Father Ivan Rupnik will not preach the exercises in Loreto.

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Martedì 27 dicembre 2022, al termine di un ricevimento per la premiazione di alcuni registi sloveni, la Ministra della Cultura della Repubblica Slovena, Asta Vrečko ha invitato Padre Marko Ivan Rupnik a restituire il Premio Prešeren.

Si tratta della più alta onorificenza nel campo artistico, in passato anche scientifico, consegnata ogni anno ad un eminente artista sloveno. Ogni 7 febbraio, vigilia della festa nazionale della cultura, viene conferito questo premio per commemorare l’anniversario della morte del poeta romantico sloveno France Prešeren.

Il 07 febbraio 2000, il gesuita Rupnik fu insignito di questa alta onorificenza grazie al lavoro svolto nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico.

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Simul stabunt simul cadent

I quotidiani sloveni hanno anche intervistato il presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo Prešeren, Jožef Muhovič il quale ha ricordato che Rupnik ha diritto alla presunzione di innocenza fino a quando un tribunale civile non lo riconosca colpevole.

È doveroso qui ricordare che per quanto riguarda la presunzione di innocenza, Muhovič ha certamente ragione ma le decisioni del tribunale ecclesiastico e della Santa Sede hanno la stessa autorevolezza e validità del tribunale sloveno. Per questo motivo, per quanto riguarda l’assoluzione del complice nel de sexto è bene ricordare che Marko Ivan Rupnik è stato già CONDANNATO. 

Esercizi spirituali a Loreto

Il 05 dicembre 2022, Silere non possum ha reso noto che Padre Marko Ivan Rupnik risultava come predicatore degli esercizi spirituali per i presbiteri in programma presso la Santa Casa di Loreto a febbraio 2023.

Nonostante questo, Padre Arturo Sosa ha riferito che Rupnik si è sempre attenuto alle restrizioni imposte. Abbiamo più volte chiesto spiegazioni al Prelato S.E.R. Mons. Fabio Dal Cin ed oggi è stato reso pubblico che Rupnik non predicherà quegli esercizi.

Allo stesso tempo, però, è stato sostituito con Padre Ivan Bresciani. Questo gesuita non condivide solo lo stesso nome con Rupnik ma è stato "una sua creazione", riferiscono alcuni suoi confratelli gesuiti. Bresciani è il vice direttore del Centro Aletti, è stato fino al 2020 il provinciale dei gesuiti in Slovenia.

Ivan Bresciani figurava anche fra i possibili successori di S.E.R. Mons. Jurij Bizjak, quale vescovo di Capodistria ma il Dicastero per i Vescovi sembra aver messo un veto. Per fortuna, osiamo dire. Se Marko Ivan Rupnik in questi anni ha continuato, indisturbatamente, a svolgere il suo ministero nonostante le restrizioni della Compagnia di Gesù, infatti, non si può sostenere che questi sacerdoti e membri del Centro Aletti non sapessero nulla. 

Da quando abbiamo dato la notizia di questa grave copertura in favore di Rupnik, il Centro Aletti non ha mai proferito parola. Pudor si quem non flectit, non frangit timor, scriveva Publilio SiroAnche quelle realtà che riferiscono di aver interrotto le collaborazioni con il gesuita sloveno, in realtà non potranno stracciare i contratti in essere, sicuramente il tutto verrà dato in mano al Centro Aletti e si tratterà comunque di una operazione di marketing, come del resto è di moda in questo momento nei sacri palazzi. Non si può però pensare che queste persone non sapessero. La lettera che abbiamo pubblicato in esclusiva è stata indirizzata anche a loro e alcune testimonianze riferiscono che alcuni abusi sarebbero avvenuti proprio all'interno del Centro. Far finta che il Centro Aletti non sia coinvolto in questa storia significa, ancora una volta, voler coprire l'operato di chi ha, o pensa di avere, le spalle coperte.

Il potere logora

Si tratta di una storia già vista, quando si è potenti e celebri tutti ci cercano; quando si cade in disgrazia, però, nessuno vuole più saperne nulla. Ora è chiaro che la maggior parte di coloro che stanno utilizzando da anni la questione degli abusi per attaccare la Chiesa, in questa storia ci sguazzano. Anche la Slovenia, che prima ha premitato Rupnik solo perchè ha decorato la cappella del Papa, ora è pronta a sconfessarlo pubblicamente. Il potere è così, logora. Quando il ministero sacro viene messo in secondo piano, questo rischio è altissimo. Giovanni diceva: "Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca" [Gv 3, 30]. Questa colpa è in capo alla Chiesa stessa, come istituzione, che troppo spesso negli ultimi anni ha creato dei veri e propri guru. Rupnik come artista e teologo, altri come predicatori, altri come calamite per i giovani. Tutti sotto i riflettori, tutti ad accrescere il proprio ego. Ministri sacri e laici. Cristo dov'è? 

La triste vicenda di Marko Ivan Rupnik non può non insegnarci qualcosa. Dobbiamo imparare da questa storia per tornare a formare presbiteri e laici che abbiano chiaro che la Chiesa non può essere il loro trampolino di lancio. In questo modo si combatte l'abuso, mettendo a frutto i talenti, ma senza illudere queste persone di essere piccoli supereroi. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile.

L.M e S.I.

Silere non possum