The Cardinal Secretary of State of the Holy See visited the community of Bose. In January 2022, Pietro Parolin wrote a letter to the bishops regarding the Enzo Bianchi affair. Can a cardinal fuel the war?

Comunità di Bose: leggi la storia 

Si muove in punta di piedi con il terrore di far spazientire il Papa. Interviene in relazione alla guerra in Ucraina, assistendo un Papa che passa da una telecamera all'altra affermando il tutto e il contrario di tutto. Difficile essere Segretario di Stato di un uomo che definisce la Nato come un cane che abbaia senza rendersi conto della portata di ciò che dice. Difficile venire a sapere che il Papa si è recato all'ambasciata Russa senza comunicare nulla al "capo della diplomazia". Si muove sempre silenziosamente ma piuttosto che seminare pace alimenta la discordia. È il profilo del Cardinale Segretario di Stato, S.E.R. Pietro Parolin che è stato richiamato a Roma dal Venezuela per poter affiancare Francesco nel 2013. Il Papa cercava un uomo che non fosse ingombrante e non emergesse troppo, il prescelto fu proprio lui. I suoi interventi durante questo pontificato sono sempre stati pacati e sottili ma i guai che ha combinato sono stati sempre tanti. Basti pensare alla nota vicenda di Sloane Avenue dove molti hanno rimpianto i tempi in cui il Segretario di Stato era un uomo che prendeva in mano la situazione e sapeva ciò che faceva. Eppure Parolin, pur avendo sposato la linea del "basso profilo", come si dice in Vaticano, è mal sopportato in Segreteria di Stato. Di lui tutti gli officiali non hanno grande stima proprio perchè "tutto scorre così, si vive alla giornata" riferiscono alcuni suoi stretti collaboratori. C'è malcontento anche in Terza Loggia e la punta dell'iceberg è stata "l'investimento del secolo".

Il palazzo londinese

Nella vicenda Sloane Avenue abbiamo chiaramente dimostrato, e lo hanno riferito tutti in aula, che fu proprio Parolin a manifestare il suo benestare per l'affaire. Addirittura firmò una lettera indirizzata allo IOR per chiedere denaro.

Con il suo confratello Angelo Becciu si è mostrato particolarmente misericordioso e in Vaticano ha raccontato di essersi fatto voce presso Santa Marta delle doglianze di numerosi cardinali che lamentavano l'assurdità del provvedimento pontificio di revoca dei diritti connessi al cardinalato. Peccato però non vi sia stato alcun risultato da questa attività diplomatica.

La comunità di Bose

Anche nella vicenda della Comunità Monastica di Bose la grande mente è stato Pietro Parolin, il quale ha nominato l'omofobo Amedeo Cencini come Delegato pontificio ad nutum Sanctae Sedis nella comunità fondata da Enzo Bianchi. Come noto ai nostri lettori, Silere non possum ha da subito spiegato come siano andate realmente le cose in quel di Magnano. Abbiamo spiegato e raccontato anche cose che alcuni giornali hanno scelto di non raccontare perchè ovviamente dava fastidio la Verità. Quando Silere non possum ha denunciato le attività illecite della Comunità Monastica di Bose che aveva chiesto denaro pubblico in modalità contrarie alla legge, i giornalisti pagati a cottimo non ne hanno dato notizia. Quando la Regione Piemonte ha emesso il provvedimento di revoca del beneficio proprio grazie al nostro intervento, gli stessi giornalisti erano al mare. Eppure la Verità emerge sempre senza paura. Anche se Pietro Parolin scalpita, amareggiato e si reca alle celebrazioni religiose chiedendo ai confratelli vescovi: "Ma Lei conosce Silere non possum? Chi gli avrà dato i documenti?".

Il Segretario di Stato non ha apprezzato che noi abbiamo ritenuto di pubblicare un documento che la comunità scientifica ha definito: "contrario ai diritti umani fondamentali".

Il 01 maggio 2022 la Comunità monastica di Bose ha pubblicato un breve comunicato che era volto a far pensare che le cose ora stiano andando meglio e che la Santa Sede sta dalla parte del nuovo priore. Una sorta di: "la nostra fazione sta prevalendo". In sostanza il Cardinale Pietro Parolin alimenta la guerra all'interno della comunità e favorisce la discordia. Un modo ridicolo per rispondere all'annuncio di Enzo Bianchi con cui spiegava di aver acquistato un cascinale per poter continuare a vivere la sua vocazione fino alla fine dei suoi giorni. La Chiesa non è padrona delle vocazioni e pertanto ognuno è libero di fare ciò che vuole. Bianchi vive nella Repubblica Italiana e come cittadino italiano può acquistare, vendere e fare tutto ciò che vuole proprio perchè non ha mai commesso alcun crimine ed è un cittadino libero. "La Santa Sede vi appoggia in quello che siete: una comunità monastica ed ecumenica di fratelli e sorelle" ha detto il Segretario di Stato. Beh, ecumenica, lo abbiamo anche spiegato in questo articolo, non vi è alcuna pluralità a seguito di quanto fatto dalla Santa Sede a Magnano. Monastica poi, vi sarebbe molto da discutere. A Bose non ci sono monaci ma ci sono laici. Bisogna anche ricordare che a Roma le hanno tentate tutte negli anni passati per ordinare Enzo Bianchi sacerdote, addirittura nei primi anni di pontificato di Francesco si diceva che sarebbe potuto diventare un "cardinale laico", figuriamoci. E ora? Ora però guai ad invitarlo a predicare.

