Marko Rupnik violates the provisions of ecclesiastical authority. The powerful Jesuit is covered by Angelo De Donatis.
🇬🇧 De Donatis protects Marko Rupnik. The Jesuit continues to violate measures
Mentre la Compagnia di Gesù sta portando avanti un ulteriore procedimento contro Marko Ivan Rupnik, il potente gesuita continua a godere della protezione del suo figlio spirituale Angelo De Donatis.
Domenica 05 marzo 2023, all'interno della Basilica di Santa Prassede, Marko Ivan Rupnik ha concelebrato la Santa Messa per il Centro Aletti. Da diverso tempo, infatti, alle ore 9 il Centro Aletti ha la possibilità di celebrare l'Eucarestia in questa Chiesa. Il
Vicariato di Roma ha chiesto la disponibilità della Rettoria di Santa
Prassede all'Esquilino per la celebrazione domenicale degli "amici del
Centro Aletti".
Come emerge dall'ultimo comunicato della Compagnia di Gesù, il sacerdote gesuita Rupnik "non può avviare qualunque esercizio artistico pubblico, in modo particolare nei confronti di strutture religiose (come ad es. chiese, istituzioni, oratori e cappelle, case di esercizi o spiritualità). Quindi,
tali restrizioni si aggiungono a quelle già attualmente in vigore
(divieto di qualunque attività ministeriale e sacramentale pubblica,
divieto di comunicazione pubblica, divieto di uscire dalla Regione
Lazio)".
Tali disposizioni vietano, quindi, a Marko Rupnik anche la possibilità di partecipare, addirittura concelebrando, alla Santa Messa in luoghi pubblici e aperti al pubblico. Come mai il presbitero, questa mattina, lo ha fatto?
"Tutto un complotto": il vittimismo di Rupnik
Silere non possum ritiene doveroso precisare che nei confronti di Marko Ivan Rupnik vi è stata una condanna per aver assolto il complice nel de sexto ma non vi è stata, ancora, alcuna condanna in merito alle accuse di abusi sessuali a danno di donne consacrate. Nonostante questo, però, proprio come avviene nei procedimenti penali degli Stati, nel diritto canonico sono previsti provvedimenti dell'Autorità Ecclesiastica che sono di tipo "cautelare". Intervengono, perciò, ancor prima di una sentenza, proprio per tutelare le presunte vittime.
Il Padre delegato della Compagnia di Gesù ha scritto: "Molte di queste persone non hanno conoscenza le une delle altre e i fatti narrati riguardano periodi diversi (Comunità Loyola, persone singole che si dichiarano abusate in coscienza, spiritualmente, psicologicamente o molestate sessualmente durante personali esperienze di relazione con padre Rupnik, persone che hanno fatto parte del Centro Aletti). Perciò il grado di credibilità di quanto denunciato o testimoniato sembra essere molto alto".
Nonostante tutto ciò, il Cardinale Angelo De Donatis continua a proteggere e coprire Marko Ivan Rupnik. Sono diversi, infatti, i collaboratori strettissimi del Vicario che riferiscono che la "storiella" propinata è che si tratta di un complotto contro il povero e indifeso gesuita sloveno. Diverse sono state le persone che, proprio in queste ore, hanno confermato che in merito alla partecipazione di Padre Rupnik a queste celebrazioni pubbliche, il Vicario non ha sollevato alcuna remora. Angelo De Donatis ne è stato informato, proprio come fu informato dai gesuiti.
Un religioso appartenente alla Compagnia di Gesù ha detto: "Inviammo due lettere al Vicariato, ancor prima che lo scandalo venisse sollevato da voi. Due lettere, eccole qui. A queste due lettere non abbiamo mai ricevuto risposta". In queste missive si apprende che le misure adottate dalla Compagnia di Gesù furono comunicate al Vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma. Angelo De Donatis, però, non solo non ha adottato nessun provvedimento ma lasciò Rupnik quale Rettore di San Filippo Neri all'Esquilino. Solo il 24 gennaio 2023, a seguito del nostro articolo il Cardinale Vicario ha nominato don Jaromir Zadrapa nuovo Rettore sollevando Rupnik da tale incarico.
Il sacerdote, però, appartiene alla Fraternità Sacerdotale Santi Cirillo e Metodio, voluta da Marko Rupnik e approvata da De Donatis dopo che lo stesso venne condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per aver assolto il complice nel de sexto.
