Cardinal Marc Ouellet has been accused of sexual assault in a class action lawsuit in Canada.

“Occorre esercitarsi a smascherare le varie modalità di manipolazione, deformazione e occultamento della verità negli ambiti pubblici e privati. Ciò che chiamiamo “verità” non è solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo. È anzitutto la ricerca dei fondamenti più solidi che stanno alla base delle nostre scelte e delle nostre leggi”.

Sono le parole che Papa Francesco ha affidato all’Enciclica Fratelli TuttiParole che risuonano nella nostra mente quando vediamo i giornalisti avvoltoi che si impegnano in un fantastico copia e incolla di notizie non verificate, non approfondite ma sapientemente ponderate secondo gli interessi di chi devono servire. Nelle scorse ore, ancora una volta, la stampa canadese ha riportato la notizia di un comunicato stampa messo in rete da uno studio legale, che ha avviato una azione collettiva contro alcuni membri dell’Arcidiocesi di Quebec (Canada).

La CBC ha riferito che questa class action è stata scoperta da un gruppo investigativo di Radio Canada. Che grande scoperta, sono gli stessi legali che hanno diramato questo comunicato. Una fatica immane devono aver fatto questi giornalisti, ci ricordano alcuni sedicenti vaticanisti che stanno seduti alla scrivania in attesa del messaggino che li informa dell’ultima novità, dell’ultimo tweet. Questo quando non copiano e incollano dai blog e dai siti degli altri.

La class action

Al giudice viene chiesto di individuare le principali questioni di fatto e di diritto da affrontare collettivamente. Si tratta quindi di un atto introduttivo che chiede al giudice di aprire un giudizio per poter poi stabilire se i querelanti e i membri della class action hanno subito violenza sessuale, se i presunti aggressori nell'azione collettiva erano dipendenti dell'Arcidiocesi all'epoca delle presunte aggressioni, se i convenuti sono responsabili in qualità di committenti per le aggressioni sessuali commesse dai loro dipendenti, se i membri dell'Arcidiocesi hanno commesso qualche illecito diretto nei confronti dei membri della class action, se sono stati responsabili di danni diretti ai membri della class action in relazione alle presunte aggressioni sessuali, se erano a conoscenza delle violenze sessuali, non hanno agito con diligenza per fermare le violenze, se l'Arcidiocesi ha tentato di coprire le violenze sessuali commesse dai propri dipendenti sui membri della class action e se membri della class action hanno diritto a un risarcimento da parte dei Convenuti per i danni derivanti da queste presunte aggressioni sessuali e comportamenti scorretti.

Alcune considerazioni

In queste ore molte testate giornalistiche hanno rilanciato la notizie dicendo che "un cardinale importantissimo" è accusato di violenza sessuale. Come sempre la stampa si concentra più sull'autore (presunto) della violenza piuttosto che sulla vittima (presunta). Siamo certi che il 90% dei giornalisti che hanno scritto sull'argomento non hanno neppure letto "l'atto di citazione" presentato dai legali delle presunte vittime. Difatti, basta guardare l'atto per rendersi conto che è datato il 16 agosto 2022 ma la notizia era trapelata molto prima grazie ad un comunicato dei legali. Come sempre Silere non possum propone i documenti e non considerazioni sconclusionate come la maggior parte dei giornali. Dal documento potrete notare che l'unico nome che è in grassetto è proprio quello del Cardinale Marc Ouellet. Eppure gli accusati sono un centinaio. Come mai? Ci sono molestatori di serie A e di serie B?

È chiaro che questa mossa è stata sapientemente studiata, anche dalla stampa, per poter colpire uno dei cardinali che negli scorsi mesi è stato dato come "papabile". Sì, perchè la stampa non ha ancora capito che il Conclave e il governo della Chiesa Cattolica non è come le elezioni politiche. Eppure questi sedicenti vaticanisti che in questo Stato non hanno mai messo piede, continuano a raccontare una Curia, un collegio cardinalizio che sembra fare campagna elettorale. Addirittura il Simposio sul sacerdozio, venne descritto da alcuni giornalisti come un evento elettorale creato ad hoc da Ouellet per poter essere considerato un futuro successore di Francesco.

