Pope Francis has appointed the new Prefect of the Dicastery for the Doctrine of the Faith.
Il 1 luglio 2023, ad estate iniziata, Papa Francesco ha comunicato la sua scelta in merito al più importante Dicastero della Curia Romana. A capo del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha scelto di piazzare una sua creatura, ovvero un suo fedelissimo: Víctor Manuel Fernández.
Si tratta di una scelta in completa rottura con quella che dal 25 novembre 1981 è stata la linea dell’ex Sant’Uffizio. Víctor Manuel Fernández è un uomo che non ha ottenuto particolari risultati durante il suo ministero sacerdotale ed episcopale. Non si tratta di un uomo come Joseph Ratzinger, il quale era già ben conosciuto quando approdò a Roma.
Ma è chiaro, il merito più grande è quello di essere un fedelissimo di Jorge Mario Bergoglio, difatti nel 2013 Fernández è stato uno dei primi vescovi nominati dal neo eletto Papa.
Per sopperire alla scarsa preparazione di queste persone, l’entourage del Papa ha scelto di pubblicare tutta una serie di pubblicazioni all’interno del bollettino che ha annunciato la nomina. Si tratta di una pratica nuova e che evidenzia come la tecnica che qualche avvocato usa in tribunale, viene riproposta anche in queste occasioni. La tecnica del “riempire per confondere” o, visto il periodo della maturità, “scrivo tanto così sembra una cosa seria”.
Ad annunciare la nomina di Joseph Ratzinger, William Joseph Levada, Gerhard Ludwig Müller o Luis Francisco Ladaria Ferrer non erano servite molte parole perché “la caratura di queste persone era nota a tutto il Sacro Collegio”, ha riferito un cardinale ieri mattina.
Ma queste persone, e qui arriviamo al vero problema di questa nomina, hanno agito in modo immorale, ha riferito Papa Francesco in una lettera con la quale ha accompagnato la nomina del nuovo prefetto.
Parole inaccettabili
Francesco scrive a Víctor Manuel Fernández: "come nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, le affido un compito che considero molto prezioso. Il suo scopo centrale è quello di custodire l'insegnamento che scaturisce dalla fede per "dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano". Poi aggiunge: "Il Dicastero che lei presiederà in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso".
Si tratta di parole gravissime che il Papa "deve essere chiamato a giustificare", hanno lamentato alcuni cardinali. Difatti, Francesco a cosa si riferisce? Bergoglio vuole forse cancellare anche le opere di misericordia spirituali? Ciò che il Dicastero ha sempre fatto nella sua storia, aldilà dei cambi di nome, è stato quello di consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti ed ammonire i peccatori.
E se Jorge Mario Bergoglio vuole, ancora una volta, cavalcare l'onda mediatica degli ingnorantelli giornalisti di Repubblica, dovrebbe forse scendere negli Archivi e leggere quanto è stato fatto durante il processo a Galileo Galilei. Leggendo gli atti, si renderà conto che i processi subiti da quest'uomo sono stati rispettosi dei diritti dell'imputato più di quanto si possa pensare. Al contrario, non pare che i diritti del cardinale Angelo Becciu siano stati rispettati. I diritti dei sacerdoti e degli arcivescovi cacciati dall'oggi al domani da Papa Francesco, neppure. Dovremmo forse definire "immorali" anche questa metodologia?
Le parole del Papa sono gravi, inaccettabili. Forse sarebbe il momento che quei cardinali che hanno giocato in questi anni a fare gli equilibristi per dire che "il Papa ha detto ma voleva dire", si diano una svegliata ed inizino a chiedere conto a Francesco di ciò che scrive e dice. Qui non si tratta di dare un nuovo indirizzo al Dicastero ma si tratta di rinnegare e condannare tutto ciò che è stato fatto in precedenza.
La questione è seria ed è molto più preoccupante di tante altre "uscite" fatte da Francesco in questi dieci anni. Coloro che giocano a fare le bamboline durante le celebrazioni eucaristiche e controllano i centimetri di pizzo, devono svegliarsi e guardare oltre al muro d'incenso che li avvolge in una bolla nella quale vivono una realtà tutta loro.
La Chiesa non deve compiacere il mondo. Fra il Sinodo e le diverse affermazioni di Francesco, in questi dieci anni abbiamo giocato a svendere il patrimonio della Fede. In tutti i sensi, vista anche la mole di immobili e soldi perduti. Visto che Bergoglio continua a dire che ha fatto "solo quello che gli hanno chiesto i cardinali durante le Congregazioni", sarebbe il momento che i porporati iniziassero a dire al Papa che loro non hanno chiesto assolutamente tutto questo.
La lettera che ieri Francesco ha inviato a Fernández ha fatto infuriare buona parte della Curia Romana.
