In Tuscany, the bishops entrust the human formation of priests to an online questionnaire.

“La Chiesa ha detto si all’eutanasia, senza troppa pubblicità peraltro”, afferma con preoccupazione un sacerdote dopo essersi visto recapitare una lettera del Cardinale Giuseppe Betori rivolta ai presbiteri dell’Arcidiocesi di Firenze.

La Toscana, è noto, è una delle peggiori regioni ecclesiastiche della Penisola. I seminari sono pressoché vuoti e da anni ci sono i presbiteri che vengono impinguati con sacerdoti girovaghi e quant’altro. Addirittura c’è qualche rettore che è finito in Brasile a cercare qualcuno da poter ordinare. Sono scelte, certo, il problema è però evidente e sta tutto nell’incapacità di formare un presbiterio unito. Sono diverse le realtà dove determinati vescovi militari hanno messo le mani in testa a chiunque e poi i frutti li hanno raccolti i successori.

In una realtà del genere, dove veramente sembra che vi sia chi è felice di avviarsi all’autodistruzione, la Conferenza Episcopale Toscana ha scelto di affidare il ministero dell’accompagnamento dei presbiteri ad un computer, più precisamente ad un questionario. Sì, perché ci sono “esperti preti psicologi” che amano rapportarsi più con i computer che con le persone. Alle persone, infatti, bisogna dare la giusta attenzione e bisogna accettare il confronto, la contestazione, la divergenza di idee. Il computer, no.

Questionari e ministero episcopale

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, il quale oggi viene completamente calpestato per quanto riguarda il ministero episcopale, nella Lumen Gentium dice chiaramente che "con l'ordinazione episcopale viene conferita la pienezza del Sacramento dell'Ordine, quella, cioè, che nella tradizione liturgica della Chiesa e dalla voce dei santi Padri viene chiamata sommo sacerdozio, pienezza del sacro ministero. L'ordinazione episcopale conferisce, insieme con l'ufficio di santificare, anche gli uffici di insegnare e governare, i quali, però, per loro natura, non possono essere esercitati se nοn nella comunione gerarchica e con il capo e con i membri del Collegio". 

Oggi, però, si sceglie di ordinare vescovi che amano andare alle sagre di Paese e cardinali che montano e smontano i letti come i mobili dell'Ikea. Chi si occupa dei sacerdoti? Chi si occupa dei loro problemi, della loro formazione? Un computer. Ovvio.

Con una lettera del 27 giugno 2023, il cardinale arcivescovo di Firenze (uscente) si è rivolto ai suoi "carissimi" sacerdoti invitandoli a compilare un questionario online che, peraltro, è accessibile a chiunque [qui una versione in pdf].

"Con questa lettera - scrive Betori - intendo invitare con forza ciascun presbitero a collaborare e rendersi disponibile, comprendendo l'importanza del proprio personale contributo allo sforzo che la Chiesa sta facendo per rispondere alle sfide del nostro tempo". 

Piuttosto che scrivere personalmente ai suoi preti ed invitarli in Arcivescovado per un incontro, il cardinale decide di affidare ad un questionario le difficoltà della vita presbiterale. Dalla lettera emerge che il questionario è stato creato da alcuni "professionisti". Uno di questi è un soggetto che nel parmense viene definito il "Cencini toscano", ovvero don Marco Baleani.

Questo sacerdote, ovviamente con il titolo di psicologo, è marchigiano ma è finito nella diocesi di Massa Carrara Pontremoli. Lì ha avuto ben poche esperienze pastorali e di parrocchia ma si è sempre rifugiato in una comunità di tossicodipendenti dove sentiva che le sue capacità venivano valorizzate. Pertanto, si tratta di persone che non hanno nessuna esperienza della vita presbiterale parrocchiale ma anzi, come abbiamo sottolineato più volte, sono coloro che vengono messi a capo delle strutture formative solo perché hanno il titolo di psicologi.

Per questo motivo quando abbiamo sottolineato, nel caso Cencini, che determinati soggetti non è opportuno restino iscritti all'albo, forse qualche organo di controllo doveva intervenire piuttosto che coprire personalità abusanti.

Alcuni sacerdoti che si sono rivolti a Silere non possum hanno detto: "Dovremmo rispondere a delle domande che ci vengono rivolte da un soggetto che non ha mai fatto un giorno di parrocchia? Ecco quali sono le domande". 

L'Eutanasia della Chiesa toscana 

Come conferma il Cardinale Betori, il questionario è stato predisposto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e qualcuno si è chiesto: "E chissà per quali fini". Infatti, le domande che vengono poste non è ben chiaro dove vogliano andare a parare. Si parla di formazione umana e poi si parla di "Ha difficoltà rispetto al magistero dogmatico?". 

