Nella newsletter riservata agli abbonati di giovedì 26 settembre 2024 abbiamo formulato alcune riflessioni in merito al caso Medugorje. Molti dei nostri iscritti ci hanno chiesto di rendere accessibile la nostra riflessione in quanto ritengono possa essere utile. Per questo motivo offriamo una parte della Newsletter gratuitamente a tutti i lettori di Silere non possum. Vi ricordiamo che il nostro lavoro viene offerto in modo del tutto gratuito e allo stesso tempo occupa la maggior parte del nostro tempo. Per questo motivo vi chiediamo di aiutarci e sostenerci con una piccola donazione che ci potrà aiutare nel proseguire questo progetto di informazione. Grazie.



Il 19 settembre 2024 il Dicastero per la Dottrina della Fede ha scelto di pronunciarsi sulla vicenda Medugorje. Il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ha firmato una Nota e il vescovo del luogo ha firmato un Decreto. 

Il giorno seguente il vescovo di Mostar-Duvno, il quale è notoriamente scettico su questo fenomeno, ha parlato in conferenza stampa. Silere non possum era presente ed ha fatto un reportage qui. 

La posizione di Silere non possum in merito a questo fenomeno è sempre stata di ferma condanna. Del resto, se l’albero si vede dai frutti, in riferimento a questa realtà i frutti sono negativi in gran parte. Durante la Conferenza Stampa il Prefetto e il Segretario hanno parlato di “frutti positivi” ma non ne hanno menzionato neppure uno. Riferire che “alcune persone si sono convertite” o, peggio ancora, parlare di “molte comunioni ogni giorno” non è sufficiente per pronunciarsi in riferimento ad una realtà che ha due fanalini rossi che sono allarmanti. Da un lato il denaro e dall’altro l’odio e la critica verso la gerarchia ecclesiastica. Difatti, in questo luogo girano un sacco di soldi e, soprattutto, questo giro di denaro ha coinvolto la malavita, gli stessi veggenti e anche la realtà parrocchiale. Proprio per questo motivo è stato inviato un visitatore, S.E.R. Mons. Henryk Hoser. Il compito di questo presule è specifico per la Parrocchia e per le questioni pastorali ed economiche. Non bisogna neppure dimenticare che in questa realtà è nata una vera e propria lotta fra Francescani e Parrocchia. Se conosciamo un po’ di greco, διαβάλλω (diaballo)…Dove c’è divisione non c’è certo la Madonna. 

Cosa da non dimenticare, poi, è la narrazione che viene fatta da veggenti e fanatici vari che ronzano attorno a questo luogo. “La Chiesa è peccatrice, sono tutti corrotti, tutti immorali e se non cambia la situazione andranno tutti all’inferno”. Questa è il sunto, in poche parole. Gli esempi, però, sarebbero tantissimi. Il fanatismo è alle stelle. Ricordo, in particolare, un ragazzino che ci venne inviato in seminario con il fine di fare discernimento. Arrivò ed era convinto che tutti fossero dei demoni. Recitava 4 corone del rosario al giorno, mercoledì e venerdì non pranzava e non cenava. Tutto molto interessante. Quando c’erano momenti comunitari lui non veniva, ai colloqui con i formatori era lui a spiegare come bisognava formarsi, nella quotidianità non stringeva relazioni con nessuno dei confratelli ma, anzi, la maggior parte delle volte li insultava. La sua “vocazione al sacerdozio”, di cui era assolutamente certo e il giudizio della Chiesa era superfluo, era nata a Medugorje. “Me lo ha detto la Madonna!”, era il mantra. Capite bene che se questi sono i soggetti, e purtroppo non era un pazzo isolato, forse qualche problemino nel luogo e nella sua natura c’è. Per dirla con San Paolo, è inutile digiunare e sgranare rosari se poi nella quotidianità non si è caritatevoli e non si è capaci di relazione.

Il Concilio sull'episcopato disse ben altro...

Le nuove Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali emanate il 17 maggio 2024 hanno dato il via ad una serie di interventi senza precedenti. «Bisognava mettere qualcuno dietro alla tastiera di un computer e far parlare un po’ di sé», ha commentato un porporato che nell’ex Sant’Uffizio ha lavorato per lungo tempo ma in silenzio e con grande rigore e spirito di servizio. 

