Pope Francis appoints an auxiliary bishop for the diocese where Oscar Zanchetta was bishop
🇪🇸 “Al amigo, todo”. El Papa Francisco nombra un auxiliar en la ex diócesis de Zanchetta
“Al amigo, todo; al enemigo, ni justicia”, diceva il mentore di Jorge Mario Bergoglio, Juan Domingo Perón. Mentre nella penisola italica, Francesco continua ad "unire in persona episcopi" le diocesi, nella sua Argentina il Papa attribuisce incarichi e ministeri ad personam.
Nel governo della Chiesa Cattolica, purtroppo, il Pontefice ha dimostrato di governare "a sentimento" e le reali esigenze delle comunità non sono mai state la sua priorità. Nelle nomine episcopali, poi, ha prevalso sempre la voglia di "sconvolgere" le comunità, piuttosto che creare unione. Proprio come è avvenuto recentemente con S.E.R. Mons. Earl Kenneth Mario Fernandes. Francesco ha scelto di destinarlo quale nuovo vescovo di Columbus, negli Stati Uniti. A Santa Marta ha prevalso il fatto che si trattasse di un presbitero di origini indiane e sarebbe stato rivoluzionario, perché si tratta del primo primo vescovo statunitense di origini indiane in servizio in una diocesi di rito latino degli Stati Uniti.
Francesco non aveva tenuto in considerazione il fatto che quest'uomo avrebbe celebrato anche secondo il vetus ordo in realtà come l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote. Quando, poi, ne viene a conoscenza, si arrabbia con i suoi collaboratori. Se c'è una nomina da fare, il Papa interviene personalmente e, solitamente, sceglie il soggetto che crea più problemi. In una lista, con tre monaci presbiteri ed un laico, Francesco sceglie il laico.
Vescovo Ausiliare a Oran
Il 09 marzo 2023, Bergoglio ha nominato il Reverendo Sacerdote Claudio Pablo Castricone, del clero dell’Arcidiocesi di Rosario, primo vescovo Ausiliare della diocesi di Oran.
Dalla stessa arcidiocesi, il Papa, nel 2014, ha portato, qui in Vaticano, l'Arcivescovo José Luis Mollaghan e lo ha messo ad occuparsi dell' esame dei ricorsi di ecclesiastici per i delicta graviora nel Dicastero per la Dottrina della Fede. Questo per confermare lo stesso sistema utilizzato alla Rota Romana e in tutte le realtà della Curia. Un mastino, c'è sempre.
Il cerchio attorno a Zanchetta
Oggi, don Castricone viene nominato vescovo ausiliare di S.E.R. Mons. Luis Antonio Scozzina, il quale, è emerso dal processo contro Zanchetta, fece forti pressioni contro le vittime del vescovo amico del Papa.
Scozzina, però, è molto amico di Francesco e non si preoccupa affatto. Francesco è sempre stato convinto che attorno a Zanchetta ci sia stato un complotto dei seminaristi e dei preti. Un po’ come avviene oggi in Vicariato in merito a Marko Rupnik.
Monsignor Oscar Zanchetta è l’uomo argentino che ha creato più problemi a Francesco in Vaticano. Il Papa, però, non bada alle critiche e continua la difesa dei suoi amici. La diocesi di Oran è proprio quella dove Zanchetta ha commesso gli abusi sui seminaristi e da quella diocesi si allontanò chiedendo asilo al Papa. Francesco, nel 2017, lo ha fatto venire in Vaticano e, dopo diverse peripezie, gli ha creato un ufficio ad hoc all’APSA nominandolo “assessore”.
Solo la giustizia argentina è riuscita a mettere fine a questo circo. Ora, il vescovo, si trova in una struttura dove sta scontando la sua pena.
Due pesi e due misure
La nomina odierna è chiaramente un premio ad un amico e viene così nominato un ausiliare in una diocesi che conta 350 mila abitanti e 60 presbiteri. In Italia, invece, assistiamo a unioni di diocesi e a vescovi che sono sempre più disperati.
Bastano poche settimane. Il Nunzio convoca e riferisce: "Il Papa vuole unire". Chi era vescovo di una porzione di popolo, se ne ritrova due. Due presbiteri, due curie e tutto ciò che concerne il governo e la cura pastorale. Molto spesso, suppur vicine geograficamente, si tratta di realtà completamente differenti. Diverse tradizioni, diverse sensibilità e interi presbiteri completamente differenti. Il vescovo viene diviso, letteralmente, in due. Metà della settimana la deve svolgere in un episcopio, e l'altra metà in un altro. Per non parlare delle celebrazioni, nelle quali si scatenano vere e proprie lotte e campanilismi.
Questo è un altro, dei tanti motivi, per cui molti presbiteri rispondono "picche" alle richieste del Nunzio.
Al Pontefice, però, tutto questo sembra non interessare. La soluzione è quella di impegnare i laici, non certo pregare per le vocazioni. Una buona "colpa", se vogliamo chiamarla così, è anche della Conferenza Episcopale Italiana che lasciò carta bianca al Papa in merito a questa "ridistribuzione".Quando Francesco chiese un progetto, i vescovi italiani dissero: "Faccia Lei". Certo, avrebbe fatto lui ugualmente, ma almeno si sarebbe potuto dire di averci provato.
S.I.
Silere non possum