Si tratta di pura follia. Le domande, inoltre, riguardano anche e sopratutto quello che è il foro interno. Al sacerdote viene chiesto come vive la sua sessualità, se ha problemi con il celibato e addirittura se ha qualche dipendenza. Come ha sottolineato più volte Silere non possum, la natura degli abusi di coscienza è proprio nella commistione fra foro interno e foro esterno. Su questo è illuminante Padre Dysmas De Lassus nel suo libro sugli abusi.

A nulla vale il fatto che si assicura al sacerdote l'anonimato, perché viene chiesto il nome, il cognome e la e-mail. Le questioni, quindi, sono due: o si tiene traccia di ciò che il singolo scrive oppure se non lo si fa i risultati non hanno alcun senso perché, come potrete verificare personalmente, tutti possono accedere e compilare il questionario. Come si fa, poi, a capire se lo ha compilato un sacerdote oppure no? 

Tralasciando questo aspetto, il quale comunque non è di poco conto, non si possono affidare temi così delicati e complessi ad una risposta fra "Per niente Poco Abbastanza Molto Moltissimo". Questo è un modo marcio e malato di svolgere il proprio ministero ed anche la professione di psicologo. La psicologia, lo abbiamo detto più volte anche nellarubrica sulla formazione sacerdotale, non è questo. Non sono i test a domanda multipla che ti dicono se sei gay oppure no, non sono le crocette, non sono i movimenti, non è tutta questa idiozia. La psicologia è cosa seria e deve essere fatta con professionisti seri, non con gente che ti giudica e ti dice che "se hai i ricci sei A, sennò sei B". Queste sono strumentalizzazioni della psicologia che dovrebbero essere punite severamente dagli ordini degli psicologi, se non fossero impegnati a far cassa sulle iscrizioni.

Episcopato incapace

In una realtà come quella Toscana, nella quale è impossibile trovare un vescovo cattolico, emergono queste tecniche che hanno portato la Chiesa ad un processo di autodistruzione compiacente. Seminari vuoti, interi presbiteri pieni di "forestieri" e vescovi che sono impegnati a mettersi i jeans invece di stare con i loro preti.

Seminari che hanno avuto padri spirituali eretici e bacchettati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, rettori che hanno fatto di tutto per diventare vescovi e solo con Francesco, alla veneranda età di 65 anni, si sono visti recapitare lo zucchetto a domicilio. Nel frattempo, però, i frutti si vedono ed è evidente che si va verso il baratro. In queste realtà, peraltro, si agisce poi con mezzi di emergenza che, lo abbiamo visto, portano a seri problemi. I seminari non "sfornano" più sacerdoti? Allora si accolgono preti girovaghi che aprono comunità, fraternità, opere e vari ed eventuali. Si tratta di quelle realtà che poi, in un modo o in un altro, incardinano chiunque e i vescovi sono contenti perché c'è qualcuno che "dice la Messa". Purtroppo, però, questi prelati non si rendono conto che in questo modo viene distrutto il presbiterio diocesano che si popola di chi ama fare la bella statuina attorno all'altare ma di pastorale ha ben poco. Sono nate così quelle diocesi in cui durante i Pontificali dei vescovi ci sono 18 cerimonieri, rigorosamente "con veste paonazza", sul presbiterio ma non c'è nessuno che confessi. Nelle quali mancano i parroci ma ci sono romanzieri, liturgisti, conferenzieri e quant'altro. Nelle quali un giorno sì e l'altro pure vengono invitati i cardinali e i vescovi a fare la sfilata per le più astruse feste diocesane o parrocchiali.

Questa è la situazione di queste Chiese, inutile nascondersi dietro ad un dito. Ed è incredibile che, durante un pontificato che fa leva sull'aspetto umano, sulla tenerezza e sulla misericordia, ci sono vescovi che affidano il rapporto prete-pastore ai questionari. 

Questa è la triste realtà di una Chiesa che continua a promuovere personaggi incapaci di comprendere anche solo l'importanza delle relazioni umane, del foro interno e della formazione permanente seria e ben fatta. Mentre Lumen Gentium affermava chiaramente: "Ai vescovi è pienamente affidato l'ufficio pastorale ossia l'abituale e quotidiana cura del loro gregge; né devono essere considerati vicari dei romani Pontefici, perché sono rivestiti di autorità propria e con tutta verità sono detti « sovrintendenti delle popolazioni » che governano", oggi sarà necessario riscrivere una Costituzione Dogmatica nella quale bisognerà spiegare che il compito del vescovo è occuparsi dei migranti, delle comparse in televisione e della partecipazione ai salotti con i potenti di turno. 

F.P.

Silere non possum