Città del Vaticano - Un evento speciale si è svolto oggi pomeriggio nella Basilica di San Pietro, quando Papa Leone XIV ha fatto un’apparizione a sorpresa per salutare i partecipanti al Pellegrinaggio giubilare per la pace in Africa, in occasione della 62ª Giornata Internazionale dell’Africa. L'incontro ha visto riuniti numerosi ambasciatori africani accreditati presso la Santa Sede e la Repubblica Italiana, insieme a collaboratori e familiari, per un totale di circa cinquecento partecipanti.

Al termine della Santa Messa presieduta dal cardinale Peter Turkson, Leone XIV ha voluto rendere omaggio con la sua presenza a un evento che sottolinea il profondo legame tra la Chiesa cattolica e il continente africano. Il Papa ha definito il pellegrinaggio “una grande testimonianza che il continente africano offre al mondo intero”, ribadendo l'importanza della speranza come cammino comune, soprattutto in un tempo segnato da conflitti, povertà e sfide sociali.

Il saluto del Papa: «Siate segni di speranza»

Nel suo discorso, breve ma pieno di gratitudine, Leone XIV ha esordito con un caloroso: «Buon pomeriggio a tutti voi, in particolare ai rappresentanti», invitando i presenti a sedersi mentre lui stesso ha scelto di restare in piedi. 

«Sono venuto per darvi il benvenuto a Roma, in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, e per unirmi a voi in questo pellegrinaggio giubilare durante l’Anno Santo»
, ha detto il Pontefice, ricordando che ogni battezzato è chiamato a essere “segno di speranza” nel mondo. Un messaggio forte, che ha risuonato con particolare intensità nel contesto di un pellegrinaggio dedicato alla pace in Africa, continente spesso colpito da guerre civili e tensioni politiche.

«È la nostra fede che ci dà forza
— ha proseguito Leone XIV — che ci permette di vedere la luce di Gesù Cristo nella nostra vita». Una fede che, secondo il Papa, non deve essere relegata alla sola pratica domenicale o a momenti straordinari come i pellegrinaggi, ma vissuta ogni giorno, in ogni gesto, mettendo i doni ricevuti da Dio al servizio degli altri.

Una Chiesa universale che cammina con l’Africa

Il Santo Padre ha ringraziato personalmente gli ambasciatori e i partecipanti per la loro testimonianza cristiana, ricordando che non sono soli nel loro cammino. «Siete già molto ben accompagnati», ha detto, citando il cardinale Turkson, il cardinale Arinze e l’arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, tutti africani e protagonisti del dialogo tra il continente e la Chiesa universale. Con parole semplici ma profonde, Leone XIV ha concluso il suo intervento dicendo: «Grazie per aver vissuto la vostra vita, la vostra fede in Gesù Cristo». Un gesto di affetto e riconoscenza che ha toccato profondamente i presenti.

Un segno di unità e di pace

L’incontro odierno si inserisce in un più ampio calendario di eventi del Giubileo 2025, dedicato alla speranza. Il pellegrinaggio degli ambasciatori africani rappresenta un simbolo di unità, fratellanza e impegno per la pace, unendo diplomazia, spiritualità e testimonianza cristiana in un contesto di riflessione e preghiera.

La visita del Papa, seppur breve, è stata un gesto potente di vicinanza e attenzione verso l’Africa, che conferma la centralità del continente nel cuore della Chiesa. E in un mondo segnato da tensioni, l’invito di Leone XIV a diventare «segni di speranza» risuona come un appello universale alla responsabilità e alla fraternità.

L.R.
Silere non possum