Another French bishop accused of paedophilia. He asked not to carry out pastoral activities for the duration of the trial.

Ieri, martedì 13 giugno 2023, S.E.R. Mons. Georges Colomb, vescovo della diocesi di La Rochelle in Francia, ha annunciato“Per poter preparare la mia difesa e affinché la nostra diocesi possa continuare a vivere in comunione e a testimoniare la Buona Novella, ho deciso di chiedere al Santo Padre di mettermi a riposo per la durata dell’inchiesta, pur rimanendo vescovo di La Rochelle. Dovrebbe essere nominato un amministratore che si occupi della nostra diocesi durante questo periodo”. 

Ma cosa è successo a La Rochelle?

Incredibilmente, sono stati i media La Croix, La Vie e Famille Chrétienne a rivelare, il 13 giugno, che la Procura di Parigi ha avviato delle indagini nei confronti del prelato. Questi media si dicono cattolici ma hanno dimostrato in più occasioni di favorire un clima di caccia alle streghe.

In particolare La Croix ha anche un giornalista a Roma, Loup Besmond de Senneville, il quale è noto alle cronache per essere un soggetto che non cita mai le fonti di chi non ritiene “suoi amici”. La correttezza professionale di quest’uomo è pari a zero. Uno dei suoi cavalli di battaglia è proprio la pedofilia nel clero, non parla d’altro.

Si tratta di due indagini: una canonica ed una penale statale. Stiamo parlando di indagini, non di sentenze. I media cattolici (così si appellano da soli), però, emettono le sentenze al posto dei tribunali, ormai è la prassi.

La vicenda

Il denunciante ha riferito che sarebbe stato portato dal sacerdote nel suo appartamento e sarebbe stato violentato. Questo ragazzo ha anche detto di aver denunciato l’accaduto a padre Gilles Reithinger, il quale è stato sentito ed ha riferito che non vi è stata nessuna denuncia.

Quali sono le prove che questa persona porta? Quali sono le evidenze? Al momento nessuna. I media cattolici, però, hanno già sollevato il polverone.

La Francia ha già firmato la propria condanna da diverso tempo. Il rapportoSauvé, il quale non è assolutamente attendibile dal punto di vista scientifico, è stato il documento che ha segnato la follia più assoluta dell’episcopato francese. Del resto i soldi dei fedeli non sono stati guadagnati col “sudore della fronte” dai vescovi, quindi perchè non sperperarli dando risarcimenti anche a soggetti che asserivano di essere stati abusati ma non hanno mai visto un’aula di tribunale?

Un sistema ormai noto

Il sistema è ormai noto e proprio in queste ore, in Italia, si stanno celebrando i funerali di una delle persone che, nel panorama politico, incarna alla perfezione questo dramma. Da diversi anni, sopratutto in Italia ma non solo, la stampa e la magistratura inquirente hanno portato avanti un sistema volto a far fuori le persone. “Se sei scomodo ti aprono una indagine, non importa se tu sarai giudicato innocente, nel frattempo te la apro e ne do notizia sui giornali, in modo che sarai visto da tutti come un colpevole”, commenta un vescovo giurista.

Per questo motivo spesso si è parlato di quarto potere per quanto riguarda la comunicazione e la stampa. Diversi ordinamenti hanno tentato di mettere un freno a questo sistema soprattutto per quanto riguarda le informazioni, passate sotto banco, che riguardano i procedimenti penali in corso ai danni dei politici. Con questo modus agendi, infatti, in Italia ad esempio, si è favorito un sistema che ha visto più governi caduti di quelli rimasti in piedi.

Incredibilmente, purtroppo, Santa Romana Chiesa si è chinata a questo procedere luciferine. Difatti, seppur in un conclave non si riesce a mandare su un porporato italiano, quando si tratta di diffondere il cancro della cultura italiana, nessuno riesce a porre limiti. La questione degli abusi è divenuta un modo rapido per far saltare teste. Il tema è serio e doloroso ma se viene affrontato con questa superficialità non abbiamo risolto assolutamente nulla.

