In queste ore, sul web e nei palazzi della politica italiana, non si parla d'altro del caso che riguarda il ministro della Cultura della Repubblica Italiana, Gennaro Sangiuliano e la signora Maria Rosaria Boccia. Emerge con tutta chiarezza come questa donna sia entrata all'interno di luoghi riservati solo per il rapporto - peraltro non chiaro - che la legava al ministro e non per i ruoli che ha affermato di voler ricoprire. Qualcuno potrebbe chiedersi perchè ne parliamo? Questa vicenda ci ricorda molto altre vicende nelle quali cardinali, vescovi e presbiteri sono stati circuiti e abbindolati da donne e uomini di qualunque provenienza.
All'interno di questo Stato, peraltro, questo è il modus agendi quotidiano. Si entra e si esce solo ed esclusivamente per raccomandazione ed amicizia. Si accede ai posti di lavoro in questo modo. Il nostro ambiente è praticamente costellato da questo familismo amorale preoccupante. Con questo pontificato tutto questo ha raggiunto livelli preoccupanti. Soffermiamoci, allora, su due questioni sulle quali crediamo sia necessario riflettere.
In primo luogo, la ricerca e la smania del potere, della visibilità. In secondo luogo, l'atteggiamento ricattatorio di questi personaggi che - se non sono assecondati - procedono a diffamare, divulgare e calunniare.
All'interno di questo Stato, da diversi anni, abbiamo introdotto personaggi come Andrea Tornielli, Salvatore Cernuzio ed ora anche Antonio Spadaro. Si tratta di mediocri, con titoli di studio che fanno ridere, e che utilizzano i social solo per postare fantomatici traguardi. Nessun merito, sia chiaro. Lo hanno dimostrato chiaramente in tutti questi anni. Il Dicastero per la Comunicazione è quello che ci fa spendere più soldi in assoluto ed è quello che commette più errori. In queste ore sono apparsi sui social i passaporti della Santa Sede che sono stati dati per poter viaggiare, foto di fogli dove è scritto: "Ospite del Santo Padre", ecc... Un modo di utilizzare i social che è narcisismo puro e non offre alcunché alla Chiesa. Queste persone, come molti di questi laici, non offrono alcun supporto alla Chiesa e non svolgono il loro lavoro come servizio ma si servono di questa per potersi elevare, per potersi vantare. C'è chi viene in parrocchia per vendere i propri prodotti, non per svolgere un servizio. C'è chi lavora in curia per poter intessere relazioni ed avere vantaggi personali, non per servire. Non si contano i messaggi whatsapp che Spadaro e Company girano, con foto e considerazioni, che sono volte solo ad esaltare sé stessi, far vedere che sono nel tal posto, con la determinata persona, ecc... Un modo di utilizzare i social che è contrario a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Offrire una immagine di sé che non è neppure reale. Più volte, quando ancora Spadaro non era all'interno del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, gli è stato detto di non pubblicare foto del Pontefice in situazioni non ufficiali ma nulla è servito. Questa gente vive per poter "far vedere al mondo che loro sono dove gli altri non sono". È più forte di loro. Proprio come Maria Rosaria, appunto, che si aggirava per i palazzi con degli occhiali Rayban dotati di telecamera e riprendeva tutto pubblicando poi su Instagram. È quella gente che vede questo Stato come un luogo di privilegiati, non un posto dove si serve la Chiesa. Per questo insultano chiunque fa ciò che loro non fanno. Inoltre, sono sempre lì a cercare di procurarsi dei modi per poterti ricattare, per poterti manipolare. "O fai così, oppure vedrai", c'è chi si sente dire anche questo. Gente che manipola, che incute timore al fine di farti fare ciò che vogliono loro altrimenti ti prospettano le peggiori evoluzioni.
