Father Hans Zollner resigned from the Pontifical Commission for the Protection of Minors

Quando è scoppiato il Rupnik Case, qualcuno lo disse: “Cadendo si porterà dietro un po’ di gente”. Oggi, 29 marzo 2023, la Pontificia commissione per la tutela dei minori, presieduta da S.E.R. il Sig. Cardinale Sean Patrick O’Malley ha comunicato che il Reverendo Hans Zollner si è dimesso. 

Il gesuita faceva parte della Commissione sin dalla sua nascita. Il Sommo Pontefice istituì questo ente con chirografo del 22 marzo 2014. 

I compiti della Commissione, stabiliti dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, sono: “fornire al Romano Pontefice consiglio e consulenza” e “proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili”. Ha anche il compito di “assistere i Vescovi diocesani/eparchiali, le Conferenze episcopali e le Strutture gerarchiche orientali, i Superiori degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e le loro Conferenze nello sviluppare strategie e procedure opportune, mediante Linee Guida, per proteggere da abusi sessuali i minori e le persone vulnerabili e fornire una risposta adeguata a tali condotte da parte del clero e di membri degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, secondo le norme canoniche e tenendo conto delle esigenze del Diritto civile”. 

Zollner non fece nulla contro Rupnik

Come Silere non possum ha denunciato in questo articolo, Hans Zollner non ha mai preso alcuna iniziativa contro Marko Ivan Rupnik. Entrambi, infatti, fanno parte della Compagnia di Gesù. Il presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana ricevette anche la lettera di una consacrata che denunciava i gravi atti che aveva subito. 

Zollner, però, non diede alcuna risposta e non fece arrivare la lettera alle autorità ecclesiastiche competenti. Mentre si aggira per le diverse sacre stanze ad insegnare agli altri come denunciare gli abusi, Zollner ha tentato di coprire Marko Rupnik. Solo dopo i numerosi interventi con i quali lo chiamavamo a rispondere, il gesuita tedesco si è rivolto ai “giornalisti servi” per rilasciare interviste dove condannava Rupnik ma non ha mai spiegato perchè non è intervenuto quando il caso era “segreto”. 



Il particolare cammino di Zollner

Il cammino del gesuita tedesco è particolarmente travagliato. Dal 2010 è stato preside dell'Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana, fondato nel 1971. Nel 2019, a seguito di numerose frizioni con il team, venne sostituito. A succedergli fu chiamato Stanislaw Morgalla, il quale riscontrò diversi problemi di gestione.

Dal 2012, però, Zollner seguiva anche il Centre for Child Protection che era, appunto, associato all'Istituto di Psicologia della PUG. Appena terminato il suo mandato all'Istituto, il gesuita tedesco non aveva alcuna intenzione di dipendere da Morgalla. Andò a perorare la causa presso il Cardinale Versaldi alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Ovviamente il tema era particolarmente "attuale" e, cavalcando l'onda, Zollner fece di tutto perchè nel 2021 si arrivasse a trasformare il Centro in un vero e proprio Istituto di Antropologia

In questo modo, Zollner si poneva a capo della sua struttura e poteva agire indisturbato con un vero e proprio corpo docenti. L'amicizia con la stampa ha anche permesso che quest'uomo venisse definito "il più grande esperto di abusi". Ma quali sarebbero le competenze e gli studi che qualcuno dovrebbe avere per potersi dire tale? Come al solito ci troviamo nel campo, tipicamente italiano, di chi sventola titoli.

In breve tempo, quindi, Zollner si è assicurato un posto a Roma ed è diventato il paladino dei diritti. Molto spesso parla di casi di abuso, di denunce, ma non ha alcuna competenza giuridica. I suoi interventi, infatti, sono tutti volti a condannare chiunque senza neppure considerare le diverse problematiche che sorgono quando si avvia un procedimento. Il suo rapporto con i confratelli presbiteri è praticamente inesistente e volto ad elargire giudizi. Anche nei confronti delle Conferenze Episcopali non ha mai risparmiato le sue invettive.

Molti prelati, infatti, quando sono venuti a conoscenza del fatto che aveva ricevuto una lettera da parte di una consacrata che denunciava abusi e non aveva fatto nulla, hanno storto un po' il naso. La storia, quindi, conferma che chi punta il dito contro gli altri, alla fine, non è più pulito di loro. Oggi, per Zollner, la partita alla Pontificia commissione per la tutela dei minori termina qui ma, chiaramente, Angelo De Donatis lo ha promosso in Vicariato. 

L.M.

Silere non possum

COMUNICATO

“La Commissione è stata informata che padre Hans Zollner SJ ha chiesto di essere sollevato dalle sue funzioni di membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. P. Hans mi ha detto di essere giunto a questa decisione dopo aver riflettuto sulla sua recente nomina a consulente per la tutela dei minori della diocesi di Roma. Alla luce di questa e di tutte le altre sue responsabilità, ha chiesto di essere esonerato dal suo posto nella Commissione e il Santo Padre ha accolto la sua richiesta con i più sentiti ringraziamenti per i suoi molti anni di servizio.

Come membro rimasto del gruppo fondatore, p. Hans è stato una presenza costante nel corso degli anni, quando abbiamo visto la nostra Commissione crescere e trovare la sua strada come centro per la salvaguardia in tutta la Chiesa. Ha contribuito a dare forma e ad attuare molti dei progetti e dei programmi che hanno trovato origine nelle deliberazioni della Commissione, in particolare il Vertice globale del febbraio 2019.

Attraverso le numerose formazioni che ha fatto a vescovi e leader religiosi nel corso degli anni, viaggiando in tutto il mondo, è diventato un ambasciatore della salvaguardia e continuerà a essere una presenza costante in questo importante lavoro attraverso i suoi ruoli di direttore dell’Istituto di Antropologia dell’Università Gregoriana e di consulente della Diocesi di Roma per la salvaguardia. Siamo ansiosi di continuare a collaborare con padre Hans nel nostro comune impegno di rendere la Chiesa una casa sicura per tutti”.