Probabilmente questi poveretti non hanno chiaro che se Ouellet è considerato uno dei possibili "papabili" non è certo per tutte queste sciocchezze, ma, piuttosto, perchè è un uomo retto, teologicamente saldo ed anche capace di grande equilibrio. Cosa che il Collegio cardinalizio sta rimpiangendo da anni. Questo evidentemente spaventa coloro che in queste ore hanno ordito questo affaire contro un uomo che in questi anni ha lavorato anche con i vescovi, durante le visite ad limina, per mettere un freno alla deriva della Chiesa Cattolica anche in merito alla pedofilia e alla violenza sessuale.

L'indagine canonica

A seguito della ricezione di una lettera da parte della presunta vittima di Ouellet, il Sommo Pontefice ha incaricato il Rev.do Padre Jacques Servais S.I. al fine di verificare se sussistessero elementi di veridicità.

Chi è Padre Servais? È nato in Belgio nel 1949, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1967 ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Ha compiuto gli studi universitari a Namur, Heidelberg, Lovanio (lauree in filosofia e psicologia), Bruxelles e Roma (dottorato in teologia dogmatica). Dal 1985 ha vissuto a Roma, insegnando teologia spirituale sistematica alla Pontificia Università Gregoriana e ha lavorato con S.E.R. il Sig. Cardinale Joseph Ratzinger nella Congregazione per la Dottrina della Fede.

Ieri la Sala Stampa della Santa Sede ha riferito: “terminata l’indagine preliminare affidata dal Papa al P. Jacques Servais, S.I., la cui conclusione è stata che non ci sono elementi per dare inizio a un processo nei confronti del Cardinale Ouellet per aggressione sessuale, avendo consultato nuovamente il P. Servais e avendo ricevuto conferma che ‘Il n'y a aucun motif fondé pour ouvrir une enquête pour agression sexuelle de la personne F. de la part du Card. M. Ouellet. Ni dans son rapport écrit et envoyé au Saint-Père, ni dans le témoignage via Zoom que j'ai recueilli par la suite en présence d'un membre du Comité diocésain ad hoc, cette personne n'a porté une accusation qui fournirait matière à une telle enquête.’, a seguito di ulteriori pertinenti consultazioni, Papa Francesco dichiara che non sussistono elementi sufficienti ad aprire un’indagine canonica per aggressione sessuale da parte del Cardinale Ouellet nei confronti della persona F.”.

Pertanto il Papa ha affidato l'indagine ad un sacerdote che ha esperienza psicologica ed ha collaborato anche con la Congregazione per la Dottrina della Fede (oggi Dicastero), ovvero quell'organo che è preposto all'analisi di questi casi. Senza dimenticare che conosce la lingua francese ed ha potuto parlare personalmente con la vittima. Qualcuno ha lamentato che il sacerdote sarebbe vicino alle idee teologiche di Ouellet, altri hanno contestato la chiamata Zoom. È evidente che la volontà è quella di screditare il Cardinale e basta.

La chiamata è avvenuta nella modalità più comoda scelta dalla stessa presunta vittima, la quale ovviamente avrebbe avuto più difficoltà nel venire nello Stato della Città del Vaticano. Il Reverendo Servais è un uomo di grande rettitudine morale ed ha affrontato il suo lavoro, nei diversi incarichi, senza alcuna considerazione di parte. È chiaro che alla stampa infastidisce questa vicinanza e collaborazione con il Sommo Pontefice emerito, lo hanno dimostrato anche quando Benedetto XVI è stato chiamato a rispondere di colpe che non aveva e mai sono state dimostrate in merito agli anni in cui era Arcivescovo in Germania. Ne abbiamo parlato qui.

In realtà l'astio verso Ouellet è dato proprio anche dalla vicinanza del Cardinale al Papa emerito. Cardinale che negli ultimi anni ha sempre tenuto un profilo basso e non si è mai prestato a strumentalizzazione alcuna.

Colpevoli fino a prova contraria

È chiaro che il metodo adottato dal giornalismo "scalfariano" si è diffuso nel mondo ed è una tecnica quella di colpire le persone con accuse infamanti quando non si ha altro modo per farle fuori. La stampa in questi anni si è prestata a questo. In Italia è una pratica diffusa sopratutto in ambito politico, figuriamoci se non la mettono in atto anche nella Chiesa. Questo sistema viene utilizzato in diversi ambiti ed è molto preoccupante. Alcuni ordinamenti sanzionano anche penalmente questo sistema, altri no.

