The German bishops respond to the Holy See's accusations against them.
Nella giornata di ieri, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato una nota che riportava il titolo: “Dichiarazione della Santa Sede” ed aveva il fine di precisare che il “Cammino sinodale” in Germania non ha facoltà di obbligare i Vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale.
Bisogna evidenziare come questa scelta sia del tutto senza senso e smentisce le parole di Papa Francesco che recentemente alla Reuters riferiva che il Cardinale Pietro Parolin è un ottimo diplomatico. Se non si riesce a dialogare fra di noi, figuriamoci con realtà completamente diverse da noi. Innanzitutto una nota del genere non può non avere una firma, la Santa Sede ha diversi organi ed espressioni, ovviamente la dichiarazione da qualcuno deve partire. Chiaramente c’è qualcuno che non vuole prendersi le responsabilità di ciò che scrive o dice, come nel caso del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso.
Quando quel documento venne pubblicato tutti, giornalisti compresi, iniziarono a scagliarsi contro S.E.R. Mons. Giacomo Morandi, adducendo che lui fosse la mente del documento. Peccato che questa gente, come al solito, non ha ben chiaro come funzionano le cose qui dentro e non si rendono conto che quel documento lo volle il Papa in persona. Certo, collide con l’immagine del Papa aperto e innovatore che hanno voluto dare per anni, ma è così. Oggi, per risolvere il problema in radice, si è scelto di pubblicare una dichiarazione che, ovviamente, farà discutere anche nel futuro, però senza alcuna firma. Giocando, ancora una volta, sul detto non detto. Chissà quale capro espiatorio si individuerà ora.
In merito al cammino sinodale tedesco bisogna necessariamente sottolineare che ci sono tematiche che la Chiesa tedesca da anni sta tentando di portare all’attenzione di Roma. Alcune condivisibili, altre certamente no. Come ha evidenziato lo stesso presidente della Conferenza episcopale tedesca, però, il Pontefice dovrebbe mettersi in ascolto e, così, anche i suoi collaboratori. Da anni però, abbiamo una consapevolezza, Francesco dialoga proprio con tutti, tranne con i “suoi”.
R.A.
Silere non possum
Dichiarazione della Santa Sede
Per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale, pare necessario precisare che il “Cammino sinodale” in Germania non ha facoltà di obbligare i Vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale.
Non sarebbe lecito avviare nelle diocesi, prima di un’intesa concordata a livello di Chiesa universale, nuove strutture ufficiali o dottrine, che rappresenterebbero una ferita alla comunione ecclesiale e una minaccia all’unità della Chiesa. Come ricordava il Santo Padre nella lettera al popolo di Dio che è in cammino in Germania: «La Chiesa universale vive in e delle Chiese particolari, così come le Chiese particolari vivono e fioriscono in e dalla Chiesa universale, e se si ritrovano separate dall’intero corpo ecclesiale, si debilitano, marciscono e muoiono. Da qui il bisogno di mantenere sempre viva ed effettiva la comunione con tutto il corpo della Chiesa». Pertanto si auspica che le proposte del Cammino delle Chiese particolari in Germania confluiscano nel percorso sinodale che sta percorrendo la Chiesa universale, per un reciproco arricchimento e una testimonianza di quella unità con la quale il corpo della Chiesa manifesta la sua fedeltà a Cristo Signore.
Dichiarazione dei presidenti del Cammino sinodale in risposta alla dichiarazione della Santa Sede sul Cammino sinodale tedesco.
“Siamo lieti che la Santa Sede sottolinei ancora una volta ciò che ci siamo già impegnati a fare negli Statuti e nel Regolamento prima dell’inizio del Cammino Sinodale 2019:
Le decisioni dell’Assemblea sinodale non hanno di per sé effetto giuridico. L’autorità della Conferenza episcopale e dei singoli vescovi diocesani di emanare norme giuridiche e di esercitare il loro magistero nell’ambito delle rispettive competenze rimane inalterata dalle risoluzioni.
Le decisioni le cui materie sono riservate a un regolamento della Chiesa universale saranno trasmesse alla Sede Apostolica come espressione della via sinodale”. (Articoli 11 e 12)
Non ci stancheremo di sottolineare che la Chiesa in Germania non seguirà un “Percorso speciale tedesco”. Ciononostante, riteniamo nostro dovere indicare chiaramente dove, a nostro avviso, è necessario apportare modifiche. Nel farlo, percepiamo già che i problemi e le questioni che abbiamo nominato sono simili in tutto il mondo.
Vorremmo anche ricordare che il Cammino sinodale è la conseguenza dello studio “Abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti, diaconi e religiosi cattolici nell’area della Conferenza episcopale tedesca” (studio MHG) e siamo grati che i vescovi e il Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi stiano percorrendo questo cammino insieme e possonno essere certi del sostegno e della collaborazione attiva del popolo di Dio pellegrino.
Nel 2021, Papa Francesco ha aperto un processo sinodale mondiale. Come previsto, naturalmente – e la dichiarazione di oggi ci incoraggia a farlo – contribuiremo al processo sinodale della Chiesa universale con le esperienze e i risultati del Cammino sinodale. Abbiamo sempre sottolineato la nostra volontà di dare forma attiva a questo processo attraverso il nostro lavoro. Siamo infatti convinti che ciò porti a un “arricchimento reciproco” (Dichiarazione della Santa Sede).
Nel Regolamento e negli Statuti del Cammino Sinodale, formuliamo la comunicazione con la Sede Apostolica che riteniamo necessaria e che vogliamo. Il Nunzio Apostolico in Germania è invitato a partecipare al Cammino Sinodale come osservatore permanente.
Fin dall’inizio del Cammino Sinodale, il Presidio ha cercato di trovare vie di comunicazione dirette con le autorità romane. A nostro avviso, questa sarebbe la sede adatta per tali chiarimenti. Purtroppo, il Presidio sinodale non è ancora stato invitato a una discussione. Ci rammarichiamo con indignazione che questa comunicazione diretta non sia avvenuta finora. A nostro avviso, una chiesa sinodale è diversa! Questo vale anche per il modo di comunicare di oggi, che ci stupisce. Non testimonia un buon stile di comunicazione all’interno della chiesa se le dichiarazioni non vengono pubblicate con il nome di chi le fa.
La prossima Assemblea sinodale sarà il luogo per raccogliere la preoccupazione della Santa Sede e per discuterne. Ancora una volta, come Presidenti del Cammino Sinodale, sottolineiamo che siamo desiderosi di avere discussioni tempestive con il maggior numero possibile di organismi all’interno della Curia Romana”.
S.E.R. Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca,
Ill.ma dott.ssa Irme Stetter-Karp, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK).