Il Cardinale Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore, ha tenuto la Lectio Magistralis di apertura del XXXV Corso sul Foro Interno, dal titolo "Giubileo: un cammino di misericordia, speranza e conversione per tutti". Un intervento che ha offerto una profonda riflessione sul significato del Giubileo, evidenziando tre dimensioni fondamentali: la misericordia, la speranza e la conversione.

Un cammino di Misericordia

Il Cardinale ha esordito sottolineando il rischio di un approccio al Giubileo basato su meri atti esteriori, come pellegrinaggi e confessioni, senza un’autentica esperienza della misericordia divina. "Oggi, lo sappiamo molto bene, il rischio è di costruire un cristianesimo senza Cristo, una redenzione senza il Redentore, una salvezza senza il Salvatore" ha ammonito De Donatis. Il vero significato del Giubileo, ha spiegato, risiede nell’immergersi nella misericordia divina e nel lasciarsi trasformare da essa: "Il vero percorso giubilare è dare spazio alla contemplazione della misericordia del Padre, abitare in questo spazio di infinita tenerezza e da lì muoversi".

Ha poi citato il Salmo 42, "Un abisso chiama l’abisso!", per descrivere l’incontro tra la misericordia di Dio e l’uomo: "L’abisso del cuore di Dio viene a toccare l’abisso del nostro cuore". In tal senso, il Giubileo non è solo un tempo di celebrazione, ma un’esperienza viva dell’amore di Dio che si riversa su ogni fedele.

Un cammino di Speranza

Affrontando il tema della speranza, il Cardinale ha fatto riferimento ai discepoli di Emmaus, che da una condizione di smarrimento ritrovano speranza grazie all’incontro con Cristo Risorto. "La speranza sorge non perché cambiano le situazioni, ma per noi sta nell’avere accanto Cristo" ha affermato. Ha quindi messo in guardia dal rischio di considerare la speranza come un semplice ottimismo, ribadendo che essa si fonda sulla certezza della presenza di Cristo: "Io spero, noi speriamo perché Cristo è con me, con noi, oggi, sempre, fino alla fine e la sua promessa non ci deluderà mai".

Il Giubileo è dunque un tempo per riscoprire la speranza autentica, una speranza che nasce dalla fede e si manifesta nel quotidiano: "Il pellegrino non ha risolto i suoi problemi, ma sa che c’è una mano che lo accompagna". Citando Papa Francesco ha ricordato: "È una virtù che non delude mai: se tu speri, mai sarai deluso".

Un cammino di Conversione

La conversione, infine, è il naturale esito di chi ha sperimentato la misericordia e ha riscoperto la speranza. Simbolicamente rappresentata dal passaggio attraverso la Porta Santa, la conversione è "un cambiamento interiore che permette di leggere la propria storia con gli occhi di Dio". De Donatis ha evocato la figura di Maria di Magdala, la prima testimone del Risorto, per indicare il cammino di trasformazione spirituale che il Giubileo propone: "Saremo capaci di vedere Cristo in ogni spazio, in ogni tempo della nostra esistenza".

Ha esortato i fedeli a non ridurre la conversione a un mero elenco di buone azioni, ma a viverla come un’esperienza profonda di rinnovamento: "La conversione sia un’esperienza e non un proposito, sia una risposta ad un abisso così vicino che ci chiama per nome e non stanca mai di cercarci".

Concludendo il suo intervento, il Penitenziere Maggiore ha affidato ai partecipanti tre immagini evangeliche per vivere il Giubileo: l’uomo ricco (simbolo della misericordia accolta), i due di Emmaus (esempio della speranza ritrovata) e Maria di Magdala (icona della conversione). "Facciamo diventare il nostro corpo, noi stessi, uno spazio giubilare" ha esortato, invitando tutti a vivere il Giubileo come un cammino autentico di trasformazione e di incontro con la misericordia di Dio.