Alla Pontificia Università Lateranense arriva un commissario nominato dal Papa

"Voi, dunque, costituite a titolo speciale l’Università del Papa: titolo indubbiamente onorifico, ma per ciò stesso oneroso". Sono queste le parole che Papa Giovanni Paolo II indirizzò alla comunità accademica del Laterano il 16 febbraio 1980. L'Università Pontificia Lateranense si trova, peraltro, all'interno della zona extraterritoriale e, pertanto, è anche l'unica in territtorio vaticano. Ma oggi si può ancora dire che la Lateranense è l'università del Papa? Facciamo una breve divagazione per spiegare in che stato versano certe istituzioni che sono il fulcro della vita ecclesiale sopratutto qui in Vaticano.

Vicende giudiziarie

Nel maggio 2022 la Suprema Corte di Cassazione ha pronunciato, a Sezione Unite, una sentenza (12442/2022) che non solo è vergognosa ma dimostra anche come al Palazzaccio non abbiano ben chiaro cosa sia il diritto internazionale, il diritto ecclesiastico. Del resto è risaputo che la Corte di Cassazione italiana è una delle peggiori nel panorama europeo. Per quanto riguarda il diritto ecclesiastico poi non ne parliamo, visto che nei corsi di qualsiasi università della penisola questa materia è prevista come corso opzionale e viene svolta un tanto al chilo. I risultati sono evidenti, avvocati e magistrati hanno una competenza pari a 0 riguardo al diritto canonico ed ecclesiastico. 

Aggiungiamo, inoltre, l'incompetenza dei soggetti che Papa Francesco ha posto alla guida della Segreteria di Stato ed il gioco è fatto. La vicenda trae origine dalla contestazione di un provvedimento, emesso dall'Università Lateranense, il quale respingeva la domanda di ammissione al ciclo di dottorato in diritto civile di un giovane giurista. L'Università lo rifiutò perchè non riteneva valido il titolo di laurea conseguito dallo studente. Il giovane giurista si rivolge al Tar del Lazio. Già questo ci fa comprendere le competenze di questi soggetti.

Già con la Sentenza Cass. Sez. Un. n. 2154/2017 la Corte aveva specificato che le Università Pontificie non possono essere annoverate quali "enti centrali della Chiesa cattolica". E in questo hanno assolutamente ragione a Piazza Cavour. Addirittura il Segreterio di Stato Pietro Parolin firmò una Dichiarazione (prot. n. 101.993/P /2019) con la quale riferiva che la PUL è un ente centrale della Chiesa Cattolica. Il discorso qui sarebbe molto articolato e potremmo trattarlo certamente in un articolo di approfondimento, ma qui sorgono due problematiche. In primo luogo non si può ritenere la PUL un ente centrale. "Ente centrale" è una dicitura che non esiste nè in diritto canonico nè in diritto ecclesiastico. Compare solo nel Trattato agli artt. 11 e 17 ma non vi è una definizione. Durante i vari gradi di giudizio, infatti, si è discusso molto in riferimento a questo punto, anche perchè non vi è un elenco preciso e definitivo di quali siano questi enti centrali. Mancanza, questa, della Santa Sede che come al solito pone in posti delicati persone incompetenti.

In secondo luogo, la magistratura italiana entra, ancora una volta, in questioni che non le riguardano affatto. L'Accordo di Villa Madama all'articolo 14 prevede: "Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazione delle disposizioni precedenti, la Santa Sede e la Repubblica italiana affideranno la ricerca di un'amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata". I giudici italiani, da tempo, come si direbbe a Roma, "se so allargati". L'idea è quella di poter decidere su tutto ma non funziona così. Questo non è l'unico caso in cui la magistratura ingerisce in questioni ecclesiasticistiche che non le competono affatto. Ovviamente dalla Santa Sede assistiamo ad amebe che guardano queste vicende tacendo o con totale incompetenza balbettano qualche timida opposizione.

L'errore in questo caso, infatti, è proprio quello di definire la Pontificia Università Lateranense un Ente Centrale della Chiesa Cattolica. Chiaramente non è così. La difesa della PUL avrebbe dovuto intervenire immediatamente, la Santa Sede ugualmente, riferendo che questo è Stato della Città del Vaticano e l'Università è del Vaticano. Quando mai il giudice di Sanremo si permetterebbe di giudicare l'operato dell'Università di Mentone? Ma stiamo scherzando? La competenza giuridica di questi avvocati e di questi magistrati dov'è?

