Comunione e Liberazione: the abuse of Gianfranco Ghirlanda
“Gesù stesso si presenta come amico: «Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Lo Spirito di Cristo risorto ha rotto la solitudine donando all’uomo la sua amicizia, come pura grazia. Lo ricordava Don Giussani con parole che hanno suggerito il titolo del Meeting di quest’anno: «Nell’avvenimento di questo dono, la solitudine umana è sciolta. L’esperienza umana non è più quella di una impotenza desolante, ma quella di una consapevolezza e di una energica capacità […]. La forza dell’uomo è un Altro, la certezza dell’uomo è un Altro: l’esistenza è un dialogo profondo, la solitudine è abolita alle radici stesse di ogni momento della vita. […]L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile» (Il cammino al vero è un’esperienza, Milano 2006, 108˗109)”. Con queste parole il cardinale segretario di Stato si è rivolto agli organizzatori del Meeting per l’amicizia tra i popoli di Comunione e Liberazione nel tradizionale messaggio alla vigilia dell’evento.
Il Meeting è un evento particolarmente interessante che offre la possibilità di ascolto e confronto su diverse tematiche, prettamente culturali. La Fraternità di Comunione e Liberazione ha con sé una grande eredita che dovrebbe custodire, ovvero l’intuizione di don Luigi Giussani di vivere la propria fede nel concreto e nell’ambiente in cui si vive. Questo movimento ha dato molto alla Chiesa e può continuare a farlo solo se continuerà a seguire questo cammino ben tracciato dal fondatore. Gli ambienti della scuola, dell’università, della politica, sono tutte realtà dove il messaggio evangelico ha la possibilità di radicarsi alla luce della ragione. Fede e ragione. “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”, scriveva San Giovanni Paolo II.
Uno dei meriti di questo movimento è proprio questo, dare ragione della propria fede. Fuggendo, inoltre, da quel fideismo sensazionalistico al quale, purtroppo, come Chiesa stiamo facendo ritorno.
Certo, poi non mancano problemi che hanno, purtroppo, infestato alcune realtà. Pensiamo ad esempio alla brama di potere e a quella naturale propensione che hanno alcuni personaggi che girano, a diverso titolo, attorno a questa realtà. Fra i tanti: Stefania Falasca e Andrea Tornielli. Ma queste sono persone che non hanno nulla di cristiano, ed hanno un chiodo fisso: il denaro.
La spaccatura
Come è noto la Fraternità di Comunione e Liberazione è entrata nel mirino della Santa Sede da diverso tempo. Come è solito fare Papa Francesco, anche a CL si è andati a creare un po’ di divisione e ad affidare lo scettro ad una delle fazioni che si erano create.
In questi dieci anni di pontificato abbiamo compreso, più che mai, quanto è pericoloso “il piccolo spiraglio” che si viene a creare quando vi è una frattura, una divisione. È sufficiente quello per permettere al Papa di entrare a gamba tesa in una realtà e distruggerla completamente.
Bergoglio non porta unità, semplicemente divide per poter governare e poi sceglie chi mettere come suo “amministratore delegato”. Proprio così è avvenuto in CL quando don Julián Carrón è stato costretto alle dimissioni ed è stato nominato David Prosperi, ovviamente laico, non sia mai, alla guida del movimento. Dopo un periodo di rodaggio, che è servito all’amico dell’abusatore McCarrick per comprendere se Prosperi avrebbe obbedito, nel giugno 2022 Farrel lo ha confermato alla guida del movimento per cinque anni.
Il sistema ormai si è consolidato. Se qualcuno nutre qualche sentimento di odio verso la guida, accorre a Piazza Pio XII e inizia a calunniarlo e a diffamarlo. Se si tratta di una realtà succulenta, dove soprattutto ci sono soldi, allora il dicastero competente accorre a Santa Marta e inizia a proporre strategie. Se non è una realtà succulenta, ovvero non ci sono interessi mediatici o economici, le persone che si lamentano possono anche morire.
Pensiamo, ad esempio, a molti istituti di vita consacrata che realmente hanno delle Superiore che sono l’incarnazione del narcisismo patologico. A José Rodríguez Carballo non gliene può fregar di meno, perché i soldi non ci sono e quindi c’è poco da “rumare”. L’importante è che alle 14 il pranzo venga servito bello caldo, le suore possono anche crepare.
I Memores Domini
E se non interessa al dicastero, tanto meno importa al Papa. Per quanto riguarda Comunione e Liberazione, però, erano anni che qualcuno voleva metterci il naso dentro, quindi, quale occasione migliore?
