Archbishop Gianpiero Palmieri welcomed the man who covered Marko Ivan Rupnik to the diocese.
Non solo ad aprile
l'arcivescovo-vescovo di Ascoli Piceno ha accolto Ivan Bresciani nella
sua diocesi per iniziare il percorso, previsto dal Codice di Diritto
Canonico, per potersi incardinare ma
ora sta utilizzando questo ex gesuita come jolly per qualunque evenienza.
Nella Chiesa in cui non vi sono più regole e neppure dignità, per la quale peraltro Palmieri ne ha fatto le amare spese, si continua a promuovere chi, invece, dovrebbe passare il proprio tempo a riflettere sulle proprie mancanze.
Alla
vigilia dell'Assemblea Diocesana 2023 dove era stata invitata la
teologa Stella Morra, la diocesi di Ascoli Piceno comunica che vi è
stato un cambio repentino di programma. Al suo posto, infatti,
interverranno in pompa magna due membri d'eccezione del Centro Aletti:
Ivan Bresciani e Maria Campetelli.
Il primo ha coperto Marko Ivan Rupnik per anni ed è stato il suo vice, la seconda è nota alle cronache per aver insultato
i gesuiti dicendo che favorivano una campagna mediatica contro Rupnik e
lo stesso Centro Aletti. La donna, soprannominata "teologhessa" negli
ambienti curiali, ha sempre avuto un atteggiamento spocchioso di chi sa
che non verrà toccato.
Allo stesso tempo, però, non ha mai
spiegato come mai è uscita dalla comunità Loyola e come mai non ha mai
denunciato Marko Ivan Rupnik quando concelebrava l'eucarestia in
pubblico pur avendo avuto il divieto dal proprio ordine di appartenenza o
quando viaggiava pur non potendolo fare.
È chiaro che le esperienze della vita per qualcuno non sono servite a nulla ed un esame di coscienza non è stato fatto. Difatti,
sarebbe bene che si tenesse bene a mente che Francesco porta avanti un
"governo di pancia" e se oggi è contento se inviti questi suoi protetti,
domani per i medesimi motivi ti spedisce a fare il vescovo in
Zimbabwe.
Il cerchio di protezione attorno al Centro
Aletti resisterà fino a quando qualcuno non si stancherà di tenere il
filo, appena la mano calerà, sarà un'ora amara per tutti. Il caso
Zanchetta ci insegna proprio questo.
È chiaro che alla luce dell'intervento vergognoso del Vicariato di Roma sul Centro Aletti, tutti si sentano più liberi di "fare e brigare" come meglio conviene. L'unica soluzione è quella di non partecipare a questi incontri.
Sacerdoti, soprattutto, ma anche laici, lascino libere quelle sedie in
modo che questa gente continui a cantarsela e suonarsela.
Maria Campatelli e Ivan Bresciani sono l'emblema della disobbedienza, di quello che don Milani chiamerebbe il "Me ne frego"(motto fascista). Se si tratta di un prete delle periferie di Milano, peraltro innocente, siamo pronti a parlare di "scandalo che ha arrecato danno alla Chiesa", se si tratta di uomini e donne che hanno conti correnti con milioni di euro sopra, allora li invitiamo a parlare alle assemblee diocesane anche se hanno disobbedito, mentito e coperto abusatori.
Questa
è la Chiesa dell'ipocrisia che sta continuando a mietere vittime,
soprattutto fra quei cardinali, vescovi e preti che hanno sempre servito
in obbedienza, anche quando quell'obbedienza passava chiaramente
attraverso un abuso di potere.
d.L.E.
Silere non possum