La nota "confidenziale e personale"

In una nota che è giunta a Silere non possum appena firmata, Pietro Parolin ha parlato di circolazione del decreto indipendentemente dalla volontà della Segreteria di Stato e senza autorizzazione del delegato pontificio. Tralasciando il fatto che noi non necessitiamo di alcuna autorizzazione di un padre canossiano che si aggira per l'Italia alla ricerca di "omosessuali strutturali", ricordiamo al nostro amato Cardinale che è proprio dalla Terza Loggia che sono usciti questi documenti e quindi sarebbe forse il caso che si arrendesse all'idea che la Verità emerge indipendentemente da lui. Basti pensare che il 22 gennaio la nota è giunta prima a noi e poi ai vescovi per comprendere come in Terza Loggia vi sia un astio nei confronti di quest'uomo.

Il Cardinale Segretario di Stato ha scritto ad alcuni vescovi di fare discernimento prima di invitare Enzo Bianchi in eventi organizzati dalle loro diocesi. Sì, non si tratta di un provvedimento indirizzato a TUTTI i vescovi ma è stato inviato solo a quelli che hanno invitato Bianchi dopo l'esilio ordinato proprio dallo stesso Parolin. Ora, invitiamo i nostri lettori a leggere tutti i nostri articoli sulla vicenda Bose, in modo da comprendere bene che all'interno del decreto singolare non vi sono spiegazioni che vadano a giustificare 4 decisioni così folli.

È anche inutile, se non ridicolo, che il Segretario di Stato continui a dire che i motivi sono stati comunicati agli interessati perchè questo non corrisponde al vero. Quando si emette un provvedimento di tale portata, pergiunta inappellabile perchè approvato dal Pontefice in forma specifica, non si può pensare di non scrivere i motivi. Se questi non sono scritti significa che non ci sono e la Segreteria di Stato non solo tradisce il messaggio evangelico (Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno) ma si presta ad un gioco di lotte di potere interne alla comunità.

Silere non possum ha parlato con diversi vescovi ed uno di questi, in particolare, ha riferito:

"Sono sconcertato, sembra un testo mafioso. Si dice di fare discernimento, come se io non lo facessi per ogni persona che invito a rivolgersi ai miei preti, ai miei fedeli. È un testo che chiaramente non si azzarda a dire "non invitatelo" ma ovviamente ha quel fine. Ci tengono d'occhio su chi invitiamo come anticamente faceva il Sant'Uffizio? Se non vogliono che lo invitiamo ci dicano chiaramente quali sono i motivi dell'allontanamento e sopratutto ci spieghino perchè fino a qualche anno fa invece era chiamato a predicare nelle alte schiere vaticane. Ciò che dice ora non è differente da ciò che diceva prima" 

Il Pontefice contro la Segreteria di Stato 

Probabilmente i motivi gravissimi non sono stati comunicati neppure al Papa che durante un'udienza concessa ad un arcivescovo metropolita italiano nel mese di febbraio gli ha detto: "Lei lo invita? Lo inviti, lo inviti". Il presule,infatti, chiese al Pontefice stesso come avrebbe dovuto interpretare quella "nota personale" che aveva ricevuto.

La questione è quindi molto semplice, la Segreteria di Stato, ancora una volta, compie passi senza prima informarne il Pontefice. Inoltre, diversamente da quanto afferma anche il delegato pontificio, nel fascicolo che riguarda la Comunità di Bose all'interno della Segreteria di Stato non vi è alcun riferimento a gravi delitti commessi dal Bianchi o i suoi fratelli. Inoltre vi sono due questioni giuridiche. In primo luogo, il Papa per approvare in forma specifica un decreto deve prendere visione dell'incarto, se fossero stati lì dentro le avrebbe viste e di certo non avrebbe invitato un successore degli apostoli ad invitare un criminale. In secondo luogo perchè questo divieto non è stato inserito nel decreto? Potevano disporre il divieto di predicazione ma questo non è stato fatto. Come dare torto quindi all'Ecc.mo Monsignore che ha riferito: "Sembra un tono minatorio, noi vi vediamo. Se lo invitate vi vediamo". 

F.P.

Silere non possum

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