Denaro, attenzione mediatica e potere. In questo movimento c’è tutto ciò che interessa a Papa Francesco.
La questione nasce proprio dai Memores Domini che hanno innescato la miccia. Il fine era attaccare don Julian Carron. La scusa utilizzata è stata questa: il Presidente della Fraternità di CL era anche l’assistente ecclesiastico dei Memores Domini.
In questo modo, qualcuno ha detto al Dicastero, si rischiava la commistione fra foro interno e foro esterno. La soluzione, però, non era quella di cacciare Carron (anche perché si parla di rischio) calunniandolo, ma di evitare di confessarsi e fare direzione spirituale con l’assistente ecclesiastico. Fine della fiera.
L’atteggiamento di Santa Romana Chiesa, oggi, però è ben diverso. Non si predilige l’intervento efficace e silenzioso, volto a correggere ed educare in modo paterno. No. Oggi ci si straccia le vesti in piazza, facendo un “gran canaio”, mettendo divisione all’interno e poi mettendo persone che fanno le medesime cose che si facevano prima ma sono obbedienti al Padrone. Il tutto dopo aver ghigliottinato il malcapitato di turno in pubblica piazza.
L’ 8 settembre 2021, infatti, il Papa firma un decreto con il quale ha nominato S.E.R. Mons. Filippo Santoro, quale delegato speciale per i Memores Domini. L’arcivescovo emerito di Taranto, il quale non è riuscito a “cavare un ragno dal buco” dalla sua arcidiocesi, avrebbe dovuto preoccuparsi di una realtà come quella dei Memores. Ma Santoro, lo abbiamo visto bene, non è stato capace di creare unità a Taranto, figuriamoci in una realtà complessa come quella dei Memores Domini e in un momento così delicato.
Il 21 luglio 2023 il Dicastero per il Laici, la Famiglia e la Vita ha convocato il Delegato speciale e il direttivo dei Memores Domini.
A quell’incontro, per il Dicastero, hanno partecipato i cardinali Kevin Joseph Farrell e Gianfranco Ghirlanda. Presente anche il segretario del Dicastero, Gleison De Paula Souza, per il quale invitiamo a fare un giro nelle case degli orionini per comprendere con che sentimenti “il professore” può “servire la Chiesa”. Immancabile la Sottosegretario, Linda Ghisoni, sacerdotessa in pectore.
Presenti anche il sig. Philip Milligan e la sig.ra Isabelle Cassarà.
Lo avevamo già detto in altre occasioni, il cardinale Farrell ha più volte detto che i sacerdoti all’interno del dicastero (solo due) è sempre meglio che non si facciano vedere troppo. Un vero e proprio mobbing contro la figura sacerdotale. Sicuramente se Farrell facesse i conti con il proprio passato al fianco di McCarrick, risolverebbe questo odio verso la figura sacerdotale.
Si tratta di un dicastero pieno di soggetti che hanno vissuto nella repressione per anni ed oggi spadroneggiano. L’atteggiamento è simile a quello di chi ha vinto una guerra, fatto decadere il governo precedente, ed ora governa come se fosse a casa propria. Abbiamo chi ha coperto gli abusatori in America, ragazzetti cacciati dalle congregazioni religiose, uomini che non hanno trovato posti di lavoro in Italia, donne che non si sentono sufficientemente lodate ed incensate, ecc…
Le preoccupazioni al Dicastero per i Laici sono, più o meno, le medesime di Nathalie Becquart che scalpitava perché non aveva l’ufficio grande come il suo dirimpettaio arcivescovo.
Questo team di eccellentissimi esperti, quindi, ora si preoccupa di “unire” i Memores Domini”. Ma….
Cosa significa unire?
Il metodo utilizzato da Kevin Farrel è quello di abusare della propria autorità per condannare chi, a parer suo, abusava della sua autorità. Interessante.
Cosa è emerso dall’incontro del 21 luglio 2023?
Il delegato speciale, Santoro, si è messo a piagnucolare con il Dicastero perché “c’è un malcontento generale dei Memores per la nomina del delegato speciale e del nuovo direttivo, malcontento per la lettera del dicastero al Presidente di CL del 10 giugno 2022, malcontento per la lettera del direttivo del 28 aprile 2023 sulla relazione dei Memores Domini e l’associazione Colombano e Bonifacio”.
