Domenica 29 settembre 2024 il Santo Padre Francesco, sul volo di ritorno da Bruxelles dove ha compiuto il suo 46° Viaggio Apostolico Internazionale, ha risposto alle domande di giornalisti nella consueta conferenza stampa. 

Direttore Sala Stampa: Buonasera a tutti, grazie Santità per questo tempo che vuole dedicarci alla fine di questo viaggio breve ma molto intenso. Forse ci vuole dire una parola prima di cominciare con le domande dei giornalisti.

Papa Francesco: Buongiorno e sono a disposizione delle domande.

Giornalista: Santo Padre, il Lussemburgo è stato il primo Paese e molte persone ricordano la sua visita all’Espresso bar. Vorrei chiederle quali sono le sue impressioni del Lussemburgo e se c’è qualcosa che l’ha sorpresa.

Grazie, quello del bar è una ragazzata. La prossima sarà la pizzeria. Il Lussemburgo davvero mi ha impressionato come una società ben equilibrata, con le leggi ben soppesate, anche un’altra cultura. Questo mi ha impressionato tanto, perché non lo conoscevo Il Belgio invece io lo conoscevo perché sono venuto parecchie volte. Ma il Lussemburgo è stata una sorpresa, per l’equilibro, l’accoglienza, è una cosa che mi ha sorpreso. Credo che forse il messaggio che può dare all’Europa, il Lussemburgo, è proprio questo.

Giornalista: Santo Padre, grazie per la sua disponibilità. Scusi la voce ma la pioggia mi ha un po’ colpita. Le sue parole sulla tomba di Re Baldovino hanno provocato un po’ di stupore in Belgio…

Ma tu sai che lo stupore è l’inizio della filosofia e questo va bene..

Giornalista: Magari. Qualcuno l’ha vista anche come una ingerenza politica nella vita democratica del Belgio. Il processo di beatificazione del re è legato alle sue posizioni. E come possiamo far coincidere il diritto alla vita, la difesa della vita, e anche il diritto delle donne ad avere una vita senza sofferenze?

Sono tutte le vite, eh. Il re è stato un coraggioso perché davanti a una legge di morte, lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, no? Ci vuole un politico “con pantaloni” per fare questo. Ci vuole coraggio. Anche lui con questo ha dato un messaggio e anche lui l’ha fatto perché era un santo. Quell'uomo è un santo e il processo di beatificazione andrà avanti, perché mi ha dato prova di questo.

Le donne. Le donne hanno diritto alla vita: alla vita sua, alla vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo: un aborto è un omicidio. La scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono tutti gli organi già… Si uccide un essere umano. E i medici che si prestano a questo sono - permettimi la parola - sicari. Sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita. Un’altra cosa sono i metodi anticoncettivi, questo è un’altra cosa. Non confondere. Io parlo adesso soltanto sull’aborto. E su questo non si può discutere. Scusami, ma è la verità.

Giornalista: Santità, anche durante questo viaggio in Belgio ha avuto un lungo incontro con un gruppo di vittime di abuso sessuale. Spesso nei loro racconti ricorrono grida di disperazione sulla mancanza di trasparenza, nelle procedure, le porte chiuse, il silenzio nei loro confronti, la lentezza delle azioni disciplinari, le coperture di cui lei ha parlato oggi, i problemi sui risarcimenti per i danni subiti. Alla fine sembrano cambiare le cose soltanto quando riescono a parlare con lei, di persona. A Bruxelles le vittime hanno fatto anche una serie di richieste. Come intende procedere lei con queste richieste? E non sarebbe meglio, forse, creare un dipartimento apposito in Vaticano, un ente indipendente magari, come chiedono alcuni vescovi per affrontare meglio questa piaga nella Chiesa e per recuperare la fiducia nei fedeli?

Grazie. L’ultimo… C’è un dipartimento in Vaticano, eh. C’è una struttura, il presidente adesso è un vescovo colombiano per i casi di abusi. C’è una Commissione e l’ha creata il cardinale O’Malley. Questo funziona! E si ricevono tutte le cose in Vaticano e si discute. Anche io in Vaticano ho ricevuto gli abusati e do forza perché si vada avanti. Questo è il primo. Secondo, io ho ascoltato gli abusati. Credo è un dovere. Alcuni dicono: le statistiche dicono che il 40-42-46% degli abusati sono in famiglia e nel quartiere, soltanto il 3% nella Chiesa. Non mi importa quello, io prendo quelli della Chiesa! Abbiamo la responsabilità di aiutare gli abusati e prenderci cura di loro. Alcuni hanno bisogno di un trattamento psicologico, bisogna aiutarli a questo. Anche si parla di una indennizzazione perché nel diritto civile c’è. Nel diritto civile credo che sono 50 mila euro in Belgio, è troppo basso. Non è una cosa che serve. La cifra credo che è quella ma non ne sono sicuro. Ma dobbiamo prenderci cura delle persone abusate e punire gli abusatori, perché l’abuso non è un peccato di oggi che domani forse non c’è… È una tendenza, è una malattia psichiatrica e per questo dobbiamo metterli in trattamento e controllarli così. Non si può lasciare un abusatore libero nella vita normale, con responsabilità nelle parrocchie e nelle scuole. Alcuni vescovi ai preti che hanno fatto questo, dopo il processo e la condanna, gli hanno dato lavoro per esempio nella biblioteca, ma senza contatto con bambini nelle scuole, nelle parrocchie. Ma dobbiamo andare avanti con questo. Io ho detto ai vescovi Belgi di non avere paura e di andare avanti, avanti. La vergogna è coprire, questa sì è la vergogna.