Inoltre, i giudici italiani si arrampicano sugli specchi facendo considerazioni in merito alla questione iure gestionis e iure imperii. La Corte, infatti, ritiene il provvedimento della PUL un atto iure gestionis. Tutte queste considerazioni vengono meno nel momento in cui, come abbiamo affermato pocanzi, la Santa Sede dice: "Questo è Stato della Città del Vaticano, non è vostra competenza". Preso atto, però, che in Segreteria di Stato siede gente ben poco competente, nel momento in cui il Segretario di Stato dice: "Questo è un Ente Centrale della Chiesa Cattolica", quel documento è un atto iure imperii e su quello non si può stare a questionare. La Santa Sede sta rischiando moltissimo con queste cessioni, non dimentichiamoci che facendo in questo modo apriremo la porta ad ingerenze sempre peggiori.

L'aspirante dottorando avrebbe dovuto rivolgersi al tribunale civile vaticano che è l'unico ad avere competenza in merito. La Corte di Cassazione poi ha fatto una serie di scivoloni assurdi. Ha considerato la PUL una università pontificia come le altre. Difatti, si è appoggiata sulla precedente decisione che si riferiva alla Pontificia Università Gregoriana. Per quanto oggi Francesco consideri la PUG l'università del Papa, questa non ha di certo lo stesso status della PUL. La Gregoriana si trova in territtorio italiano ed è eretta dalla Santa Sede, la Lateranense è in territtorio extraterrittoriale. L'articolo 1 dello Statuto della PUG recita: "La Pontificia Università Gregoriana è una istituzione di educazione superiore canonicamente eretta dalla Santa Sede, affidata alla Compagnia di Gesù". Non gode quindi di alcuni privilegi. Si pensi ad esempio che il Gran Cancelliere della PUG (art. 3 § 2 statuto) è il Prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica (Oggi Dicastero per la Cultura e l'Educazione). Per la PUL, invece, il Cancelliere è il Vicario per la diocesi di Roma. 

Commissariata la PUL

Abbiamo raccontato questa vicenda perchè è emblematico anche che gli avvocati della Pontificia Università Laternanse non abbiano fatto queste considerazioni che sono elementari. Non dimentichiamo che Papa Francesco nel 2018 ha piazzato a capo della Università, per la prima volta, un laico: Vincenzo Buonomo. Questo perchè la retorica sui laici è un argomento che sta tanto a cuore al Pontefice. Ecco i risultati. Da quando è nata, la PUL è stata guidata da presbiteri, durante il Pontificato del Santo Padre Benedetto XVI il Rettore era un vescovo di spiccate qualità, proprio per dimostrare l'attenzione del Papa alla sua università. Oggi non è più così.

Nonostante lo stesso Francesco abbia messo Buonomo a capo dell'ateneo, oggi il Papa la commissaria. Da qualche mese, infatti, al Laterano è giunto Monsignor Giacomo Canobbio, discutibile presbitero della diocesi di Brescia. Un uomo che non ha mai messo l'abito ecclesiastico e va sempre in giro con delle camicie lise. C'è da chiedersi come mai questi preti non vogliano vestirsi da preti, cosa devono fare di così strano da vergognarsi dell'abito?

Come mai il Papa ha inviato questo prete alla PUL? Quali problematiche ci sarebbero che Francesco vuole risolvere? L'operato del primo rettore laico non è stato buono in questi anni? Le uniche realtà che il Papa non commissaria sono quelle degli amici: la Pontificia Università Gregoriana non ha nessun problema? Non la commissariamo? Abbiamo commissariato tutte le realtà laicali, Sant'Egidio? Non ha alcun problema? Il via vai di Riccardi dagli appartamenti cardinalizi e da Santa Marta saranno forse il motivo per cui quella realtà non viene toccata? La tecnica di Francesco sembra sempre essere la medesima: braccio di ferro con i nemici, mano tenera e misericordiosa con gli amici. Lo abbiamo visto con la vicenda di Oscar Zanchetta, Oscar Cantoni e Óscar Maradiaga. Sarà forse il nome che attira Francesco? Non dimentichiamo poi il Cardinale Godfried Maria Jules Danneels, uomo molto caro a Francesco e che fece una battaglia per farlo eleggere nel 2013, che venne registrato anche dalla vittima di abusi sessuali da parte di un prete della sua diocesi. Danneels non solo coprì il prete pedofilo ma insultò la vittima dicendogli che doveva tacere e di smetterla. Danneels apparve, soddisfatto e sorridente, alla loggia di San Pietro quel 13 marzo 2013. Francesco si presentava al mondo, per la prima volta, con un uomo che aveva coperto dei preti pedofili. Questo è Jorge Mario Bergoglio. Un uomo che usa due pesi e due misure.

L.I.

Silere non possum