Non è finita qua. I Memores sono scontenti anche per “il prolungarsi della procedura per l’elezione dell’assemblea generale e l’approvazione di statuto e direttorio”.
Che disdetta! Ma che strani questi Memores. Si lamentano perché sono in uno stato di vacatio legis perenne e perché non gli viene permesso di eleggersi il proprio direttivo. Ma che persone malandrine. Si lamentano perché gli viene imposto un delegato speciale che non ha neanche la capacità di ascoltare le persone ma che, da buon servetto, esegue gli ordini del Padrone. Si lamentano di una lettera nella quale vengono praticamente derisi pubblicamente. Oh, ma ci vuole del coraggio eh.
Parlando ai presenti, Santoro ha anche detto che c’è la “necessità di riabilitare le persone che sono state emarginate per aver segnalato gli errori del passato”.
Chiaro? Chi ha calunniato deve essere posto sul piedistallo. Sono inutili gli sproloqui di Gianfranco Ghirlanda e Linda Ghisoni. Le segnalazioni che sono state fatte non sono affatto circostanziate e non sono affatto state verificate.
La tecnica è sempre la solita, si dice che si hanno prove ma quelle prove non si mostrano. Si dice che c’è chi ha abusato della propria autorità ma non gli si aprono procedimenti canonici. Questo è l’atteggiamento che loro condannano quando viene utilizzato dagli altri, ma lo utilizzano loro stessi. “In nome della mia autorità ti dico che è così. Se dubiti non sei in comunione”. Ecco qua.
Poi firmano i decreti e in quei decreti non inseriscono i motivi, le prove. Nulla. Perché? Perché non hanno ciò di cui parlano. Semplicemente ti devono far fuori perché sei scomodo per loro e per i loro interessi. Ed ora, addirittura, si parla di emarginazione? In Comunione e Liberazione, al momento, vengono emarginati solo coloro che pongono domande e non eseguono supinamente i diktat della direzione.
La tuttologa Ghisoni, strapagata per non far nulla, ha detto: “l’emarginazione di chi la pensa diversamente è propria di esperienze settarie”. Sì, in effetti è ciò che sta accadendo in tutti i Dicasteri da quando Papa Francesco ha iniziato a mettere “i suoi”.
Perché, se il Papa a Mons. Santoro ha chiesto, con il decreto di nomina dell’8 settembre 2021, di “promuovere l’unità tra i membri” e “la custodia del carisma” non significa che l’unità si impone e chi non è d’accordo lo si caccia con l’etichetta di essere “fuori dalla comunione”. Perché questa non è unità ma si chiama dittatura. Imporre la propria idea. Se Gesù Cristo fosse entrato dagli Apostoli e avesse usato questo metodo, a quest’ora non saremmo qua.
Qui si comprende anche perché abbiamo testimonianza di discussioni teologiche, sensibilità e spiritualità differenti, litigi fra santi, ecc… La Chiesa ha sempre goduto di tutto questo, perché l’unità nella diversità è possibile. Questo richiede competenze e pazienza che oggi la Santa Sede non ha. Quindi, il monarca, infastidito dalle opinioni dissenzienti, mette a tacere tutti con la forza. Questa non è la Chiesa di Gesù Cristo, è una caserma.
Ghirlanda emblema dell’abuso di coscienza
Nel medesimo incontro, poi, ha preso la parola anche Gianfranco Ghirlanda, l’uomo che non è riuscito a sfornare una riforma, che fosse una, funzionante. Per lui il diritto canonico è una cosa sconosciuta, incomprensibile.
Testuali le sue parole: “Bisogna chiedersi come incontro Dio nelle cose che facciamo”. “Anche quando ci si trovasse di fronte a situazioni che appaiono ingiuste, difendersi dalle cose significa non incontrare Dio” ha detto.
Il gesuita, poi, cita la storia del patriarca Giuseppe raccontata nel libro della Genesi e afferma che quell’episodio ci dimostra come, “nonostante quella situazione ingiusta nella quale è stato venduto dai suoi fratelli, il signore ha condotto la storia in modo da favorire proprio il percorso del popolo ebraico e quindi la vita della casa di Giacobbe”.
Il riferimento, poi, è quello al capitolo 45 vv.5-8: “Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. Dunque, non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto”.
