Bishop Harrie Smeets declares the seat impeded but the declaration is null and void.

Il 06 luglio 2023, S.E.R. Mons. Hendrikus Smeets, vescovo di Ruremonde ha inviato una lettera ai fedeli della sua diocesi. Si tratta di una lettera che deve assolutamente richiamare l’attenzione della Santa Sede e dar seguito ad un intervento immediato. 

Hendrikus Smeets è stato nominato vescovo di Ruremonde da Papa Francesco il 10 ottobre 2018. È stato ordinato nella cattedrale di Roermond l’8 dicembre 2018. Il 2 luglio 2021 ha annunciato alla diocesi di essere gravemente malato. Al presule è stato diagnosticato un tumore al cervello. Alla fine di maggio 2021 è stato ricoverato all’ospedale Laurentius di Roermond. Da quel momento ha continuato, anche se con difficoltà, a governare la diocesi.

La lettera alla diocesi

Il 06 luglio 2023, il vescovo ha preso carta e penna e ha scritto alla sua diocesi: "Nelle ultime settimane, in particolare, sento di non poter più fare ciò che vorrei e di non essere più in grado di fare. e che non sono più in grado di gestire la diocesi. Ho quindi deciso di avvalermi di una possibilità offerta dal diritto canonico a questo scopo: dichiarare la sede di Roermond "impedita". Questo può essere fatto "quando il vescovo non è più in grado di adempiere ai suoi doveri pastorali nella diocesi", come viene formalmente chiamato. Purtroppo, devo constatare che questo è il caso attuale. Questa decisione non significa che mi dimetto, ma che faccio un grande passo indietro". 

La lettera è di una gravità inaudita e queste dichiarazioni sono canonicamente nulle. Difatti, il codice è molto chiaro a riguardo, se il vescovo non è più in grado di svolgere il suo ministero episcopale si deve appellare al canone 401 §2 CJC: "Il Vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all'adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia all'ufficio". 

Il vescovo, quindi, preso atto della sua malattia, è "invitato vivamente" (ovvero deve farlo!) ad informarne il Nunzio Apostolico ed inviare al Santo Padre la lettera di rinuncia. La Santa Sede, poi, farà le valutazioni del caso. Non è una possibilità del vescovo dichiarare la sede impedita. L'affermazione di Smeets è falsa. È il Papa che valuta e, chiaramente tenendo conto dello stato di salute psicologica e fisica, decide. Non il vescovo.

Quando la sede è impedita?

La sede impedita è disciplinata dal Libro II del Codice di Diritto Canonico e precisamente dai canoni 412 - 415. Recita il codice: "La sede episcopale si intende impedita se il Vescovo diocesano è totalmente impedito di esercitare l'ufficio pastorale nella diocesi a motivo di prigionia, confino, esilio o inabilità, non essendo in grado di comunicare nemmeno per lettera con i suoi diocesani". 

Innanzitutto, si badi bene "si intende", ovvero non vi deve essere una dichiarazione dell'"impedito" che la comunica. Inoltre, Smeets utilizza proprio il mezzo che viene citato dallo stesso codice per dire che vi sarebbe l'impedimento, ovvero la lettera. Se il vescovo è in grado di comunicarlo per lettera ed è capace di intendere e di volere a tal punto da affermare quanto scrive, non può dirsi impedita la sede. Nel caso di specie, quindi, non si può parlare di prigionia, confino, esilio o inabilità. Soprattutto non si può parlare di inabilità, perché in questo caso il vescovo dovrebbe essere anche incapace di comunicare questa decisione.

Il futuro della diocesi 

Di conseguenza, i canoni invocati dal vescovo non possono trovare applicazione. Il Vicario Generale, quindi, non può prendere la guida della diocesi e quando questa comunicazione, che comunque lui si auspica abbia fatto a norma del can. 413 §3 CJC, arriverà alla Santa Sede, questa dovrà immediatamente chiarire che le dichiarazioni del vescovo sono nulle.

Il Reverendo Mons. René Maessen non è ricoperto dei poteri attribuiti dal canone 414 CJC. Leggendo la lettera, che trovate qui sotto tradotta in lingua italiana, è evidente che il vescovo fa riferimento ad alcune scelte che possono essere possibili solo alla luce del canone can. 403 §3 del codice. Ovvero, quando la Santa Sede, e non il vescovo diocesano, costituisce un vescovo coadiutore. 

Solo in questo caso, allora, il vescovo coadiutore (e non il vicario generale) può svolgere alcune mansioni, secondo alcune facoltà speciali (Can. 403 §3 CJC) "fino a quando la sede sarà effettivamente vacante". In questo caso, infatti, il coadiutore ha diritto di successione.

Quanto dichiara il vescovo Harrie Smeets, invece, non può trovare alcuna giustificazione nella "sede impedita". 

Auspichiamo vivamente che il Nunzio Apostolico, S.E.R. Mons. Paul Tschang In-Nam, intervenga immediatamente chiarendo, sopratutto ai presbiteri, quali sono le norme che regolano questo momento e la Santa Sede provveda ad accettare le dimissioni di questo presule e nominare un amministratore apostolico. 