La grande colpa di molti ecclesiastici è quella di non avviare azioni legali senza alcuna remora contro questi calunniatori professionisti, molte volte si sceglie la via del silenzio, profilo basso e si va oltre. Questo però è deleterio perchè porta queste persone a continuare senza scrupoli sapendo di colpire la croce rossa. Anche recentemente ci sono alcuni sedicenti giornalisti (che addirittura usurpano il titolo), pagati profumatamente, che stanno tentando di mettere in cattiva luce la gestione del Cardinale Angelo Comastri e di Mons. Vittorio Lanzani alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica Vaticana.

La grande colpa di queste persone è appunto quella di non avviare azioni legali che portino questi delinquenti davanti ad un giudice e li faccia pagare profumatamente per le sciocchezze che scrivono. Difatti l'unica cosa provata in merito alla Basilica Vaticana è che la precedente gestione ha lavorato a tutela dei lavoratori, ha messo da parte del denaro che ha portato a sopravvivere durante la pandemia da Covid-19 ed ha apportato alla Basilica di San Pietro importanti novità. Oggi, invece, anche qui le uniche evidenze sono assunzioni di amici, amici degli amici e un disastro organizzativo che sta portando al collasso. Silere non possum ha portato le prove di tutto questo, i sedicenti giornalisti con anche precedenti penali, no. Ma ogni cosa a suo tempo.

Differenza di ordinamenti

Infine è doverosa una considerazione giuridica. Gli ordinamenti sono tutti differenti, molti possono essere simili ma tutti sono diversi. Ciò che è un delitto nell'ordinamento canonico, può non esserlo in quello italiano e viceversa. Stesso discorso per tutti gli altri Stati. Cosa vogliamo dire? Che il comportamento del Cardinale Ouellet, se venisse provato, potrebbe essere considerato un reato in Quebec ma non nell'ordinamento canonico. Il fatto che in foro canonico si sia scelto di non procedere, quindi, non toglie legittimazione ad altre azioni, è inutile che i giornalisti starnazzano su twitter. Una cosa è certa: sia in ambito canonico che statale, l'onere della prova è in capo a chi accusa e non viceversa. Quindi è compito della presunta vittima provare ciò che afferma e non si può partire dall'idea che una persona è colpevole fino a prova contraria. Questo principio di diritto dovrebbe entrare bene in capo ai professionisti dell'informazione.

Una pecca, come al solito, la Santa Sede ce l'ha. Come mai non è stato comunicato l'esito dell'indagine? Non si può sempre intervenire con comunicati stampa che mettono una pezza. È doveroso, sia a tutela dell'accusato che della presunta vittima, comunicare l'esito dell'indagine e specificare quali azioni sono state esperite. In questo modo la Santa Sede non farebbe sempre la figura di quella che vuole insabbiare e viene colta in difetto, e l'accusato può benissimo dire: "Sì, sono stato accusato, sono state fatte le indagini e questo è il risultato". Mettendo così a tacere chi blatera. La presunta vittima, allo stesso tempo, può scegliere di esperire altre attività per far valere le proprie ragioni. Si tratta di trasparenza e di metodo, che abbiamo visto molte volte viene meno.

Ciò che è importante è però capire che ora non c'è altro da dire, il Quebec faccia ciò che crede e proceda, la Santa Sede le sue valutazioni le ha fatte e questa donna non ha portato alcuna prova a sostegno di ciò che dice. È anche risibile ciò che afferma il suo avvocato: "La donna non ha denunciato prima perchè Ouellet era un pezzo grosso della Chiesa e aveva paura". Ma come, era solo un vescovo canadese. Ora è un cardinale "potentissimo", come lo ha definito la stampa, e lo chiama in causa ora? Mettendo anche in grassetto il suo nome fra gli altri? Abbastanza interessante come tesi.

Ciò che dispiace è che queste azioni gettano discredito sulle vere vittime che anche in Canada hanno subito davvero abusi sessuali, psicologici e di potere. Bisognerebbe concentrarsi sulle vittime e sopratutto prendere coscienza che è tanto grave l'abuso quanto l'accusa di essere abusatori quando in realtà si è innocenti.

S.I.

Silere non possum

La dichiarazione del Cardinale alla Stampa

Nella serata di venerdì 19 agosto 2022 il Cardinale ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Essendo venuto a conoscenza delle false accuse fatte contro di me dalla denunciante (F.), nego fermamente di aver compiuto gesti inappropriati sulla sua persona e considero diffamatoria l'interpretazione e la diffusione di queste accuse come violenza sessuale. Qualora venisse avviata un'indagine civile, vi parteciperò attivamente per garantire che venga stabilita la verità e che venga riconosciuta la mia innocenza".

Marc. Card. Ouellet

Atto di citazione