dovrebbero corrispondere dei canoni che sono imbarazzanti. Si legge: «Ciò che emerge con immediata chiarezza è la palese incongruenza dei canoni locativi pattuiti, trattandosi di importi che non corrispondono alle attuali quotazioni di mercato avuto riguardo alla circostanza che, in gran parte dei casi, trattasi di immobili ubicati nel centro storico della città di Roma e spesso facenti parte di complessi di particolare pregio». Papa Francesco in Vaticano ha addirittura adeguato i canoni dei membri del Sacro Collegio e il Vicariato di Roma concede ai laici degli immobili in locazione a cifre risibili?
Già a giugno 2023 il notaio scriveva: «Conclusivamente, a parere dello scrivente, si ritiene urgente sottoporre all'attenzione del Consiglio Episcopale tale situazione di criticità affinché si proceda tempestivamente ad una riorganizzazione al fine di addivenire ad una compiuta razionalizzazione, nella gestione locativa degli immobili di cui trattasi». Ad oggi, però, Renato Tarantelli e Baldo Reina non hanno provveduto a fare alcunché. Probabilmente sono troppo impegnati a portare a Santa Marta decreti da firmare che poi si rivelano inconsistenti.
d.S.A.
Silere non possum