Commissariare il Centro Aletti
Una delle misure da avviare immediatamente, a meno che non si voglia perdere la poca credibilità rimasta, è quella di inviare un Commissario al Centro Aletti. I fattori che fanno presupporre che in quel luogo Rupnik abbia creato un suo "fortino di potere" sono molteplici. Uno di questi è la lettera che la direttrice Maria Capatelli ha inviato "agli amici", ovvero a coloro che hanno partecipato alla Santa Messa in Santa Prassede. La donna scrive: "ricordiamo che, dopo lunghi anni di affiancamento, l'Atelier è oggi guidato da un'équipe direzionale, in grado di assumere la responsabilità per un cantiere sia dal punto di vista teologico-liturgico e artistico-creativo, che dal punto di vista tecnico-amministrativo. Questo ci consentirà di tener fede a tutti gli impegni sin qui presi e ad assumerne altri di nuovi".
Il riferimento è palese e a Borgo Santo Spirito è giunto forte e chiaro. Verschueren scriveva: "In vista di questo procedimento interno, e in forma cautelare, ha reso più rigide le norme restrittive nei suoi confronti vietandogli per obbedienza qualunque esercizio artistico pubblico".Campatelli, quindi, non fa riferimento diretto alla vicenda e ci tiene a dire che la verità emergerà ma manda un messaggio chiaro: i lavori li continuiamo noi.
Rupnik, quindi, non solo continua a vivere nel Centro dove è stato accusato di aver abusato di donne ma continuerà a godere anche dei frutti dell'attività artistica del Centro che lui, in realtà, sta continuando a dirigere. "Molte di queste persone - recita il comunicato - non hanno conoscenza le une delle altre e i fatti narrati riguardano periodi diversi (Comunità Loyola, persone singole che si dichiarano abusate in coscienza, spiritualmente, psicologicamente o molestate sessualmente durante personali esperienze di relazione con padre Rupnik, persone che hanno fatto parte del Centro Aletti).
Fra le misure adottate non vi è nessun divieto di risiedere all'interno del Centro Aletti. Anzi, l'invito è quello di rinchiudersi lì dentro e non uscire. Gli abusi, però, sarebbero avvenuti anche lì dentro. Molte persone vicine al Centro Aletti riferiscono, appunto, che vi è un completo disprezzo sia della Compagnia di Gesù che di tutti coloro che hanno parlato della vicenda auspicando provvedimenti. La linea è quella del Vicariato, il quale scriveva nel comunicato: "È dovere della Chiesa applicare i criteri della verità, che sono quelli di Dio, con i quali Lui ci guarda e ci giudica. Essa ha due mandati inalienabili che sono al contempo anche doveri: stare vicino a chi soffre e attuare i criteri di verità e di giustizia desunti dal Vangelo". Campetelli scrive: "La verità non è violenta, non è aggressiva, perciò aspettiamo, pazienti e fiduciosi, che si riveli. Consapevoli che c'è un tempo per ogni cosa".
Sprezzante dell'Autorità
Anche il 02 marzo 2023, mentre tutti i presbiteri della diocesi di Roma si trovavano all'interno della Aula Magna della Pontificia Università Lateranense [ne abbiamo parlato qui], Marko Rupnik si è recato all'interno del Pontificio Seminario Romano Maggiore con un gruppo di presbiteri amici per mostrare loro la Cappella da lui affrescata. Il Rettore del Seminario don Gabriele Faraghini non può certo impedirgli di accedere al Seminario, tenuto conto che il Vicario De Donatis continua a dire che non vi è alcun problema.
La domanda, però, sorge spontanea: è opportuno che un soggetto, sprezzante dell'Autorità, acceda ad una struttura dove vengono formati i futuri presbiteri?
Sono molteplici le occasioni in cui Rupnik accede al Seminario e si reca in diverse realtà incurante dei provvedimenti e delle gravissime accuse che lo riguardano. Con diversi stretti collaboratori, infatti, il gesuita sloveno parla di "complotto" e finge la parte della vittima. Silere non possum attende la pronuncia delle Autorità per pronunciarsi in merito alle singole accuse ma ciò che vogliamo evidenziare è che vi sono persone che calpestano il diritto e, forti del loro potere economico, continuano la loro vita indisturbati. Un gesuita a Borgo Santo Spirito rivela: "Noi avevamo l'intenzione di ridurlo allo stato laicale immediatamente, appena arrivarono le prime denunce contro quest'uomo. Qualcuno, però, ha scelto di proteggerlo revocando anche la scomunica. Ci ritroviamo in una situazione molto scomoda, tutte le colpe ricadono su di noi e anche il Preposito generale si è incartato più volte. Il fine, però, era proteggere chi, a Santa Marta, ha scelto di proteggere Rupnik dal primo momento. Inutile che nelle interviste si dicano bugie".
Proprio come avvenne per Don Mauro Inzoli, quindi, Francesco sceglie di trattare amici e fedeli con due pesi e due misure. Oggi, per Rupnik, non è cambiato nulla ma se le accuse fossero stato formulate a qualcuno che non è parte del "cerchio magico", le cose sarebbero andate diversamente.
S.I
Silere non possum