Chiaro? Non vi ricorda qualcosa? “Non scendere dalla Croce”, disse Papa Francesco ad Enzo Bianchi. Come se il centurione mentre tagliava il costato di Gesù Cristo gli avesse anche detto: “Ora stai zitto e non piangere”. Questo è l’incipit dell’abuso: spiritualizzare quello che è un comportamento umano e abusante. Se al dicastero leggessero il libro di Padre Dysmas De Lassus, piuttosto che le fesserie di Cernuzio, forse capirebbero qualcosina in più.
Ghirlanda, quindi, dice ai Memores che in realtà tutto questo è volontà di Dio. Anche le accuse false nei confronti di Carron. Tutto Gesù ha voluto. Probabilmente oltre a non conoscere il diritto canonico i gesuiti hanno letto anche una bibbia che non è la nostra.
Farrell e la battaglia contro Carrón
Come è capace a coprire chi viveva in casa sua ed abusava dei seminaristi, Farrell è anche capace di prendere di mira le persone e farle fuori. Per lui non esiste la misericordia, la correzione fraterna, l’ascolto…niente. Il narcisista è così. Se tu dimostri di sottometterti completamente a lui e gli dai importanza andando a piangere da lui per le questioni interne del movimento, allora il narcisista ti eleva e nessuno potrà mai fargli cambiare idea.
Carron, quindi, andava eliminato e lo hanno eliminato. “Va bene così, no?”, direte voi. No! Assolutamente no! Bisogna farne anche una damnatio memoriae.
Il 21 luglio 2023, durante l’incontro, colui che ha coperto McCarrick ha detto: “c’è stata una mancanza di una adeguata chiarezza sugli errori del passato” e ancora “un concetto errato di obbedienza e comunione emerso durante le elezioni del comitato direttivo dell’associazione Colombano e Bonifacio nel marzo 2021”.
Sì, perché da qui tutto era partito. Come al solito, nella Chiesa è ormai sistemico, chi viene “trombato”, inizia a gettare fango ovunque. E Farrell non vuole quindi solo far fuori Carron ma vuole anche che quel fango venga riconosciuto, lodato, messo sul pulpito.
Ma aldilà di tutto, Papa Francesco non aveva parlato di Misericordia? Un uomo come Farrell davvero può permettersi di dire agli altri come comportarsi? Lui che ha vissuto con McCarrick tutti quegli anni “senza rendersi conto di nulla”? È proprio vero che il più pulito, ha la rogna.
Da tutto l’incontro è emerso quindi che “il dicastero non ritiene ancora maturi i tempi per una assemblea generale che elegga il consiglio direttivo in piena consapevolezza e libertà” e che bisogna pubblicamente infangare il nome di Carron.
Un po’ come per il Capitolo di San Pietro e per moltissime realtà che sono commissariate. Senza uno statuto, senza nulla. Questo chiaramente permette al despota di turno di poter “ravanare” come gli pare e piace. Senza alcun limite. Perché quindi permettergli di eleggere, approvare, ecc..? La “consapevolezza e la libertà” l’avranno solo e soltanto quando avremo fatto fuori tutti coloro che non la pensano come noi e quindi poi saranno disposti ad eleggere chi vogliamo noi. Giusto?
Nel frattempo, al Meeting 2023 il sacerdote spagnolo non è stato invitato e ovviamente non avrà uno spazio per sé. Allo stesso tempo, però, si offre il palco ad Andrea Tornielli, il quale accarezza CL da anni solo per l’aspetto più marcio del movimento, ovvero il potere e i soldi, per poter parlare di Benedetto XVI. Ci rendiamo conto? Tornielli che parla di Benedetto XVI. Lui che ne ha calpestato qualunque insegnamento in questi dieci anni pur di ottenere un posto caldo per le sue terga.
La situazione in Comunione e Liberazione non è meno preoccupante di quanto sta vivendo l’Opus Dei. Il problema, come al solito, è che qualcuno scambia l’obbedienza per la sudditanza o il servilismo, che, in realtà, sono cose ben diverse.
In conclusione nel messaggio, il cardinale Pietro Parolin ha scritto: "Papa Francesco auspica che il Meeting per l’amicizia tra i popoli continui a promuovere la cultura dell’incontro, aperto a tutti, nessuno escluso, perché in chiunque c’è un riflesso del Padre che «dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa»". Noi, invece, piuttosto che i messaggi sterili e privi di concretezza, ci limitiamo a pregare che il Signore custodisca le sue opere e metta mano alla sua Chiesa in modo da farle comprendere che "essere aperti a tutti" non significa "essere aperti a tutti quelli che la pensano come me".
d.L.P. e F.P.
Silere non possum