L’informazione seria

Perchè è importante promuovere l’informazione seria e ben fatta? Anche questo è un argomento che molti porporati fanno fatica a comprendere e continuano a concedere interviste a giornaliste analfabete.

Sono pochissimi, quasi inesistenti, quei giornalisti che parlano della pedofilia nella Chiesa con competenza e obiettività. C’è sempre chi strumentalizza il tema per mettere in risalto le proprie opinioni personali. Se l’accusato è mio amico lo difendo, altrimenti lo colpisco. Il caso di Marko Ivan Rupnik è esemplare. Non si tratta di violenza sessuale ai danni di minori, certo, ma il sistema utilizzato nel raccontarlo è identico.

A dicembre 2022, quando Silere non possum diede in esclusiva la notizia, saltarono fuori dei giornalisti di testate sconosciute e che hanno fatto della loro vita una campagna diffamatoria contro la Chiesa che addirittura hanno preso la notizia e l’hanno fatta loro. Hanno copiato e incollato ed hanno iniziato a battere dal 02 dicembre in poi. Perchè Silere non possum ha sempre detto che è fondamentale citare la fonte? Perchè i lettori più intelligenti vanno sempre alla fonte, alla radice. Se chi consegna la notizia per primo lo fa con competenza, il resto viene da sé. La maggior parte dei vaticanisti, infatti, sono artisti del copia e incolla. Non è gente capace di argomentare, approfondire, elaborare. Copiando e incollando da fonti autorevoli, rischiano di scrivere cose sensate; copiando e incollando da fonti idiote, continueranno a scrivere idiozie.

Difatti, c’è differenza fra il sostenere che non vi devono essere “abusatori di serie a e abusatori di serie b” e il sostenere che bisogna smantellare intere chiese perchè dipinte da un abusatore. Come se Michelangelo fosse stato uno stinco di santo.

L’informazione è cosa seria e se qualche giurista, se determinati sacerdoti, hanno scelto di investire il proprio tempo in determinati progetti seppur potevano farne a meno e vivere serenamente, un motivo ci sarà. Quando i pastori della Chiesa si renderanno conto di quanto è importante veicolare una informazione veritiera e corretta, probabilmente sarà troppo tardi. Ma il fatto che abbiamo una leadership di amebe, questo è acclarato da tempo.

Il sistema non può essere: “Loro hanno visibilità, allora ci affidiamo a loro”. Deve cambiare la prospettiva, bisogna passare (o meglio, ritornare) al: “Io sono qui, ho questo da dire ed interessa alla gente, se sei competente ti do l’intervista, altrimenti ti arrangi”. Considerato che questi vaticanisti hanno le case pagate a Gregorio VII grazie all’enorme quantità di idiozie che scrivono su questo Stato, forse possiamo anche immaginare che in breve tempo comprenderebbero come fare per poter continuare a mangiare. 

Accuse: strumento per eliminare

Non è possibile pensare, quindi, che solo perchè viene formulata un’accusa un vescovo si debba dimettere. Non lo ha mai previsto il Codice di Diritto Canonico, non è mai passato per la testa di nessuno dei grandi Padri della Chiesa. Oggi stiamo vivendo una era di puritanesimo ipocrita senza precedenti. L’accusa di pedofilia è divenuta il modo per uccidere le persone, eliminarle completamente. Si tratta, infatti, di una accusa infamante e, allo stesso tempo, sempre difficile da provare.

Sia chiaro, quando i fatti vengono provati, bisogna intervenire e sottoporre i colpevoli a terapie psichiatriche, impedendogli di continuare la loro attività. Ma gli strumenti della giustizia quali sono? Sono i giornali o i tribunali? Non è possibile pensare che, solo perchè qualcuno sta accusando un vescovo, questo si dimetta e lasci la diocesi.  

Mons. Georges Colomb fa riferimento allo scandalo che questo provocherà. Ma noi siamo certi di aver capito cosa sia lo scandalo? Quanto è scandaloso abbandonare il proprio gregge, affidatoci da Dio, solo perché qualcuno ci sta calunniando?

