In occasione del mese del Ramadan e per la festa di ‘Id al-Fitr 1446 E. / 2025 A.D., il Dicastero per il Dialogo Interreligioso ha inviato ai "fratelli musulmani" del mondo intero un messaggio augurale dal titolo "Cristiani e musulmani: ciò che speriamo di diventare insieme".

Nel testo si parla di «cammino fianco a fianco» e si afferma che «siamo tutti pellegrini su questa terra e che stiamo tutti cercando di "vivere una vita migliore"». In realtà i cattolici non sono in cammino per vivere una vita migliore ma siamo in cammino per salvarci e, come afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II, non vi è possibilità di salvezza se non attraverso la Chiesa: «Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta. Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare» Lumen Gentium, 14.

Cos'è il Ramadan?

Il Ramadan è il nono mese del calendario islamico lunare e viene considerato il mese più sacro per i musulmani. Durante questo periodo, che dura 29 o 30 giorni a seconda delle fasi lunari, i fedeli praticano il digiuno (sawm) dall'alba al tramonto. Questo significa astenersi non solo da cibo e bevande, ma anche da fumo, rapporti sessuali e "comportamenti negativi".


Questo il testo del Messaggio, a firma del Prefetto del Dicastero, Em.mo Card. George Jacob Koovakad, e del Segretario del medesimo Dicastero, Rev.do Mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage. 

Cari fratelli e sorelle musulmani,
all'inizio del mese di Ramadan il Dicastero per il Dialogo Interreligioso vi porge i suoi più calorosi saluti e la sua amicizia. Questo periodo di digiuno, preghiera e condivisione è un'occasione privilegiata per avvicinarsi a Dio e rinnovarsi nei valori fondamentali della fede, della compassione e della solidarietà. Quest'anno il Ramadan coincide in gran parte con la Quaresima, che per i cristiani è un periodo di digiuno, supplica e conversione a Cristo.
Questa vicinanza nel calendario spirituale ci offre un'opportunità unica di camminare fianco a fianco, cristiani e musulmani, in un percorso comune di purificazione, preghiera e carità. Per noi cattolici è una gioia condividere questo momento con voi, perché ci ricorda che siamo tutti pellegrini su questa terra e che stiamo tutti cercando di "vivere una vita migliore".
Quest'anno desideriamo riflettere con voi non solo su ciò che possiamo fare insieme per "vivere una vita migliore", ma soprattutto su ciò che vogliamo diventare insieme, come cristiani e musulmani, in un mondo in cerca di speranza. Vogliamo essere semplici collaboratori per un mondo migliore o autentici fratelli e sorelle testimoni comuni dell'amicizia di Dio con tutta l'umanità?

Più che un semplice mese di digiuno, noi cattolici consideriamo il Ramadan come una scuola di trasformazione interiore. Astenendosi dal cibo e dalle bevande, i musulmani imparano a controllare i loro desideri e a porre l'attenzione su ciò che è essenziale. Questo tempo di disciplina spirituale è un invito a coltivare la pietà, quella virtù che avvicina a Dio e apre il cuore agli altri. Come sapete, nella tradizione cristiana, la stagione santa della Quaresima ci invita a seguire un percorso simile: attraverso il digiuno, la preghiera e l'elemosina cerchiamo di purificare il nostro cuore e di concentrarci su Colui che guida e dirige la nostra vita. Queste pratiche spirituali, sebbene espresse in modo diverso, ci ricordano che la fede non è solo una questione di gesti esteriori, ma un percorso di conversione interiore.

In un mondo segnato dall'ingiustizia, dai conflitti e dall'incertezza sul futuro la nostra vocazione comune implica molto di più di pratiche spirituali analoghe. Il nostro mondo ha sete di fraternità e di dialogo autentico. Insieme, musulmani e cristiani, possono essere testimoni di questa speranza, nella convinzione che l'amicizia è possibile nonostante il peso della storia e delle ideologie che intrappolano. La speranza non è semplice ottimismo: è una virtù ancorata nella fede in Dio, il Misericordioso, nostro Creatore. Per voi, cari amici musulmani, la speranza si nutre della fiducia nella misericordia divina che perdona e guida. Per noi cristiani, essa si fonda sulla certezza che l'amore di Dio è più forte di tutte le prove e gli ostacoli.

Quello che vogliamo diventare insieme è perciò essere fratelli e sorelle in umanità, che si stimano profondamente a vicenda. La nostra fede in Dio è un tesoro che ci unisce, ben oltre le nostre differenze. Ci ricorda che siamo tutte creature, spirituali, incarnate e amate, chiamate a vivere nella dignità e nel rispetto reciproco. E noi desideriamo diventare custodi di questa sacra dignità, rifiutando ogni forma di violenza, discriminazione ed esclusione. Quest'anno, mentre le nostre due tradizioni spirituali si ritrovano nel celebrare il Ramadan e la Quaresima, abbiamo un'opportunità unica di mostrare al mondo che la fede trasforma le persone e la società, e che è una forza propulsiva di unità e riconciliazione.

In un mondo in cui "riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente" (Papa Francesco, Fratelli Tutti, 27), la nostra sfida è allora quella di costruire, attraverso il dialogo, un avvenire comune, fondato sulla fraternità. Non vogliamo semplicemente coesistere; vogliamo vivere insieme in sincera e reciproca stima. I valori che condividiamo, come la giustizia, la compassione e il rispetto per il creato dovrebbero ispirare le nostre azioni e i nostri rapporti e servirci da bussola per essere costruttori di ponti anziché di muri, fautori della giustizia anziché dell'oppressione, essere protettori dell'ambiente anziché distruttori. La nostra fede e i suoi valori dovrebbero aiutarci a essere voci che si ergono contro l'ingiustizia e l'indifferenza e che proclamano la bellezza della diversità umana.

In questo tempo di Ramadan e con l'approssimarsi di 'Id al-Fitr siamo felici di condividere questa speranza con voi. Che le nostre preghiere, i nostri gesti di solidarietà e i nostri sforzi per la pace siano segni tangibili della nostra sincera amicizia con voi. Che questa festa sia un'occasione di incontri fraterni tra musulmani e cristiani in cui possiamo celebrare insieme la bontà di Dio. Questi semplici, ma profondi momenti di condivisione, sono semi di speranza che possono trasformare le nostre comunità e il nostro mondo. Che la nostra amicizia sia una brezza ristoratrice per un mondo assetato di pace e fraternità!

Che il vostro digiuno e le altre pratiche di pietà durante il Ramadan e la celebrazione di ʻĪd al-fiṭr, che lo conclude, vi portino abbondanti frutti di pace, speranza, fratellanza e gioia.

Dal Vaticano, 4 febbraio 2025


George Jacob Cardinal Koovakad
Prefetto

Mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage
Segretario