Michael Fors Olson abuses his authority and the Department covers for him.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato della pessima leadership del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. In questi dieci anni di pontificato di Francesco, le realtà monastiche hanno subito (e stanno subendo) una vera e propria via crucis. Difatti, se durante il pontificato di Benedetto XVI anche chi non credeva nella ricchezza di questa vocazione, taceva e sopportava; oggi, con Francesco, queste persone si sentono legittimate ad agire con le peggiori intenzioni.
José Rodríguez Carballo in questi anni ha creato più problemi alla Curia Romana ed ai singoli monasteri, di quanti non ne abbia creati nel suo ordine di appartenenza.
Il 31 marzo 2023 il Segretario Carballo ha nominato S.E.R. Mons. Michael Olson, commissario pontificio del Monastero della Santissima Trinità, ad Arlington, Texas.
La nomina è arrivata dal Vaticano, firmata solo da Carballo e non dal Prefetto, a seguito di una lite fra la Priora del Monastero e il Vescovo Michael Olson.
La storia
Ad Aprile il vescovo aveva avviato una indagine canonica su una presunta relazione sessuale tra la Priora e un sacerdote di un'altra diocesi.
L'attività del vescovo è andata oltre i suoi poteri conferitigli dal diritto canonico ed ha guardato i cellulari e il computer della monaca.
A seguito dell'indagine, il Monastero della Santissima Trinità e la priora hanno intentato una causa da un milione di dollari contro il vescovo e la diocesi. Come abbiamo spiegato in questo articolo, infatti, il Dicastero è praticamente guidato da José Rodríguez Carballo e tutte le decisioni sono prese secondo il sistema di familismo amorale che abita quegli uffici e non il diritto canonico.
Olson, quindi, ha contattato il dicastero ed è riuscito a "strappare" un decreto che lo nominava Commissario Pontificio del monastero. In questo modo, il giorno seguente, ha potuto emettere il decreto di esclaustrazione della monaca accusata.
Il commissario, peraltro, ha ora vietato la partecipazione dei fedeli alle Sante Messe celebrate nel monastero. Questo, come insegna chiaramente padre Dysmas De Lassus nel suo libro, è il metodo utilizzato per commettere abusi, ovvero si tagliano i contatti con l'esterno.
Gli abusi commessi da Carballo
Sono numerosi gli abusi che Carballo ha commesso all'interno di questo Dicastero. La nomina, avvenuta con decreto 2566/2020, del vescovo Olson quale commissario pontificio è un chiaro abuso spirituale e del diritto. Come si può pensare di nominare uno dei litiganti, quale giudice dello stesso litigio? Si tratta di un chiaro abuso ed una presa di posizione che vuole far intendere: "Lui ha ragione, tu no".
Eppure, il comportamento contra legem del vescovo Olson è acclarato. Innanzitutto, non è chiaro perchè è stato diffuso il nome della monaca e non quello del sacerdote con il quale questa avrebbe violato i propri obblighi di castità. Sia chiaro, non dovrebbero essere divulgati assolutamente né il nome della monaca, né quello del sacerdote. Si tratta, ancora una volta, di questioni che riguardano questioni private e debbono restare tali. Il vescovo non deve certo mettere il naso nella vita privata di queste persone. Ma perché si è scelto di presentare al mondo questa donna come colei che ha violato i voti, esponendola ad un giudizio?
Già questo elemento avrebbe dovuto svegliare le coscienze (sempre se ci sono) del Dicastero. Inoltre, se il Monastero ha intentato una causa contro il vescovo e lo sta accusando di aver abusato della sua autorità, come si può pensare di nominarlo commissario?
Quella smania di mettere il naso...
La diocesi e il vescovo hanno presentato una memoria in tribunale ed hanno riferito che si tratta di questioni canoniche, ovvero interne alla Chiesa. In realtà, questa dichiarazione è falsa. I poteri che sono concessi al vescovo diocesano sono quelli di indagare ma non di interferire illecitamente nella vita privata delle monache. Addirittura, non è assolutamente permesso al vescovo prendere un telefono o un computer e spulciare fra le chat. Questo deve essere chiaro ai vescovi anche in merito a sacerdoti e seminaristi. Anche quando si ricevono i cosiddetti "dossier", il vescovo non può utilizzare questa documentazione se prima non accerta come è stata ricevuta. L'ordinamento statale, infatti, vieta l'interferenza illecita nella vita privata delle persone e il vescovo non è sopra la legge. Per questo motivo, ciò che riguarda il foro interno non può essere motivo di indagine alcuna. Se Olson non ha ottenuto prove, significa che non vi erano elementi per poter agire. Punto.
Ad inizio giugno il Monastero ha anche presentato una denuncia per diffamazione e furto con il vescovo. Tali azioni sono tutte giuridicamente corrette e devono trovare accoglimento in quanto il vescovo ha abusato della sua autorità e il diritto canonico non gli concede affatto la facoltà di mettere in atto azioni violente.
In un video pubblicato su Youtube, peraltro, il vescovo ha fatto il nome e cognome della monaca ed ha riferito che questa ha "ammesso di aver violato il voto di castità". Ora, è noto anche ai moralisti, che le indagini canoniche sono sottoposte a segreto e non è possibile rendere pubbliche tali questioni. Fors Olson ha studiato teologia morale ma se pensa di vivere in una Chiesa dell'Inquisizione si sbaglia alla grande. È stato anche rettore del seminario Holy Trinity di Irving, non osiamo immaginare come si comportava con i seminaristi.
Se questa è la Chiesa che dice di combattere gli abusi, stiamo freschi. Questi atti sono veri e propri abusi di potere, psicologici e spirituali. Questo è il risultato quando si mettono a capo dei Dicasteri e a capo delle diocesi dei personaggi che non hanno alcuna competenza giuridica e giocano a fare i moralisti sulla pelle degli altri.
R.I.
Silere non possum
PROCEDIMENTO CONTRO MICHAEL OLSON