Il punto, però, rischia di essere un altro. Prima di tutto ci si chiede: che senso hanno questi pronunciamenti? Ci si pronuncia ma non si dice. Si dice ma non si dice. Nihil obstat ma non è detto che sia Maria. Un fiume di parole per fotografare (a volte neppure correttamente) una realtà che già è evidentemente chiara a chi la guarda. Il popolo di Dio, infatti, non ha bisogno di una Chiesa che dica: “Se volete andate”, perchè già lo fa. La gente ha bisogno di una certezza, di una parola chiara proprio per evitare di affidarsi al proprio “sentimento” e alle “proprie emozioni”. Del resto, però, questa è un’altra dimostrazione di qualcosa che dal 2013 è divenuta pane quotidiano. Se da un lato Francesco ha contribuito a far perdere di credibilità e autorità il Ministero Petrino, dall’altro anche la “struttura” si sta rivelando sempre più “meno divina” e “molto umana”. 

Se una volta il Papa parlava poco e quel poco era ponderato e il popolo di Dio lo accoglieva come “volontà di Dio”. Oggi, invece, le parole sono tante, sempre meno ponderate e la gente ignora completamente le parole del Papa. Una testimonianza? I numerosi libri accatastati nelle librerie (è sufficiente che veniate nella Libreria GPII in Piazza San Pietro per vedere un intero corridoio pieno di libri da lui firmati) che non vengono acquistati più da nessuno. Un editore, nelle scorse settimane, ha avuto a dire: “Ormai, non c’è più la corsa a Santa Marta per richiedere la prefazione del Papa. È piuttosto Santa Marta che bussa alle porte degli Editori per chiedere se ci sono proposte interessanti alle quali il Papa potrebbe fare la prefazione”. Rendiamoci conto. 

Del resto, se il Papa viene lanciato da tutte le testate giornalistiche ogni volta che parla di “cambiamento climatico e migranti” ma non quando parla di “morale, dottrina e fede”, forse un problemino c’è. Non si tratta di essere pro o contro, il Papa è il Papa ma dobbiamo chiederci se davvero Cristo ha chiesto questo a Pietro oppure no. 

Altra questione, per nulla secondaria, è il modus agendi della Santa Sede quando vuole pronunciarsi sulla questione. In tutti i casi che sono stati approvati finora (Medjugorje, Bourges, Chandavila, Vailankanni, Caguas, Maccio, Santa Domenica di Placanica e Maria Rosa Mistica a Montichiari), il Dicastero per la Dottrina della Fede ha alzato la cornetta ed ha chiamato i singoli vescovi del luogo riferendo che “è stata preparata la nota, Lei deve firmare il decreto che deve uscire in concomitanza con la Nota. Grazie e arrivederci”. Da quando le singole diocesi e i loro pastori sono divenute delle succursali di Roma? Parliamo di Vicari di Cristo o Vicari di Pietro?

Afferma il Concilio: «In esso i vescovi, rispettando fedelmente il primato e la preminenza del loro capo, esercitano la propria potestà per il bene dei loro fedeli, anzi di tutta la Chiesa, mente lo Spirito Santo costantemente consolida la sua struttura organica e la sua concordia» LG 22. E ancora: «I vescovi reggono le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo, col consiglio, la persuasione, l'esempio, ma anche con l'autorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità, ricordandosi che chi è più grande si deve fare come il più piccolo, e chi è il capo, come chi serve (cfr. Lc 22,26-27). Questa potestà, che personalmente esercitano in nome di Cristo, è propria, ordinaria e immediata, quantunque il suo esercizio sia in ultima istanza sottoposto alla suprema autorità della Chiesa e, entro certi limiti, in vista dell'utilità della Chiesa o dei fedeli, possa essere ristretto. In virtù di questa potestà i vescovi hanno il sacro diritto e davanti al Signore il dovere di dare leggi ai loro sudditi, di giudicare e di regolare tutto quanto appartiene al culto e all'apostolato.

Ad essi è pienamente affidato l'ufficio pastorale ossia l'abituale e quotidiana cura del loro gregge; né devono essere considerati vicari dei romani Pontefici, perché sono rivestiti di autorità propria e con tutta verità sono detti « sovrintendenti delle popolazioni » che governano. La loro potestà quindi non è annullata dalla potestà suprema e universale, ma anzi è da essa affermata, corroborata e rivendicata, poiché è lo Spirito Santo che conserva invariata la forma di governo da Cristo Signore stabilita nella sua Chiesa» LG 27 


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