The Bishop of Novara will preach a Lenten meditation on a boat. The faithful will join the Benedictine nuns of Orta San Giulio for the singing of Compline.

Sarà un momento suggestivo quello organizzato da Passio Novara per giovedì 17 marzo 2022. Il tema è "Prendi il largo!", in barca con Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Franco Giulio Brambilla. Si tratta di una meditazione predicata da Mons. Vescovo su un battello, direzione l'Isola di Orta San Giulio ove i fedeli prenderanno parte al canto della compieta delle monache benedettine. Gli eventi prevedono una trentina di iniziative fino al 24 aprile ispirate ad arte, spiritualità e cultura. «Alzati, rivestiti di luce. Dopo la notte rinasce la città»: è il titolo che vuole indicare la ripresa dopo gli anni della pandemia, «una ripresa di relazioni umane - ha riferito Mons. Brambilla - che costituiscono il cuore della civitas, la città nel senso pieno del termine». La partenza è prevista per giovedì alle ore 20,30 dall’imbarcadero di San Filiberto a Pella insieme al vescovo che sul battello Ortensia proporrà una riflessione e un momento di preghiera. Prima di raccontarvi cos'è il Monastero Mater Ecclesiae di Orta San Giulio, vogliamo proporvi una puntata della splendida rubrica "I passi del silenzio" di Tv2000 che racconta una giornata in questo monastero.

«Il viaggio che ci ha condotte fino a qui ebbe inizio l’11 ottobre 1973, quando dicemmo il nostro sì alla richiesta dell’allora vescovo di Novara, Monsignor Aldo del Monte, a dar vita ad una fondazione monastica sull’Isola di San Giulio per custodirne il patrimonio storico e religioso», raccontava così l'inizio dell'esperienza monastica a San Giulio la Madre Anna Maria Canopi. Una donna straordinaria che ha saputo incarnare a pieno la regola di Benedetto. Sei monache lasciarono l’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo di Viboldone (MI). Si trattava di quattro professe di voti solenni, una professa di voti semplici, una novizia e una postulante che già le aspettava sulle sponde del lago.

L'amore a Cristo povero e la regola di Benedetto hanno portato questa comunità ad essere una delle poche, in Italia, ad avere un numero di vocazioni molto elevato.  Oggi sono quasi settanta le monache che vivono stabilmente nel Monastero, di cui undici ancora in formazione come novizie o postulanti. Una grande varietà di lingue, nazioni di provenienza, età, formazione e storia personale crea un mosaico assai variegato e dalle mille sfumature. Per anni alla guida di questa comunità è rimasta Madre Anna Maria Canopi, una monaca che ha dato alla Chiesa tutta la sua vita ed il suo contributo è ancor oggi seme di vocazioni.

La vita di Madre Canopi

Nata e cresciuta in una famiglia numerosa, fra le colline dell’Appennino piacentino prima e dell’Oltrepo pavese poi, ha mantenuto vivo il suo saldo legame con una cultura contadina, ricca di grandi valori umani e cristiani. Ha sempre portato con sé il senso forte di “famiglia”: un luogo di accoglienza in cui ciascuno poteva e doveva trovare posto, sentirsi a casa. Le consorelle la ricordano così: "Fin dall’inizio dell’insediamento sull’Isola, non prendeva mai alcuna decisione senza aver consultato la Comunità che allora era davvero minuscola, ma che sentiva parte imprescindibile del suo stesso essere. Anche a tavola, in tempi iniziali di grandi stenti, ogni piccolo dono era condiviso e nessuno poteva rifiutare anche solo un assaggio di quanto era destinato a tutte. Si sentiva una Madre “piccolina”, e si può dire che la sua stessa maternità è cresciuta e si è dilatata con noi." Una abadessa che ha saputo vivere la propria responsabilità di guida in piena rispondenza al dettame evangelico, con amore e misericordia ma anche con la consapevolezza che la vita claustrale è cosa seria. Ogni giorno Madre Canopi offriva una lectio come risonanza alla Parola di Dio proclamata nella Liturgia mattutina o – nei Tempi Forti – Avvento e Quaresima – a commento di alcuni temi biblici. Le sue parole, contenute in molteplici libri sono ancor'oggi illuminanti. Non dimentichiamo neppure le sue poesie che facevano e fanno trasparire tutto l'amore per il suo Sposo. Aveva sempre attenzione agli ospiti che giungevano sull'isola e guardavano con curiosità ed ammirazione alla vita monastica. Sono numerose le lettere che abbiamo scambiato con la madre e i momenti di preghiera che abbiamo vissuto sull'isola guidati dalle sue meditazioni, un vero tesoro. Canopi si spense il 21 marzo 2019, fra qualche giorno celebreremo l'anniversario.

Oggi l' Abadessa è Madre Maria Grazia Girolimetto che guida sapientemente questa comunità che non smette di fiorire.

Il seme che germoglia

L'esperienza del monastero Mater Ecclesiae è stata talmente fruttuosa che negli anni ha addirittura fondato e aiutato altre realtà.

Nel 2002 la Madre inviò sei monache e diede vita al Priorato Regina Pacis in Val le D’Aosta che nel 2018 ha raggiunto l’autonomia. Nel 2008 sorse il priorato SS. Annunziata in Fossano. Alcune monache vennero inviate ai monasteri di sant’Antonio abate di Ferrara e di san Raimondo in Piacenza che purtroppo non vedevano l'ingresso di nuovi membri.

Questa realtà è stata anche frutto di diverse vocazioni al presbiterato e sia Madre Canopi sia il Card. Corti (padre spirituale dell'abbadessa) hanno guidato molti giovani fino al sacerdozio. Ancor oggi da San Giulio c'è molto da imparare, la loro testimonianza insegna che con la fede e la perseveranza i frutti arrivano e non c'è secolarizzazione che tenga.

L.Z.

Silere non possum