Gli incarichi per don Renato Tarantelli e i suoi amici continuano ad aumentare. Mentre a Santa Marta il Papa ha fatto capire che nei confronti dell'ex avvocato la fiducia è già venuta meno, Daniele Libanori continua a fare affidamento su di lui. Del resto, all'interno del Consiglio Episcopale nessuno ha più fiducia o stima di Libanori, ciò che resta è stringersi attorno ai suoi fedelissimi.
L'operato di questi mesi si è rivelato sempre meno sinodale e ben poco trasparente. Tutto ciò che Silere non possum ha pubblicato è stato una sorpresa per il Pontefice che ne era all'oscuro. In queste ore, nonostante molte persone abbiano chiesto spiegazioni, Tarantelli, Libanori e Reina non hanno saputo fornire smentite a ciò che "il sito web" ha detto. Questo ha fatto innervosire non poco il Papa. Proprio perchè ognuno continua a fare ciò che vuole con quel modo spavaldo che caratterizza chi si sente intoccabile, proprio ieri sono stati firmati alcuni decreti, datati il 7 marzo, con i quali sono stati nominati: don Renato Tarantelli quale Primicerio dell'Arciconfraternità di Maria Santissima del Buon Consiglio e dei Pellegrini e don Paolo Asolan quale Cappellano. Come è possibile leggere nel decreto di Daniele Libanori gli immobili di questa realtà sono affidati al Collegio Missioni Africane dei Missionari Comboniani, la medesima congregazione alla quale appartiene Padre Giulio Albanese. Fra i vescovi qualcuno si è chiesto: "Tarantelli già non fa nulla alla Madonna delle Tre Fontane, non si comprende bene cosa potrebbe fare lì. Asolan a Trastevere non lo vedono mai, pensa di essere rettore di chissà quale ateneo ma ha solo un istituto pastorale ben poco frequentato. Quale cura faranno di queste realtà?Mah". Certamente stupisce che con il numero di presbiteri che la diocesi di Roma ha, Libanori riesca ad attingere sempre e soltanto dal suo cappello magico.
d.L.S.
Silere non possum