Il sistema, purtroppo, ancora una volta, è alimentato dal Papa, il quale ha dato disposizione agli organi della Santa Sede di intervenire anche nelle diocesi. Ci sono diverse diocesi che si sono sentite rimproverare da Roma perchè non hanno emesso immediati comunicati di condanna del prete accusato quando l’indagine veniva avviata.

Se un vescovo riceve la notizia che un suo prete è accusato di pedofilia, non ha nulla da dire. Deve tacere. Non si può emettere un comunicato, peraltro ipocrita, nel quale si manifesta vicinanza alle vittime. Quali vittime? Non ci sono vittime e non ci sono carnefici. Solo al termine delle indagini, al termine dei processi si potrà parlare in questi termini. Un caso esemplare è avvenuto nell’Arcidiocesi di Milano, quando fu Roma a rimproverare la Curia per non aver condannato subito un sacerdote accusato. Dopo anni, però, Roma era sparita e l’Arcidiocesi dovette fare un mea culpa perchè il sacerdote non aveva commesso quanto gli veniva contestato.

Il Pontificato di Francesco, fra le altre cose, ha eliminato il diritto. Il diritto canonico ha sempre garantito la giustizia per secoli, tutelando accusatori ed accusati. Abbiamo insegnato il diritto alla società, ed oggi? Oggi c’è la volontà di apparire puritani e non ci rendiamo conto che questo sistema è descrivibile con l’immagine di una persona che si aggrappa alla tua mano per non cadere nel baratro ma ti tira giù con lei. 

La maggior parte di questi media non ha a cuore il bene delle Chiesa, non promuove una lotta alla perversione dell’ infantofilia, dell’efebofilia o dell’ebefilia partendo dalla formazione. Nessuno va alla radice, alla ricerca del problema ma vogliono semplicemente guadagnare dalla notizia, vogliono crocifiggere le persone. Il fatto che la leadership della Chiesa Cattolica non lo tenga in considerazione è preoccupante. “Eh ma poi i giornali parlano male di noi”, continuano a dire. Innanzitutto, chi se ne frega. In secondo luogo, noi dobbiamo rendere conto a Dio e non alla gente. Il Signore ci chiede di agire per il bene della Chiesa, sradicare questa piaga della pedofilia e allo stesso tempo lavorare per la salvezza delle anime. Tutte le anime. Ci chiede di tutelare i bambini e di formare persone capaci di relazionarsi con gli altri, non gente incapace di relazionarsi con gli adulti che poi riversa sugli indifesi.

Nel panorama odierno, in cui il Dicastero per i Vescovi non sa più dove attingere per trovare successori degli apostoli preparati, non è proprio immaginabile che un vescovo, solo perché accusato, dia le dimissioni o chieda un periodo di pausa. Oggi, purtroppo, chi dice al Nunzio quel sì, deve essere consapevole che andrà incontro ad un martirio molto più doloroso e più lento di quello subito da Santo Stefano. Oggi, infatti, per dire quel sì con convinzione e consapevolezza, bisogna essere davvero saldi nella fede e comprendere che ci stiamo affacciando (o meglio siamo già sulla soglia) ad un mondo che non concederà più alcun onore a chi è vescovo, ma, piuttosto, lo colpirà senza problema alcuno. Questo, appunto, dovrebbe anche farci comprendere che non è il caso di ordinare vescovi dei soggetti solo perchè sono amici del Papa, amici della cugina del Papa o perchè vanno alla sagra della porchetta con la croce di legno.

Ancora una volta, tornano alla mente le parole di Joseph Ratzinger nel 1969: “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. In contrasto con un periodo precedente, verrà vista molto di più come una società volontaria, in cui si entra solo per libera decisione. In quanto piccola società, avanzerà richieste molto superiori su iniziativa dei suoi membri individuali.

Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Essa farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione la renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso, perché dovranno essere eliminate la ristrettezza di vedute settaria e la caparbietà pomposa. Si potrebbe predire che tutto questo richiederà tempo”. 

d.F.R.

Silere non possum