Venerdì 1 marzo 2024 si è svolto, presso il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, il concerto sinfonico 'Iustitia et Pax'. Un evento che ha richiesto impegno e denaro. Erano presenti l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, S.E. il Sig. Andrii Yurash ed altri ambasciatori con i rappresentanti delle istituzioni civili.
All'evento ha preso parte anche il Rev.do Monsignor Karel Kasteel il quale ha dato lettura dei messaggi inviati da S.E.R. il Sig. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e S.E.R. il Sig. Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. All'evento un grande assente: S.E.R. Mons. Gianpiero Palmieri, arcivescovo - vescovo di Ascoli Piceno.
Dando un'occhiata alla brochure è possibile notare che fra gli enti patrocinatori - fra i quali spiccano l'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede, il Senato e il Ministero per i beni e le attività culturali della Repubblica Italiana - non c'è la diocesi di Ascoli Piceno. Rumors provenienti da Piazza Arringo riferiscono che lo stemma della diocesi era inizialmente stato previsto ma successivamente rimosso.
Come è stato sottolineato più volte durante il concerto, l'evento è stato organizzato grazie al "grande impegno" di un sacerdote incardinato nella diocesi di Ascoli Piceno: Don Riccardo Patalano. Alla luce di questo l'assenza del vescovo e il mancato patrocinio da parte della diocesi stride ancor di più.
«Patalano ha organizzato il tutto senza coinvolgere il vescovo diocesano che ne è venuto a conoscenza solo a cose fatte. Lo stemma della diocesi era stato inserito, forse dato per scontato, ma poi è stato tolto quando il vescovo ne è venuto a conoscenza. È stato Patalano a venire in comune e farlo togliere. Tanto è vero che c'è chi si è stranito e l'evento stava per essere annullato» riferiscono a Palazzo. E in effetti era prevista anche la proiezione di un film che però è stata annullata. «Ci era stato detto che l'evento forse non si sarebbe celebrato. La moglie dell'ambasciatore è stata ricevuta da Mons. Palmieri. Può essere che in quella occasione sia stato invitato il vescovo ma solo a cose fatte» ha detto un sacerdote.
Ancora una volta emergono le derive del nostro tempo e di questo pontificato perché, scavando scavando, dobbiamo superare il confine e rientrare in casa. A Santa Marta viene rilasciato un commento Laconico su Riccardo Patalano: «Uno di quelli usati da S.S.». Si tratta, effettivamente, di un presbitero che ha ronzato attorno ad una porpora per poter accedere all'albergo ed è entrato nel loop malato del quale Francesco si è servito per "sentire", "origliare" e "chiacchierare" anche nelle più sperdute diocesi della Penisola. Questi contatti gli hanno permesso di ottenere finanziamenti e aiuti per organizzare questo evento che chiaramente ha tutta l'attenzione del caso per via della guerra. Il problema - come spesso accade nel nostro ambiente ultimamente - è quella spasmodica voglia di apparire e il protagonismo dei singoli. È così che la diocesi, la comunità ecclesiale e il territorio restano sullo sfondo, addirittura vengono dimenticate, e si lavora per poter stare sul palco. Come sacerdote organizzi un evento senza coinvolgere il tuo vescovo? Ad un evento del genere, che chiama ad Ascoli Piceno addirittura i diplomatici di alcuni Paesi presso la Santa Sede e vede l'intervento del Segretario di Stato di Sua Santità, non è possibile pensare di non vedere in prima fila il vescovo diocesano e il patrocinio della Chiesa locale. Se alcuni aiuti vengono offerti dai singoli sacerdoti è anche - e soprattutto - grazie a ciò che l'intera comunità diocesana permette loro di fare.
D.L.A.
Silere non possum