D'altro canto abbiamo i numerosi "Maria Rosaria" che abitano i nostri ambienti: Vaticano, Curie, Parrocchie, ecc...Si tratta di persone che accedono agli ambienti e circuiscono le persone con un chiaro fine: raggiungere i loro scopi. Circolano con mezzi pronti a sbertucciare le persone, a parlare male degli altri, ad ottenere prove, ecc... Sono quelle persone che hanno frequentato Montecitorio come vorrebbero frequentare la Terza Loggia. Hanno circuito il potente di turno, sono stati inseriti e poi - dopo che si sono accorti di chi erano - li hanno cacciati. E quando parlano di questi ambienti - Vaticano e politica - usano le medesime categorie. Per loro non è importante la Chiesa, il Papa o la fede. A loro interessa il potere. Li vediamo anche sui social, no? Sono numerosi, volgari e pronti a dire la loro su tutti. In modo particolare giudicano la vita del prete ma guardano ben poco alla loro. Quelli che scrivono: "Esperto di Storia della Chiesa, Giornalista, Responsabile della Comunicazione politica del fallito di turno, Editorialista". Poi accedi all'albo dei giornalisti e ti rendi conto che non sono giornalisti, non sanno neppure come si appella un vescovo e sono responsabili della comunicazione "presso me stesso" perchè l'ultimo politico che hanno circuito li ha presi a calci. Dei falliti. Gente che ha fatto saltare interi Comitati Regionali per le Comunicazioni, cacciati dalle Fondazioni dove sono stati assunti per neppure un mese, ecc... Sono quelle persone che insultano i preti, i vescovi e il Papa stesso, attribuendo loro dei nomignoli o delle qualità che sono le loro. In psicologia si chiama tecnica della proiezione. Anche nelle nostre parrocchie siamo pieni di questa gente. La maggior parte di quelli che li seguono, poi, sono proprio come loro. Magari ti scrivono, non li assecondi, non gli dai visibilità, non li consideri, e allora saltano sul carro. Sangiuliano, nell'intervista di questa sera al Tg1, lo ha spiegato molto bene. Il tutto nasce da una delusione. Queste persone sono represse e cavalcano l'onda di una società che ama pigiare i tasti sui cellulari e spettegolare sui social. Il Papa spesso ha condannato il chiacchiericcio, ma a noi pare che a qualcuno entri da un orecchio e dall'altro esca. Queste tipologie di persone, che purtroppo sono numerose nei nostri ambienti, vi entrano solo perché vogliono "comandare" e sono più ambiziosi che "fedeli". Quando non riescono ad ottenere ciò che vogliono, o addirittura vengono allontanati perchè prepotenti, allora fanno come Maria Rosaria Boccia: pubblicano foto, screenshot, calunnie e insulti verso il parroco, il vescovo o il cardinale. Magari sono quelle persone che tu hai tenuto alla tua tavola per mesi, per anni e loro giravano attorno a te come avvoltoi. Un caso emblematico fu quello di Napoli, dove un ragazzetto che aveva fallito tutto nella sua vita anche come avvocato, iniziò a sputare veleno su centinaia di preti accusandoli delle più fantasiose cose. L'opinione pubblica, tanto, non si sofferma nel guardare all'atteggiamento di questi psicolabili ma prende di mira il presbitero, l'istituzione. Anche nella vicenda della Boccia, è necessario chiedersi: ci interessa cosa ha fatto e perchè il Ministro l'ha portata "a Palazzo" oppure dobbiamo soffermarci sulla gravità del comportamento di una donna che chiaramente agisce perchè è piena di rancore?
Questo è ciò che dobbiamo pensare anche quando questo avviene nei nostri ambienti. Da un lato, quindi, sarebbe bene seguire un codice deontologico che ci dovrebbe portare a tenere lontane "relazioni amicali o sentimentali" dall'attività quotidiana a servizio del Popolo di Dio e della Santa Chiesa, dall'altro dobbiamo iniziare a condannare questi comportamenti e perseguirli anche penalmente. Se una chat viene scambiata tra due persone, non deve finire sui social o su altri cellulari. Si tratta di un reato. Lo stesso discorso vale per le foto, i documenti, ecc... Da anni Silere non possum ha fatto leva su questi problemi. Molti chierici, per fortuna, hanno trovato il coraggio e li abbiamo anche aiutati nel denunciare ed andare fino in fondo. Di vittorie, in aula, ce ne sono state molte e i denari guadagnati dai risarcimenti sono stati utili per poter abbellire gli altari. I tempi sono cambiati, è un po' che lo diciamo.
d.M.A. e F.P.
Silere non possum