La situazione umana in cui si trova il vescovo Smeets certamente ci spiace e gli assicuriamo il nostro ricordo nella preghiera ma bisogna evidenziare che questi sono i risultati quando si nominano vescovi senza dottorato (o almeno la licenza) in diritto canonico. Questi atti rischiano di arrecare un grave danno alla comunione ecclesiale. 

S.I.

Silere non possum

LETTERA DI S.E.R. MONS. HARRIE SMEETS

Fratelli e sorelle in Cristo,

Sono passati più di due anni da quando mi sono ammalato. Da allora, non sono più in grado di celebrare personalmente la Santa Messa. Pertanto, partecipo il più possibile alla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia nella Munsterkerk, vicino alla residenza del vescovo a Roermond.

L’usanza è quella di fare un momento di adorazione prima di ogni Messa. Insieme ai parrocchiani presenti, ci sediamo per minuti in silenzio davanti al Santissimo Sacramento. Vi assicuro che è un ottimo inizio di giornata. La pace e la devozione che si sprigionano da quel momento mi danno l’opportunità di porre tutte le mie domande e preoccupazioni davanti a Nostro Signore.

Mai prima d’ora ho sperimentato così fortemente ciò che viene detto nel Vangelo di questa domenica: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo e sollievo”. Tutti noi conosciamo i momenti difficili della nostra vita, ma quando li condividiamo con Nostro Signore, Egli ci dà la forza di attraversarli. Ma arriva anche un momento in cui, come esseri umani, sentiamo che le nostre forze non sono più sufficienti.

Quando sono stato nominato vescovo di Roermond nel 2018, non è stata sicuramente la nomina che aspettavo con impazienza. Devo anche confessarvi onestamente che all’inizio ho fatto molta fatica ad ambientarmi in questo ruolo. Ma al momento della mia ordinazione sacerdotale ho detto “sì” alla mia vocazione e ho ritenuto di non dover fuggire dalle responsabilità che mi si sono presentate in seguito.

Per questo ho accettato l’episcopato.

Proprio quando mi ero un po’ ripreso, mi sono ammalato. Quello che inizialmente sembrava un infarto cerebrale si è rivelato un tumore maligno. Avete visto tutti come si è sviluppato. Sono sempre stato consapevolmente molto aperto aperto al riguardo. Diversi trattamenti e farmaci mi hanno tenuto in vita per un po’, in senso letterale e figurato. Ma all’inizio di quest’anno i medici mi hanno detto che non potevano più fare nulla per me. Tutti i trattamenti sono stati quindi interrotti. Da allora la mia forza è peggiorata.

Nelle ultime settimane, in particolare, sento di non poter più fare ciò che vorrei e sento di non essere più in grado di gestire la diocesi. Ho quindi deciso di avvalermi di una possibilità offerta dal diritto canonico a questo scopo: dichiarare la sede di Roermond “impedita”. Questo può essere fatto “quando il vescovo non è più in grado di adempiere ai suoi doveri pastorali nella diocesi”, come viene formalmente chiamato. Purtroppo, devo constatare che questo è il caso attuale.

Questa decisione non significa che mi dimetto, ma che faccio un grande passo indietro.

Rimarrò il vostro vescovo fino alla fine della mia vita, ma a causa della mia malattia sono impossibilitato a svolgere questo compito. Su mia richiesta e a mio nome, il Vicario Generale Mons. René Maessen ha assunto la piena amministrazione della diocesi, secondo le norme del diritto canonico, con effetto da giovedì 6 luglio 2023, fino a quando la sede sarà effettivamente vacante.

Non è stato facile per me prendere questa decisione. Non è nella mia natura non portare a termine un incarico. Ma da quando è stata resa nota la mia malattia, ho dovuto fare molti sforzi per svolgere il mio lavoro. Ho cercato di stare in mezzo alla gente e di mantenere i contatti il più possibile.

Per un po’ di tempo, anche questo è andato abbastanza bene. Sono grato di aver potuto visitare quasi ogni domenica una parrocchia diversa, come un assiduo frequentatore della chiesa, e di aver visitato tutti i decanati. Ma ora devo concludere che le mie forze sono esaurite. Si sono esaurite!

Vorrei ringraziare tutti voi per la fiducia che avete riposto in me come vescovo e per le preghiere e le molte espressioni di solidarietà che ho ricevuto durante la mia malattia. Vi ringrazio anche per la vostra pazienza nei miei confronti.

Non so quanto tempo ancora Nostro Signore mi conceda in questa vita, ma – nonostante le mie esitazioni iniziali – è un privilegio essere il vostro vescovo.

Continuate a credere nel messaggio del Vangelo. Continuate a sperare nel bene.

E continuate ad amarvi gli uni gli altri “nel nome di Dio”, perché il suo giogo è dolce e il suo fardello è leggero. Ogni bene a voi.

Uniti in Cristo

Roermond, 6 luglio 2023

+ Harrie Smeets, vescovo di Roermond

Testo in lingua originale