Pope Francis received Enzo Bianchi, founder of the Bose community.
Era il 9 febbraio 2021 quando Papa Francesco inviò una lettera a Enzo Bianchi riferendo di essere “figlio spirituale” del fondatore della Comunità di Bose. Altresì, nel bel mezzo della tempesta, gli scriveva: «Ma la cosa più importante che so, e che è più essenziale, quello che come fratello devo dirti, è che tu sei in croce. E quando si è in croce non valgono le spiegazioni, soltanto ci sono il buio, la preghiera angosciante “Padre, se è possibile allontana da me questo calice” e quelle sette parole che sono a fondamento della Chiesa. Quando si è in croce quelli che non ci vogliono bene sono contenti, tanti amici fuggono e spariscono, rimangono soltanto tre o quattro amici più fedeli, che non possono fare nulla per salvarci, ma ci accompagnano. Rimane solo l’obbedienza, come Gesù».
In sostanza, mentre Bergoglio stava battendo con il martello sui chiodi che “mettevano in croce” l’anziano signore, gli faceva anche il fervorino spirituale intriso di clericale ipocrisia.
Da quel giorno sono passati anni e la vita di Enzo Bianchi ed altre quattro persone ha subito numerosi cambiamenti proprio a causa dell’operato superficiale, e spesso manipolato, di Papa Francesco e del Segretario di Stato, Pietro Parolin. Negli anni, però, il Pontefice e Bianchi hanno sempre mantenuto una corrispondenza abbastanza frequente attraverso la segreteria particolare. Francesco si è sempre preoccupato delle condizioni di salute dell’anziano fondatore della comunità di Bose.
Da settembre scorso Bianchi ha subito due interventi al cuore ed ha passato diverso tempo in ospedale, per questo motivo il Papa ha chiesto un incontro per potergli parlare e informarsi sulla sua salute.
Scurdammoce 'o passato, direbbe qualcuno
Come è solito accadere in questo pontificato, però, accade che chi viene esposto al pubblico ludibrio ed alla gogna mediatica poi venga richiamato a corte. Oggi, 16 dicembre 2023, Francesco ha ricevuto Enzo Bianchi. Lo ha accolto ed ha dato la sua benedizione sul nuovo progetto della Casa della Madia.
Il Papa si dice sorpreso dei provvedimenti adottati dal Segretario di Stato e con il suo operato lo sconfessa anche in quella famosa nota che fu inviata ai vescovi. La superficialità con cui il Papa si è mosso ed ha lasciato agire "i suoi uomini" è veramente disarmante.
Anche in questa vicenda fu coinvolto Padre Amedeo Cencini, il discusso canossiano che ha come vanto quello di aver chiuso più comunità di quante ne tiene aperte. A sua volta iniziò a coinvolgere: Anna Deodato, la consacrata che si spacciava per psicologa e psicoterapeuta e fu diffidata dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia ed Enrico Parolari, il presbitero che in Lombardia porta avanti il pensiero ascientifico di Cencini & co. sull'omosessualità. Molti seminaristi e sacerdoti della Lombardia si sono ritrovati a dover fare colloqui con lui solo perché si ritrovavano affibbiata l'etichetta di essere omosessuali. Sempre il solito sistema che si fatica ancora a scardinare sia per colpa di vescovi formati male (Papa compreso) ed anche di laici repressi e moralisti che trottolano, giorno e notte, fra le stanze delle nostre strutture e dei nostri oratori.
È chiaro che soggetti di questo calibro non hanno potuto far altro che portare scompiglio in una comunità che già soffriva per le varie lotte intestine.
Francesco dimentica ma le ferite restano
A Bose, però, non centrava nulla di tutto questo. In quella comunità, fondata proprio da Bianchi nel 1965 ed esaltata per anni dall'episcopato italiano, si stava consumando una vera e propria lotta di potere che Silere non possum ha tentato di raccontare con annessi e connessi. Con l'aiuto della Santa Sede si è voluto commettere un parricidio e portare la comunità ad avere una configurazione giuridica che Bianchi non avrebbe mai voluto. Del resto, lo abbiamo detto più volte, si possono condividere oppure no le idee di Bianchi e dei suoi fratelli ma non si può dimenticare che la Chiesa ha un diritto e quel diritto deve essere rispettato.
Per come venne fondata, e subito dopo esaltata, quella comunità di laici che facevano vita comune, non vi era alcuna possibilità per la Santa Sede di mettervi mano. L'atteggiamento bipolare della Santa Sede fece sì che fino al 2020 Bianchi avrebbe potuto addirittura diventare un "cardinale laico". Vescovi addirittura spingevano perché si facesse ordinare presbitero. Poi la svolta, quell'uomo diventò il demonio.
Ancora una volta vi fu un procedere non chiaro e non vennero fatti processi. Il Papa approvò, in forma specifica, il decreto del Segretario di Stato all'interno della sagrestia della Basilica di San Pietro dicendo: «Sì, sì, approvo», senza neppure leggere gli atti.
Se non fosse stato per Silere non possum, che peraltro era agli albori del proprio operato, nessuno avrebbe conosciuto il contenuto del decreto che allontanava Enzo Bianchi ed altri 3 membri dalla comunità. Allo stesso tempo, però, grazie anche a blog di comunità che dovrebbero parlare del Sacro Cuore ma sputano veleno e raccontano falsità per rancori personali, veniva fatta passare l'idea che su queste 4 persone vi fossero gravissime accuse.
Mentre queste comunità di preti che citano il Sacro Cuore solo per fare bella figura chiudono perché non hanno più neppure una sola vocazione, ad Albiano d’Ivrea ha preso vita la Casa della Madia ed Enzo Bianchi ha iniziato nuovamente a condurre la propria vita nello stile che ritiene più opportuno per sé.
La comunità di Bose
Le problematiche presenti nella comunità di Bose erano numerose e si potevano guarire con un lavoro ben diverso da quello fatto da Pietro Parolin e Amedeo Cencini. In breve tempo Silere non possum si rese conto che l'Economo della Comunità, Guido Dotti aveva presentato alla Regione Piemonte uno Statuto della comunità falso e a seguito dei nostri articoli di denuncia l'Ente ne chiese l'immediata restituzione.
Tutto questo, però, gli amici di Luciano Manicardi e Guido Dotti non lo raccontarono e la stampa tacque anche in merito alle gravissime ingerenze e follie giuridiche che venivano commesse. Oggi, però, la storia rende merito alla Verità. A Bose i membri sono diminuiti drasticamente e durante la lotta che è stata fomentata da Amedeo Cencini molti hanno scelto di lasciare definitivamente quella realtà.
Ad Albiano d'Ivrea, invece, Bianchi e i suoi compagni hanno iniziato a condurre nuovamente una vita fraterna e stanno dando vita a fiorenti progetti. Oggi, accogliendo Enzo Bianchi e Goffredo Boselli, Papa Francesco ha praticamente "riabilitato" queste persone che comunque hanno subito violente ingiustizie ma, soprattutto, ha incoraggiato a proseguire nel cammino di fede con la nuova realtà.
F.P.
Silere non possum