Giornalista: Grazie mille del suo tempo. Abbiamo letto questa mattina che bombe di 900 kg sono state messe per l’assassinio mirato di Nasrallah. Ci sono più di mille sfollati, tanti morti. Lei pensa che Israele è andata forse oltre il Libano e Gaza? E come si può risolvere questo? C’è un messaggio per queste persone lì?

Tutti i giorni io telefono alla parrocchia di Gaza. Sono lì dentro, parrocchia e collegio, più di 600 persone e mi dicono le cose che succedono, anche le crudeltà che succedono lì. Quello che lei mi dice, non ho capito bene come sono state le cose. Ma la difesa deve essere sempre proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità. Un Paese che con le forze fa queste cose – parlo di qualsiasi Paese - che fa queste cose in un modo così “superlativo”, sono azioni immorali. Anche nella guerra c’è una moralità da custodire. La guerra è immorale, ma le regole di guerra implicano qualche moralità. Ma quando questo non si fa, si vede - noi diciamo in Argentina - il “cattivo sangue”.

Giornalista: Grazie, Santità. Ieri dopo l’incontro all’Università Cattolica di Lovanio è stato diffuso un comunicato dove, leggo, “l’Università deplora le posizioni conservatrici espresse da Papa Francesco sul ruolo della donna nella società”. Dicono che è un po’ restrittivo parlare della donna solo per la maternità, la fecondità, la cura, che anzi questo è un po’ discriminatorio perché è un ruolo che spetta anche agli uomini. E legato a questo entrambe le Università le hanno posto la questione dei ministeri ordinati nella Chiesa.

Prima di tutto, questo comunicato è stato fatto nel momento in cui io parlavo. È stato pre-fatto e questo non è morale. Sulla donna io parlo sempre della dignità della donna e ho detto una cosa che non posso dire degli uomini: la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù. Maschilizzare la Chiesa, maschilizzare le donne non è umano, non è cristiano. Il femminile ha la propria forza. Anzi, la donna – lo dico sempre - è più importante degli uomini, perché la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa di Gesù. Se questo a quelle signore sembra conservativo, io sono Carlo Gardell (Cantante di tango argentino, ndr.). Non si capisce… Io vedo che c’è una mente ottusa che non vuol sentire parlare di questo. La donna è uguale all’uomo, anzi, nella vita della Chiesa la donna è superiore, perché la Chiesa è donna. Sul ministero è più grande la misticità della donna che il ministero. C’è un grande teologo che ha fatto studi su questo: chi è più grande, il ministero petrino o il ministero mariano? È più grande il ministero mariano perché è un ministero di unità che coinvolge, l’altro è ministero di conduzione. La maternalità della Chiesa è una maternalità di donna. Il ministero è un ministero molto minore, dato per accompagnare i fedeli, sempre dentro la maternalità. Vari teologi hanno studiato questo e dire questo è una cosa reale, non dico moderna, ma reale. Non è antiquato. Un femminismo esagerato che vuol dire che la donna sia maschilista non funziona. Una cosa è il maschilismo che non va, una cosa è il femminismo che non va. Quello che va è la Chiesa donna che più grande del ministero sacerdotale. E questo non si pensa alle volte.

Ma grazie per la domanda. E grazie a tutti voi per questo viaggio, per il lavoro che avete fatto. Mi spiace che il tempo sia stretto qui. Ma grazie, grazie tante. Prego per voi, voi pregate per me. Pregate a favore, eh!

(al Papa viene ricordata la tragedia delle cinquanta persone disperse in mare al largo delle Canarie)

Mi fa dolore quelle persone disperse sulle Canarie. Oggi tanti, tanti migranti che cercano libertà, si perdono sul mare o vicino al mare. Pensiamo a Crotone no? A 100 metri… (la tua terra). Pensiamo a lì. È da piangere questo, è da piangere.