Venerdì 20 settembre 2024 S.E.R. Mons. Petar Palić, Vescovo di Mostar-Duvno, amministratore apostolico di Trebigne e Marcana e vicepresidente della Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina, è intervenuto in una conferenza stampa convocata a seguito del decreto da lui firmato e pubblicato con la nota del Dicastero per la Dottrina della Fede sull’esperienza di Medjugorje.
«La Nota spiega dettagliatamente le ragioni per cui Papa Francesco e il Dicastero per la Dottrina della Fede hanno ritenuto che sussistano le condizioni per proseguire con un 'nihil obstat'» ha spiegato il presule. Le ragioni sono spiegate nella nota, "e si tratta, innanzitutto, dei vari frutti spirituali sorti come effetto diretto del fenomeno di Medjugorje, ma anche di un insieme di messaggi attribuiti alla Regina della Pace che hanno un grande valore spirituale e esprimere con parole diverse il costante insegnamento evangelico, ponendo sempre al centro la fiducia in Dio attraverso la fiducia totale in Maria affinché tutti possiamo essere strumenti di pace” ha sottolineato.
Mons. Palić ha ricordato le Norme per la gestione dei presunti fenomeni soprannaturali, pubblicate dal Dicastero il 17 maggio 2024, che spiegano come trattare tali fenomeni. «Secondo queste norme, nella fase finale, conclusi gli esami, il Vescovo diocesano redige una relazione e sottopone al Dicastero per la Dottrina della Fede il suo 'votum', cioè il suo parere secondo le formule prescritte e in queste norme sono indicate sei formule», ha detto. «Il primo è “Nihil obstat” - ha ricordato il vescovo -, il secondo è “Prae oculis habeatur”, il terzo è “Curator”, il quarto è “Sub mandato”, il quinto è “Prohibetur et obstruatur” e il sesto è “Declaratio de non supernaturalitate”».
«Nella situazione specifica di queste Note sull'esperienza spirituale relativa a Medjugorje, è stato adottato un approccio diverso, che lo stesso cardinale Fernandez ha spiegato ieri, tenendo conto di due fatti. Il primo dato è che personalmente Papa Francesco ha già intrapreso alcune iniziative per assicurare l’accompagnamento spirituale dei credenti che vogliono aderire a questa proposta spirituale» ha continuato. «Inoltre, un altro fatto è che dal 2017 a Medjugorje c'è un visitatore apostolico con un ruolo specifico per la parrocchia", ha sottolineato mons. Petar Palić e ha continuato dicendo che per questi motivi è stata adottata una procedura leggermente diversa nella situazione di Medjugorje.
Riferendosi al decreto da lui firmato, poi, ha spiegato: «Ciò significa che i credenti possono ricevere un incoraggiamento positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e che il culto pubblico è consentito. Come avverte il Dicastero nella sua Nota, quando si parla di 'messaggi della Madonna' si devono intendere 'presunti messaggi', cioè un presunto fenomeno, e in secondo luogo che quando si tratta di devozione a Maria, Regina della Pace, i credenti sono autorizzati ad aderire con prudenza».
Questa non è una dichiarazione - ha proseguito mons. Palić - sul «carattere soprannaturale del fenomeno ed è importante ricordare che i credenti non sono obbligati a credere in questo fenomeno perché Gesù Cristo è l'ultima parola di Dio, la prima e l'ultima, Egli è la pienezza e il compimento della Rivelazione». «Tutto ciò che Dio ha voluto rivelare, lo ha fatto attraverso suo Figlio, il Verbo che si è fatto carne», ha tenuto a specificare. Ha inoltre affermato che i sacerdoti della sua diocesi di Mostar-Duvanj – accettando e rispettando la decisione della Chiesa – sono liberi di essere d'accordo o in disaccordo con questa proposta spirituale e, infine, ha chiesto che il visitatore apostolico della parrocchia di Medjugorje venga rispettato e ascoltato nelle decisioni che prenderà nelle situazioni che si presenteranno.
«Con questo non si intende che solo i sacerdoti devono rispettare e ascoltare il visitatore apostolico nelle decisioni che eventualmente prenderà in alcune situazioni future, ma questa decisione vale anche per tutti i credenti. Naturalmente resta competenza di ciascun Vescovo diocesano decidere autonomamente in merito; in conformità con le norme per la gestione dei presunti fenomeni soprannaturali», ha affermato il vescovo. In conclusione, ha ringraziato i suoi predecessori, mons. Pavlo Žanić e mons. Ratko Perić, che – come ha sottolineato ieri il cardinale Fernandez – “avevano il diritto e il dovere, come pastori, di esprimere la propria opinione e contribuire così a preservare un sano spirito e una sana devozione alla Beata Vergine Maria, preservando così la stessa parrocchia di Međugorje dalla varie influenze e fenomeni negativi". Ha ringraziato anche i sacerdoti e gli operatori pastorali della parrocchia che sono stati al servizio di tutti coloro che sono venuti a visitare Medjugorje.
Allo stesso tempo, parafrasando l'introduzione della Nota secondo cui "è giunto il momento di concludere la lunga e complessa storia che circonda i fenomeni spirituali di Medjugorje", mons. Palić ha anche detto: "È passato il momento in cui si conclude la lunga e complessa storia che circonda i fenomeni spirituali di Medjugorje. Spetta a tutti noi - che veniamo a Medjugorje per ragioni diverse, ma soprattutto per ragioni pie e spirituali - e a tutti coloro che vengono a Medjugorje per le stesse ragioni, edificarci nella vera fede, ispirarci alla vita di Maria, la sua umiltà, l'apertura a Dio e ai suoi progetti con noi e ad essere responsabili costruttori di pace. Maria, Madre della Chiesa e Regina della Pace, prega per noi."