Víctor Manuel Fernández ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana e ieri l'ateneo, il quale continua a sottopagare i propri docenti, ha tenuto a dire la propria sulla nomina con un tweet. La maggior parte dei vescovi nominati da Bergoglio hanno nel curriculum la PUG. Si tratta di uno degli atenei pontifici peggiori. Prendere dalla "fucina delle eresie" il nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede è la scelta più assurda che il Papa potesse fare. Ma la tecnica è sempre la stessa, ovvero attingere dai "suoi". Gesuiti e Argentini. Neanche con Giovanni Paolo II si sono viste certe dinamiche e "Wojtyła di polacchi ne ha portati qui dentro".
Pontificato agli sgoccioli
Quando Francesco è uscito dal Gemelli lo avevamo detto chiaramente, essendo agli sgoccioli Bergoglio non avrà più alcuna remora e porterà a compimento le sue ultime mosse. Del resto non bisogna stupirsi, tutti i pontificati hanno fatto mosse politiche. L'unica differenza è che negli altri prevaleva la spiritualità, qui abbiamo a che fare con un governo come altri.
Certo, se Francesco fosse coerente, Víctor Manuel Fernández non dovrebbe entrare nel prossimo (ed imminente) concistoro. Del resto è stato lui a volere la modifica della Costituzione Apostolica Pastor Bonus. Può rimanere arcivescovo senza berretta cardinalizia. Proprio come Claudio Gugerotti e Robert Francis Prevost. Ma lo sappiamo, Francesco non è coerente e il suo motto è “Al amigo, todo; al enemigo, ni justicia”. Quindi, con buona pace di tutti, questi soggetti entreranno in conclave e porteranno il loro deleterio contributo per l'elezione del successore di Jorge Mario Bergoglio.
L.M
Silere non possum
Lettera del Santo Padre al nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
A Sua Eccellenza Reverendissima
Mons. Víctor Manuel Fernández
Città del Vaticano, 1 luglio 2023
Caro Fratello,
come nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, le affido un compito che considero molto prezioso. Il suo scopo centrale è quello di custodire l'insegnamento che scaturisce dalla fede per "dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano".
Il Dicastero che lei presiederà in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso.
Lei è stato decano della Facoltà di Teologia di Buenos Aires, presidente della Società Argentina di Teologia ed è presidente della Commissione Fede e Cultura dell'Episcopato argentino, in tutti i casi votato dai suoi pari, che hanno così apprezzato il suo carisma teologico. Come rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina ha favorito una sana integrazione dei saperi. D'altra parte, Lei è stato parroco di "Santa Teresita" e finora arcivescovo di La Plata, dove ha saputo far dialogare il sapere teologico con la vita del popolo santo di Dio.
Dato che per le questioni disciplinari - legate in particolare agli abusi sui minori - è stata recentemente creata una Sezione specifica con professionisti molto competenti, Le chiedo come Prefetto di dedicare il Suo impegno personale in modo più diretto allo scopo principale del Dicastero che è "custodire la fede".
Per non limitare il significato di questo compito, va aggiunto che si tratta di "accrescere l'intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell'evangelizzazione, affinché la sua luce sia un criterio per comprendere il senso dell'esistenza, soprattutto di fronte agli interrogativi sollevati dal progresso della scienza e dallo sviluppo della società". Questi interrogativi, ripresi in un rinnovato annuncio del messaggio evangelico, "diventano strumenti di evangelizzazione", perché permettono di entrare in dialogo con "il contesto attuale in un contesto che non ha precedenti nella storia dell'umanità".
Inoltre, sapete che la Chiesa "ha bisogno di crescere nell'interpretazione della Parola rivelata e nella comprensione della verità" senza che questo implichi l'imposizione di un unico modo di esprimerla. Infatti "le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell'amore, possono anche far crescere la Chiesa". Questa crescita armoniosa preserverà la dottrina cristiana più efficacemente di qualsiasi meccanismo di controllo. È bene che il vostro compito esprima che la Chiesa "incoraggia il carisma dei teologi e il loro sforzo di ricerca teologica", purché "non si accontentino di una teologia da tavolino", di "una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto".
Sarà sempre vero che la realtà è superiore all'idea. In questo senso, abbiamo bisogno che la teologia sia attenta a un criterio fondamentale: considerare "inadeguata ogni concezione teologica che alla fine metta in dubbio l'onnipotenza di Dio e soprattutto la sua misericordia". Abbiamo bisogno di un modo di pensare che possa presentare in modo convincente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno.
Questo avviene se "l'annuncio si concentra sull'essenziale, che è il più bello, il più grande, il più attraente e allo stesso tempo il più necessario". Sapete bene che esiste un ordine armonico tra le verità del nostro messaggio, dove il pericolo maggiore si verifica quando le questioni secondarie finiscono per mettere in ombra quelle centrali.
Nell'orizzonte di questa ricchezza, il vostro compito implica anche una particolare cura nel verificare che i documenti del vostro Dicastero e degli altri abbiano un adeguato supporto teologico, siano coerenti con il ricco humus dell'insegnamento perenne della Chiesa e allo stesso tempo tengano conto del Magistero recente.
La Vergine Santissima vi protegga e vegli su di voi in questa nuova missione. La prego di non smettere di pregare per me.
Fraternamente,
Francesco